COLBRELLI A RFV, So cosa prova Bove. Eriksen punto di riferimento. Giusto il regolamento rigido italiano

07.12.2024 18:15 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
COLBRELLI A RFV, So cosa prova Bove. Eriksen punto di riferimento. Giusto il regolamento rigido italiano
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L'ex ciclista, vincitore nel 2021 della storica corsa Parigi-Roubaix e del campionato europeo, Sonny Colbrelli è intervenuto ai microfoni di Radio Firenze Viola durante la trasmissione "Viola Weekend" per parlare della situazione di Edoardo Bove partendo dalla sua esperienza personale. Colbrelli infatti fu vittima di malore alla fine di una corsa nel 2022 e, dopo l'installazione di un defibrillatore sottocutaneo, è stato costretto a chiudere anticipatamente la sua carriera sportiva agonistica. Queste le sue dichiarazioni: "Domenica stavo guardando la partita e quando ho visto mi sono fermato un attimo. Ho avuto paura e mi è tornata alla mente la mia esperienza. Ad Edoardo ho scritto su Instagram, lui mi ha risposto e così ci siamo scambiati i numeri. Mi ha chiamato e abbiamo fatto una chiamata in cui abbiamo parlato di come avevo vissuto io la mia esperienza. Gli ho detto che se vuole altri consigli io ci sono perché purtroppo so cosa sta provando".

Come lo ha sentito a livello caratteriale?
"Ha un carattere forte. Quando sei uno sportivo devi avere qualcosa in più da quel punto di vista. Come è successo a me la speranza è l'ultima a morire. Quando ci ho parlato era successo da pochi giorni e c'è sempre un pochino di timore. Il nostro punto di riferimento è stato Eriksen. Mi ha chiamato dandomi la forza di voler continuare. Purtroppo il ciclismo non è il calcio e non ho potuto".

Qual'è la cosa più difficile a livello psicologico?
"Ci sono tanti aspetti psicologici da affrontare. Dobbiamo accettare questa macchinetta nel nostro corpo e non tutti ci riescono. Poi c'è la paura per quello che è successo, che possa tornare. La paura anche di tornare a giocare ma di non essere al 100% con la testa. Ci sono tanti fattori, io ancora, a distanza di 2 anni, mi sto facendo seguire da una mental coach. Per assurdo non senti niente e ti svegli in un letto d'ospedale. Però siamo stati fortunati entrambi perché tanti altri sono morti".

Cosa manca in Italia per avere una cultura sulla salute e la prevenzione?
"Si sente tanto parlare in questi giorni. L'Italia fa bene ad essere rigida su queste cose. Prima ho detto che il ciclismo non è il calcio ma solamente perché se ritorna l'aritmia e si aziona il defibrillatore nel ciclismo c'è il rischio di morire in una volata o in una discesa e di fare male agli altri corridori. Nel calcio se succede cadi a terra. Non va detto niente comunque ai soccorritori, sono stati bravi".

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