CORVINO NON SI DIMETTE, MA ORA STA FRANANDO TUTTO. MONTELLA PEGGIO DI PIOLI. DUBBI SULLA SCELTA FRETTOLOSA. SENZA UNA RIFONDAZIONE VERA, UOMINI NUOVI E GIOCATORI VERI, AVANTI COSÌ SI RISCHIA DAVVERO LA B. ORA BASTA, LA CITTÀ SI MOBILITI
Della serie al peggio non c’è mai fine, ho visto la Fiorentina perdere anche a Empoli. Robe da raccontare ai poster, come diceva un noto cantore di cose viola. Ma la serie B non deve essere una preoccupazione reale, i patemi li lascio a quelli che non capiscono di calcio, ma parlano e guarda caso, sono gli stessi che avevano pronosticato questa Fiorentina in lotta per la Champions. Agitando lo spauracchio della serie B oggi continuano a depistare, a fare del male a tutto il mondo viola. Il problema vero, infatti, non è la salvezza, troppe squadre dietro, alcune con calendario difficile, alla Fiorentina basta un punto e dovesse ancora servire si potrà fare (mal che vada) nell’ultima giornata con il Genoa perché basterà ad entrambe le squadre.
Quello che invece dovrebbe davvero preoccupare far discutere e viene messo in secondo piano per non disturbare il manovratore e gli amici degli amici, è il futuro di questa società e di questa squadra. Questo è il tasto sul quale si dovrebbe battere, incalzare, fare processi, suggerire soluzioni. Invece niente. Preferiscono dare colpa alla squadra. Che colpa hanno questi giocatori? Di essere modesti? L’ho sempre scritto, era evidente. Di essere stati scelti male? Idem. Questa è una squadra costruita senza un’idea di calcio, figurine messe a caso su un album.
Stanno così cadendo anche gli ultimi alibi di una dirigenza che da tre anni sta facendo male calcio, fallimento dopo fallimento ha portato a questo disastro. Per salvarsi hanno dato tutti la colpa a Pioli, Corvino è riuscito a convincere Della Valle che i problemi di questa squadra erano tutti causati dell’allenatore. Non è così e il cambio della panchina l’ha dimostrato. Da Pioli a Montella non è cambiato niente, anzi la situazione è peggiorata forse perché Pioli pur con i suoi limiti, era più bravo a tenere insieme la baracca. Con Montella cinque partite, un solo punto, appena due gol segnati: numeri paurosi. Su Montella tornerò, ma adesso mi domando: a chi dobbiamo dare la colpa adesso? Quali giustificazioni si possono tirare fuori per salvare faccia (difficile) e poltrona? I responsabili di questo disastro dovrebbero pagare e non può bastare solo la testa di Pioli.
I Della Valle speravano che Corvino si dimettesse. Invece davanti a una delle solite bistecche, immortalato dalle telecamere, il direttore generale della Fiorentina è riuscito ancora una volta a convincere il presidente Cognigni che la colpa non è tutta sua, che deve avere un’altra chance per portare a termine il lavoro. Corvino non si dimetterà, sembra perfino disposto ad accettare l’ingerenza di Montella nelle scelte tecniche, ad essere in qualche modo ridimensionato. Una situazione pirandelliana è dire poco. Un manager che fallisce, in tre anni ha speso quasi duecento milioni per una squadra che rischia la B ed è da rifare al cinquanta per cento (e dico poco), non dovrebbe avere futuro. Se resterà al suo posto, se Diego Della Valle non deciderà di sollevarlo dall’incarico per ripartire su basi nuove, vorrà dire che questa proprietà è d’accordo con lui, ha avallato e avalla tutto, va bene questo non calcio, un progetto al ribasso e una situazione tragicomica. Se tengono Corvino e non rilanciano vuol dire che ai Della Valle non frega più nulla della Fiorentina, che hanno intenzione di lasciare questa squadra in un limbo pericolosissimo. In classifica i viola ora sono sotto al Sassuolo, sotto al Cagliari, sotto alla Spal, un onestissimo tredicesimo posto. Una vergogna assoluta.
A proposito, la piccola, modesta Spal è l’ultimo esempio di come si possa far bene calcio, come spesso dico e sottolineo. Basta un buon allenatore che non pensa di avere inventato il pallone, giocatori normali, pochi soldi, ma idee e un progetto serio, un lavoro costante, quotidiano ed è fatta. Nel calcio non servono geni o maghi, a volte bastano la passione e la presenza. Idee chiare e gente che sappia di cosa tratta e non pensi che fare calcio o fare scarpe sia la stessa cosa.
Mi auguro che Diego usi questi giorni difficili per esaminare a fondo la situazione e decida per una profonda rifondazione. Non c’è altra strada.
Basta ragionare d’istinto, fare cose come quella messa in scena con Pioli. Servono programmazione e piani di lavoro.
Ma sono pessimista. Vedo il caos ovunque. E arrivo a Montella. In un mese di lavoro, se possibile, sta facendo peggio di Pioli. Non vedo lucidità, non vedo cose un minimo innovative e neppure programmazione mirata all’anno prossimo. Noto invece grande nervosismo e poca serenità. Come si fa a dire che a Empoli ci sono stati progressi e che la colpa delle sconfitte deriva dalla situazione esterna? Montella ha cominciato a litigare con l’arbitro, il guardalinee e il quarto uomo dal primo minuto e non l’ha smessa mai. E’ il segnale di un allenatore poco sereno, già in difficoltà. Del resto dopo due cocenti esoneri in una stagione sola (un record) prima Milan e poi Siviglia, si poteva pensare anche di trovare un allenatore con tanta roba dentro ancora non risolta. Si vede. Partita dopo partita mi sarei aspettato un Montella lucido, sereno, già in grado di valutare i giocatori e di scegliere quelli giusti per il futuro. Invece, in pratica, gioca la stessa squadra di Pioli con una aggravante: è orfana dell’allenatore al quale era legata.
Se Montella è quello visto in questo mese, mi chiedo se davvero è l’uomo giusto per ripartire. Se gli si può affidare serenamente un piano di lavoro serio e ponderato. Un rilancio vero. Ho la brutta sensazione che la sua scelta sia venuta dalla pancia dei Della Valle, da una reazione istintiva alle dimissioni di Pioli. E lui, Montella, abbia accettato al volo un’occasione irripetibile, ma senza garanzie. Forse serviva una maggiore riflessione da entrambe le parti.
Ma questa è la Fiorentina di oggi, in pieno caos dirigenziale e tecnico. Al punto che nel dopo gara di Empoli tutti i dirigenti sono andati via dal campo e dalla panchina, un fuggi fuggi, che ha lasciato alcuni giocatori da soli in campo a litigare con l’arbitro. Così Veretout è stato espulso. E’ un dettaglio, ma da l’idea di una disorganizzazione ormai totale che mi ha fatto tornare in mente i pugni di Rossi a Ljaijc: sette anni dopo siamo un’altra volta al cumulo di macerie. Per non parlare dell’assenza costante dei Della Valle, di Cognigni e di Corvino. Anche a Empoli c’erano soltanto Salica, un dirigente jolly e Antognoni che non può andare oltre la rappresentanza.
E’ chiaro che avanti così non è possibile andare. La pregiata ditta "Co and Co", Cognigni-Corvino, forse inconsciamente o forse no, sta disperatamente cercando di mettere in pratica una di quelle cose dette qualche tempo fa da Andrea Della Valle durante una contestazione della curva, del tipo "se non la smettono li riportiamo a Gubbio". Ecco, questo retro pensiero va stroncato sul nascere, la Fiorentina non è solo dei Della Valle, ma di una città e di una tifoseria appassionata.
Ieri, a proposito, per ribadirlo è sceso in campo anche il sindaco: comincio a sentirmi meno solo. Fino a un paio di settimane fa ero solo a denunciare una situazione allucinante, il non-calcio messo in campo da mesi e mesi nel silenzio e nell’accondiscendenza generale. Era chiaro che la Fiorentina fosse una macchina senza pilota lanciata a cento all’ora contro un muro. Ora arrivano tutti. E attenzione, se avevo visto io e denunciato una serie di decisioni e programmazioni sbagliate, visto il mio quoziente intellettivo, non serviva un genio per capirlo. Vuol dire che altri hanno fatto finta di non vedere quello che ho visto io, credendo al famoso asino che vola o a chi diceva "Cristoforo è il nuovo Marchisio" o "Se non conoscete Maxi Oliveira sono problemi vostri". Infatti…
Ora, però, i discorsi, le promesse, i comunicati, i finti vertici e le conferenze stampa fantasma vanno rimandati al mittente. E’ l’ora che qualcuno ci metta la faccia, i Della Valle non possono più nascondersi dietro all’allenatore o al Corvino di turno, il fallimento è soprattutto loro e la città ha diritto di sapere cosa ne sarà della sua squadra e della sua Fiorentina.