A CACCIA DI PROGRAMMI E STRATEGIE
Per una settimana Firenze si riavvicina alla Fiorentina, i media nazionali si ricordano della squadra viola e tutti si sentono in dovere di fare commenti su ciò che sta succedendo a casa Della Valle. La sfida contro la Juventus continua ad essere la gara più sentita e questo, fatemelo dire, non è proprio un bel segnale. Vuol dire che il campionato è stato vissuto nell’anonimato con zero o quasi emozioni. Pensare che la sfida contro i bianconeri possa cancellare gli errori e le delusioni patite fino ad oggi sarebbe un grave errore. Trattasi del cosiddetto “brodino” che può alleviare momentaneamente le sofferenze ma che non cura la malattia. E’ bello pensare ad un Artemio Franchi trepidante e speranzoso, è bello immaginare Andrea Della Valle in balaustra con i pugni alzati ma poi cosa succederà? I giorni passano e non ci sono notizie né sul futuro del direttore sportivo né sui progetti per la prossima stagione. L’unica cosa che interessa è il presente. E infatti alcuni dirigenti si sono immediatamente esposti per chiedere un’equità di trattamento che a questo punto della stagione suona male. Il fatto che la Juventus abbia passato gli ultimi due mesi a lamentarsi degli arbitri non giustifica certe dichiarazioni. Se la Fiorentina ha paura di essere maltrattata dai fischietti deve dirlo ogni settimana, non soltanto adesso perché è un argomento “popolare”. E’ chiaro ed evidente che i tifosi viola si aspettano di combattere ad armi pari, ma se lo aspettano anche quando a Firenze arriva l’Atalanta o il Lecce. Serve un briciolo di coerenza. L’attaccamento ai colori viola deve essere costante, non soltanto quando i riflettori sono accesi. Sabato ci aspettiamo un salto di qualità e tanto tanto orgoglio. Soprattutto da parte di quei giocatori che per interessi personali si sono dimenticati la cosa principale: il loro è un calcio professionistico.
Laura Bandinelli
giornalista de La Stampa