COPPA ITALIA ADDIO, MA NIENTE DRAMMI NÉ TROPPE POLEMICHE, IN UNA SETTIMANA COSÌ E IN UN’ANNATA COSÌ POTEVA SUCCEDERE

06.12.2024 12:06 di  Stefano Prizio   vedi letture
COPPA ITALIA ADDIO, MA NIENTE DRAMMI NÉ TROPPE POLEMICHE, IN UNA SETTIMANA COSÌ E IN UN’ANNATA COSÌ POTEVA SUCCEDERE
FirenzeViola.it

Reduci dalle ore surreali dell’incidente occorso ad Edoardo Bove, tifosi e giocatori, dirigenti, giornalisti  e tutti dell’ambiente viola gli siamo ancora raccolti intorno in un abbraccio protettivo. 

Stupefatti nel constatare quanto sia vero che anche questi divi contemporanei, giovani, atletici, ricchi ed invidiati, siano invece esseri umani come tutti noi. E partecipino come tutti noi alla caducità ed alla imponderabilità della vita. Dice il poeta Ungaretti che si sta come d’autunno sugli alberi le foglie. E mai ci era sembrato vero come nella coda di questo autunno, esposti ai venti freddi della vita. Anche ragazzi come Edoardo che probabilmente dovrà lasciare i suoi sogni di bambino, quelli di vivere correndo dietro ad un pallone, carico di gloria negli stadi italiani, sull’erba del campo del Franchi per un cuore ballerino, in un brutto giorno della sua vita che poi, sempre per l’indefinibile e imprevedibile che regola le nostre esistenze, si è mutato in un giorno infine positivo, poiché Edoardo, diversamente da altri che non ci sono più come Davide e Joe, vive e vivrà ancora.

In quegli indecifrabili minuti, sugli spalti dello stadio fiorentino e nelle nostre case dinanzi a un televisore, oltre lo sgomento ed il dolore, sui nostri visi era dipinta la meraviglia. Lo sbigottimento che si, anche a questi atleti presumibilmente così controllati da provetti staff di medici muniti di ogni apparecchio esistente che li seguono ogni giorno. Anche a loro può accadere la tragedia, figurarsi a noi altri comuni mortali, ed ecco che allo stupore si aggiunge il terrore, di certo per Edoardo, ma anche per noi tutti.

Ed è naturale che ci si rifugi evadendo nel pallone e più prosaicamente ci si metta amabilmente a discutere su quanto valga e quanto sia importante perseguire la Coppa Italia, manifestazione meschinella, specie se come la Fiorentina si ha una così bella classifica in campionato e si è in corsa pure per la Conference.

Ma come sempre accade mentre si chiacchiera arriva già il tempo di giocare e in una partita strana coi cugini empolesi che vede l’esperimento Quarta a metà campo fallire e la partita passata ad inseguirsi e sbagliare fin troppo. Ecco che  finisce ai rigori, la lotteria che vede prevalere l’Empoli. Dando ai viola la prima amarezza sportiva della stagione.

Dal punto di vista psicologico, in una settimana così densa di emozioni per il malore occorso a Bove, era arduo attendersi una Fiorentina in piena forma e non a caso ha sbagliato il calciatore più in forma dell’anno, Kean, prima in un’occasione ghiotta che lo ha visto colpire la traversa, poi proprio ai calci di rigore, con un tiro troppo potente finito alto. Lo abbiamo detto e ripetuto che sono esseri umani!

Della settimana particolare abbiamo detto. Aggiungiamo che in una stagione così bella, con la Fiorentina che naviga a vele spiegate in campionato ed è in corsa per la Conference, sarebbe ingeneroso mettersi a giocare al tiro a segno della critica, anche se non mancano gli spunti che invitano alla riflessione, come quell’avventurismo del tecnico che impiega Quarta a centrocampo pur avendo un Richardson che quando è entrato è parso in buona forma. Ma tralasciamo, bisogna saper uscire senza far drammi, senza coltivare soverchi  rimpianti, ma provando a guardare a quel poco di bello che la gara d’addio alla Coppa italia ha riservato, ad esempio il ritorno in campo di Gudmundsson, anche se solo per il finale di gara e per calciare, e segnare, il rigore.

La Fiorentina farà bene in tal senso a guardare al campionato che già la chiama in appello domenica col Cagliari. Per allora è ragionevole pensare che la vicenda di Bove e l’esclusione dalla Coppa nazionale saranno state assorbite dal gruppo. Non per fare come  la volpe con l'uva ma adesso che ne siamo fuori possiamo anche dirci che in fondo la Coppa Italia  è una competizione minore. Dirlo prima e’ controproducente, ma adesso non cambia nulla e chissà se sarà proprio con un impegno in meno che sugli altri fronti la squadra non guadagni più energie fisiche e mentali  per centrare l’obiettivo grosso. Ciò che mi tiene in movimento sono i miei obiettivi, diceva il grande pugile Mohamed Alì.