NELLA TERRA DI MEZZO AUSPICANDO UN CONFRONTO
Giorno 12 di un maggio assai simile a una Terra di Mezzo. Quella che sta attraversando tutta la Fiorentina, nessuno escluso, che si parli del campo o della società. Perché il nuovo allenatore è pronto e si chiama Pioli, la rivoluzione sul mercato è stata anticipata da Corvino quanto meno in entrata (su Milenkovic, Vitor Hugo e Vlahovic il d.g. è parecchio avanti) e perché lo stesso organigramma societario potrebbe notevolmente cambiare nel corso della prossima estate.
Ma mentre si defilano all'orizzonte le prossime scelte, il presente dice che il campionato non è ancora finito, che la classifica lascia aperti spiragli d'Europa e che il calendario proporrà alla Fiorentina Lazio e Napoli, ovvero le due squadre probabilmente più in forma (ma almeno i laziali avranno la testa alla Coppa Italia). Ci sarebbe già moltissima carne al fuoco se non fosse che le ultime due settimane hanno ulteriormente destabilizzato l'ambiente allontanando ulteriormente piazza e proprietà.
Con le parole post Sassuolo, ADV ha aperto un nuovo fronte di discussione, non comprendendo completamente una contestazione che il patron ha definito di “una minoranza”. E allora, visto che ripetere che sarebbe il caso di imparare dagli errori del passato non aiuta, tanto vale smettere si prodigarsi inutilmente e provare a farsi un'idea, in casa viola, di come e quando la fiducia nei Della Valle a Firenze sia finita in picchiata.
La risposta, di per sé complessa per molteplici motivi, potrebbe essere ricercata in una serie di aspetti che la Fiorentina in primis dovrebbe chiarire. Per chiarezza e trasparenza nei confronti dei tifosi, ma anche per una nuova consapevolezza di quella che è la dimensione in cui la Fiorentina può vivere e prosperare. Che non significa assolutamente vincere, tanto più in un calcio come quello italiano sempre più in mano agli stranieri, ma certamente tornare a godersi le prestazioni di quella che dovrebbe essere la squadra del cuore e che oggi è diventata forse una delle principali cause di arrabbiature in città.
Perchè poi, nel ripetersi di determinati eventi, quel che sfugge è perchè sia spesso mancata coerenza nelle decisioni e autonomia per chi doveva prenderle, e perchè la società viola non riesca quasi mai a “vendere” adeguatamente anche quanto di buono riesca a fare, o semplicemente quelli che sono gli sforzi economici profusi. Problematiche che affondano le radici nel passato (remoto e recente come nel caso del mercato di gennaio 2016 o del rapporto con Sousa) e che oggi si ripropongono come un'abbuffata mal digerita.
Tanto vale fare un passo avanti, aiutarsi da soli e chiarire come e perché siano state prese determinate scelte come la stessa conferma di Sousa. Provare a illuminare quegli aspetti “oscuri” che oggi alimentano scetticismo e sfiducia in vista della prossima stagione passa da un’unica strada: un chiaro confronto (auspicabile a breve vista la pesantezza degli ultimi tempi) che possa rasserenare un ambiente che si è fatto tremendamente avvelenato.
Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it