MONTEFUSCO A FV, VI RACCONTO I GIOVANI MONTELLA E DI FRANCESCO. E CACCIA...
Vincenzo Montella ed Eusebio Di Francesco. Amici (grandi amici, a dire il vero) fuori dal campo ma avversari per 90' sabato pomeriggio a Reggio Emilia. Da un lato il tecnico campano, alla sua terza stagione in viola e consacrato come il migliore tra gli allenatori emergenti per il suo gioco spumeggiante, dall'altro l'abruzzese, al timone della squadra rivelazione della A pronto a giocare un brutto scherzetto a quello che, tra pochi mesi, potrebbe essere il suo nuovo club. E per parlare di questi due talenti tra i tecnici italiani, Firenzeviola.it ha contattato Vincenzo Montefusco, che ha allenato i due ai tempi dell'Empoli tra il 1989 ed il 1991, quando l'aeroplanino ed Eusebio vestivano in C1 la maglia azzurra:
Mister, qual è il primo ricordo che ha di Montella e Di Francesco da giocatori?
"Vincenzo era poco più che un ragazzo: faceva la spola tra la Primavera e la prima squadra ma aveva già fatto intravedere tutto il suo talento. Spesso il giovedì, nelle partitelle amichevoli me lo portavo in panchina e lo facevo giocare nei minuti finali, dato che Caccia - che a Firenze conoscete bene - era un po' un lavativo e non si impegnava troppo. Eusebio invece ha sempre avuto grande temperamento e corsa: mi aiutava a fare un certo tipo di gioco anche se tecnicamente non era il massimo. Spesso dopo gli allenamenti rimanevamo io e lui da soli, anche quando era freddissimo, per provare ad affinare le sue qualità".
Si aspettava che Montella e Di Francesco sarebbero diventati due tra i migliori allenatori emergenti?
"Io li ricordo da giovani ed onestamente non avrei mai pronosticato un futuro così importante per loro. Mi è rimasto impresso il fatto che Di Francesco mi chiedesse sempre informazioni sulle mie idee tattiche, dato che era molto curioso. Evidentemente aveva già le stimmate dell'allenatore".
Quali differenze ci sono a suo avviso tra il calcio di Montella e quello di Di Francesco?
"All'apparenza il gioco di Fiorentina e Sassuolo sembra simile ma ci sono delle differenze: Di Francesco risente molto delle lezioni avute da Zeman, per questo si affida sempre ad un 4-3-3 con ritmi decisamente più elevati rispetto alla Fiorentina. Montella infatti ama fare sempre possesso palla ed accelerazioni negli ultimi 30 metri, provando ad imitare il Barcellona dei primi anni di Guardiola".
Pensa che Di Francesco potrebbe essere il giusto erede di Montella nel caso in cui l'aeroplanino salutasse Firenze?
"Mi farebbe piacere perché stimo Eusebio e penso che sia pronto per il salto di qualità: in viola erediterebbe un lavoro importante fatto dal suo amico Vincenzo, che invece vedrei bene nel "mio" Napoli per il dopo-Benitez".