HARRY KANE, Il bomber che spaventa la Fiorentina
A Chingford ci sono casette basse, il bus numero 97 che passa regolarmente e di notte pure l'N26 direttamente da Trafalgar Square. Harry Kane nasce qui, in una delle mille appendici e facce di Londra. Tottenham non dista molto ma qui, un tempo, c'era un celebre lodge costruito nel 1500 all'epoca di Re Enrico VII per la caccia. Soffi dal passato che s'incrociano col destino di oggi. Kane è un cacciatore e, nomen omen, pure un uragano. Harry Kane, Hurricane. Bob Dylan ne cantava uno più nobile, una storia controversa, ma quello d'oggi è protagonista di una bella poesia. O, quanto meno, di una grande storia.
Perché Harry da Chingford è l'operaio del football, al quale i Lilywhites dettero pure il benservito. Aldo Spinelli l'avrebbe pure preso, per due pounds in croce, con sè a Livorno. Non se ne fece di nulla, Kane ha girovagato le serie minori d'Inghilterra lasciando però poche tracce di sè. Al Leyton Orient, oggi griffato d'Italia ma nel 2011 club londinese di Barry Hearn, cinque reti in 18 presenze ed il primo gol ad una nobile del calcio che fu come lo Sheffield Wednesday. Vira poi all'ombra della bellicosa stand del Milwall, cerca con poca gloria di far eco ai sogni dei canarini del Norwich e illude al Leicester. Quest'estate, figuriamoci, il Tottenham l'avrebbe pure liberato per cifre modiche: un milione di sterline e l'uragano avrebbe potuto far danni altrove.
Teen-idol, ora che è fromboliere d'attacco, il resto è storia nota. Il 2015 è il suo anno, per questo la Nobile Inghilterra sogna. Perché dai tempi di Gary Lineker prima e di Alan Shearer poi non ha più avuto un centravanti. Ci ha provato con i centimetri di Peter Crouch, quello del "se non avessi fatto il calciatore cosa sarei? Vergine". Ci ha tentato con la coda ribelle di Andy Carroll, capelli e milioni del Liverpool al vento. Emile Heskey, in passato, è stato flebile illusione per i Leoni d'Albione; Jermaine Defoe, Darren Bent, Robbie Fowler e pure il Balon d'Or Michael Owen non sono riusciti a rendere l'Inghilterra una Nazionale maiuscola. Quella della generazione d'oro, dei Beckham, dei Gerrard, dei Lampard e pure dei Rooney, che centravanti mai è stato, non c'è riuscita a mettere il suo segno sul calcio globale. Così dal 1966 il Mondiale è solo una chimera e per questo la linfa del calcio che sarà, quello degli Shaw, dei Barkley, dei Clyne e degli Sterling, accoglie col cuore e con le braccia aperte Harry Kane. Un centravanti. Merce rara, in una terra che ha regalato al football in passato mille e più Dixie Dean. L'Uragano a cui nessuno vuole sfuggire ha investito ieri l'Arsenal, e tutti vogliono metterglisi in scia. Per rincorrere il sogno Mondiale.