SERIE A, Rivelazioni sui conti di Milan, Inter e Juve
Fare i conti in tasca agli altri non è mai bello. Pensate se ci fosse qualcuno in grado di poter entrare nel vostro conto corrente e controllare tutte le vostre entrate ed uscite. Altro che occhio del grande fratello! Il discorso cambia, però, se i conti in tasca vengono fatti a società pubbliche o sportive. I libri contabili dell’Alitalia sono diventati il passatempo preferito dei nostri politici e il bilancio di Milan, Inter e Juventus diventeranno, per i prossimi minuti, il nostro passatempo.
MILAN I tifosi rossoneri sono “infuriati” perchè a Via Turati, da qualche stagione, hanno il “braccino corto”: non è così perché, infatti, le leggende metropolitane non trovano riscontri nei numeri. Negli ultimi dieci anni (dal 1998 al 2008) il Milan ha chiuso solo due stagioni in attivo. Attenzione, consideriamo solo il rapporto tra i soldi spesi e incassati dagli acquisti e dalle cessioni dei calciatori: sponsor, incassi al botteghino, premi Champions qui non trovano spazio. Galliani e Braida hanno chiuso con il segno + il mercato del 1998-99 e del 2006-2007. Nel primo caso furono spesi 17 milioni e 550 mila euro (era ancora l’epoca della lira) ma entrarono 30 milioni e 325 mila euro dalle cessioni di Patrick Kluivert al Barcellona (20 mln) e Marcel Desailly al Chelsea (circa 6 mln e mezzo). Fu lo stesso anno in cui al Milan arrivarono Bierhoff dall’Udinese (12mln e 500 mila) e i portieri Lehmann dallo Schalke 04 (4,3 mln) e Abbiati dal Monza (750.000): in Via Turati chiusero con un attivo di 12 milioni e 775.000 euro. Qualcosa in più entrò a fine sessione estiva del mercato 2006-07. Il Milan chiuse con un bilancio positivo di 13 milioni e 500 mila euro grazie soprattutto ai 46 milioni incassati dal Chelsea per la cessione di Sheva. Di quei soldi una parte furono investiti (male) con gli acquisti di Oliveira dal Betis Siviglia per 15 mln e di Gourcuff dal Rennes per 4 milioni e mezzo. Un altro tesoretto fu “consumato”, invece, a gennaio per portare a Milanello, dalla Lazio, Oddo (7 mln e 750 mila euro), dal Real Madrid, Ronaldo (costato la stessa cifra di Oddo), dal Racing Avellaneda, Grimi (2 mln e mezzo) e dal Messina, Storari (850.000). Negli altri anni il Milan ha sempre chiuso il mercato in perdita: nel 2002-03: - 25.200.000 ( l’acquisto più costoso fu quello di Alessandro Nesta dalla Lazio per 30 mln e 500 mila, la cessione più fruttuosa quella di Javi Moreno all’Atletico Madrid per 13 milioni). Spese folli l’anno prima, - 146.815.000: Rui Costa, Pirlo e Inzaghi al Milan sono costati 99 milioni e 500 mila euro. Nell’ultimo mercato il Presidente Berlusconi ha investito 20 milioni per Pato e 5 per Emerson, ne ha incassati 4,5 dal Celtic per Donati, 2 dal Saragozza per Oliveira e 500.000 dall’Atletico Madrid per Abbiati.
INTER E' ormai risaputo che il Presidente Massimo Moratti negli anni della sua gestione ha speso tanti/tantissimi soldi per allestire una grande squadra ma il dato che emerge è davvero impressionante. Negli ultimi 10 anni l’Inter ha speso 439 milioni e 780 mila euro, chiudendo solo un mercato in attivo (2004-05 + 2.820.000).
La stagione, compresa la sessione invernale, più costosa fu tra il giugno del 1999 e il gennaio del 2000. In Via Durini spesero 111 milioni di euro e ne entrarono 6 milioni e 300 mila, per un bilancio pari a -104.700.000. Il maggiore investimento? Bobo Vieri dalla Lazio per 45 mln. Con lui Cordoba dal San Lorenzo per 16 mln, Mutu dalla Dinamo Bucarest per 6 mln, Panucci dal Real per 9 mln e Peruzzi dalla Juventus per 19 mln. Tanti sacrifici il Presidente Moratti fece anche nel mercato successivo 2000-2001 per portare in nerazzurro Seedorf, Farinòs e Sukur. Nel 2001-2002, invece, furono spesi 109 milioni e 500 mila euro, per incassarne 17 milioni e 700 mila. L’acquisto più costoso fu Francesco Toldo dalla Fiorentina per 26 mln e mezzo, la cessione più produttiva (che Moratti ancora maledice) Andrea Pirlo al Milan per poco più di 17 mln.
JUVE Discorso differente per la Juventus, anche se per i bianconeri va considerato l’anno zero dove fu “costretta” prima ad abbattere, estate 2006, e poi a ricostruire, estate 2007, con ingegneri e architetti diversi. Dopo calciopoli la nuova società affidata a Giovanni Cobolli Gigli incassò 75 milioni e 50 mila euro dalle cessioni di Mutu alla Fiorentina (8 mln), Cannavaro ed Emerson al Real Madrid (11,5 + 11,5 mln), Zambrotta e Thuram al Barça (14 + 5 mln), Vieira e Ibra all’Inter (9,5 + 24,8 mln). A Torino arrivarono, in pochi mesi, bonifici per un totale di 84 milioni e 300 mila, ne furono reinvestiti 9 milioni e 250 mila per acquistare Criscito e Boumsong. La Juventus chiuse in attivo anche tutte le sessioni di mercato dal 1995 al 1998: la famiglia Agnelli incassò 34 milioni e 825.000 euro dalle cessioni di Moller, Sousa e Kohler al Borussia Dortmund, Ravanelli al Boro, Vieri all’Atletico Madrid e Jugovic alla Lazio. I maggiori investimenti i bianconeri li hanno fatti tra la fine e l’inizio del terzo millennio con gli arrivi di Henry dal Monaco per 12 mln e 500 mila, Kovacevic dal Real Sociedad per 17 mln, Zambrotta dal Bari per 8 mln e Trezeguet dal Monaco per 22 mln. Tra il 2002 e il 2006 nasce la Juve dei miracoli. La triade spende 104 milioni e 290 mila: a Torino per la stagione 2001-02 arrivano Thuram e Buffon dal Parma pagati rispettivamente 36 milioni e mezzo il francese e poco più di 54 mln il portiere azzurro. Nello stesso anno si presentano Nedved e Salas dalla Lazio (41,2 + 25 mln), Miccoli dalla Ternana (2,3 mln). Nel 2002-2003 la Juve spende 26 milioni per Di Vaio del Parma e 5 milioni per Camoranesi del Verona. Nel 2004-2005 ecco il Puma Emerson dalla Roma che costa ai bianconeri 28 milioni, 12 in più di Zlatan Ibrahimovic dall’Ajax pagato la modica cifra di 16 milioni (vero colpo dell’era Moggi).
Il resto è storia dei giorni nostri: la dimostrazione che nel calcio non vince chi ha più soldi ma chi li gestisce meglio.