TRE INDIZI FANNO UN PORTIERE. GRAZIE SAN PIETRO MA ORA È TEMPO DI SALIRE DI LIVELLO. CASTROVILLI-FIORENTINA: IL RINNOVO CONVIENE A ENTRAMBI, ANCHE PER UN SENSO DI RICONOSCENZA. STADIO, ORA SIA FATTA CHIAREZZA

30.06.2023 12:12 di  Andrea Giannattasio  Twitter:    vedi letture
TRE INDIZI FANNO UN PORTIERE. GRAZIE SAN PIETRO MA ORA È TEMPO DI SALIRE DI LIVELLO. CASTROVILLI-FIORENTINA: IL RINNOVO CONVIENE A ENTRAMBI, ANCHE PER UN SENSO DI RICONOSCENZA. STADIO, ORA SIA FATTA CHIAREZZA

Priorità al portiere. Sul mercato la linea tracciata dalla Fiorentina, nonostante questa fase di caos calmo, ormai è tracciata e l’obiettivo dell’area tecnica è quello di garantire a Vincenzo Italiano in tempo per l’inizio del ritiro estivo al Viola Park un nuovo estremo difensore che possa fin da subito entrare in competizione con Pietro Terracciano. Prendendone poi il posto. L’identikit del nuovo numero uno del resto è già chiaro da tempo: straniero, maturo (non un giovanissimo, per intendersi) ed esperto a livello internazionale. E, come al solito, dal costo ragionevole. Tanti indizi che - all’interno di un ventaglio molto ricco di nomi che i viola stanno vagliando - riducono il campo ad un numero sempre più ristretto di elementi dove figurano (anche se non ai primi posti) anche Timo Horn e Dominik Livakovic. Il primo, che dalle 23:59 di oggi potrà ritenersi svincolato dal Colonia, piace per la sua storia di leader e bandiera nel club tedesco - dove ha passato oltre venti anni - mentre il secondo, che è stato suggerito ai viola dal procuratore, porterebbe con sé lo status dell’uomo perfetto per carisma e storia a livello europeo (oltre ad essere il titolare della Nazionale croata, può vantare anche 70 presenze nei tornei Uefa).

Il concetto di fondo, come già accennato, non cambierà. Qualsiasi estremo difensore arriverà dal mercato verrà insignito (se riuscirà ovviamente a guadagnarsi sul campo i gradi) di titolare indiscusso per la prossima stagione. Nessuno, né a Firenze né tanto meno in società, ha voglia di prendersela con Terracciano, di cui tutti ricordano la straordinaria parata alla Zoff all’ultimo minuto di Twente-Fiorentina che ha consegnato ai viola il pass per la fase a gironi della Conference League. Eppure, se come pare chiaro la volontà della società è quella di alzare il livello complessivo della rosa, è inevitabile che il primo ruolo dove mettere (seriamente) le mani sia quello del portiere. Basterebbe un dato per certificare quanto sarebbe importante  fare un salto di qualità tra i pali: nell’ultimo campionato sono stati in tutto 346 i tiri subiti dalla squadra di Italiano, che tuttavia è risultata essere la settima difesa di tutto il torneo con 43 gol incassati, al pari del Milan (dato in netto miglioramento rispetto al 2021/22, dove le reti al passivo erano state in tutto 51).

Un aspetto che se da un lato evidenzia la bontà del lavoro del pacchetto difensivo (subire pochi tiri in porta testimonia quanto impegno lo staff tecnico abbia messo nella cura della fase di non possesso), dall'altro conferma come l'apporto arrivato da Terracciano (e in rari casi anche da Sirigu e Cerofolini) non sia stato in più di una circostanza all'altezza. A corroborare questa sensazione arrivano altre due statistiche, ovvero quella relativa alla differenza tra i punti portati e persi tra tutti i portieri della Serie A (saldo dove “San Pietro” è ultimo, con addirittura un dato negativo pari a -3) e la percentuale legata alle partite positive sul totale (che conferma come, con il 72%, il numero 1 viola sia stato tra i portieri più negativi di tutto il campionato). Non sarà solo una questione di numeri il calcio, ma se non altro ogni tanto aiutano a vederci più chiaro. 

Lo stesso - a livello di chiarezza - non si può dire del futuro di Gaetano Castrovilli, sul quale il dg Barone (intervenuto mercoledì sera da Montecatini, nell’ambito del Trofeo Maestrelli, a 30° minuto su Italia 7) ha fatto capire che esiste un discreto divario tra domanda e offerta a livello di ingaggio per arrivare al rinnovo di contratto del numero 10 viola, in scadenza nel 2024: “Stiamo dialogando ma a proposito dello stipendio noi abbiamo un'opinione mentre l'agente del ragazzo ne ha un'altra”. Lavorando attorno a questa frase sibillina si è capito che i dialoghi tra le parti vanno avanti sereni ma parti - come detto - non sono per nulla vicine (balla circa mezzo milione di euro di differenza). Riuscire a chiudere il discorso rinnovo in tempi utili - magari prima dell’inizio del nuovo campionato - sarebbe importante sia per la Fiorentina (che dopo alcune partenze illustri negli anni passati avrebbe bisogno di legarsi a una figura simbolo, che oltretutto indossa sulla schiena un numero poco banale in riva all'Arno) sia per “Castro” stesso, che dopo un anno sulle montagne russe (e un lento recupero in cui lo staff medico viola gli è sempre stato accanto) può decidere di legarsi sempre più a Firenze. Mostrando, magari, un po' di riconoscenza, valore nel calcio sempre più raro.

Chiusura doverosa sulla vicenda legata allo stadio. Nessuno di noi oggi vorrebbe essere né nei panni di Dario Nardella - che tanto si è speso per questo progetto - né in quelli di Rocco Commisso, che ha definito non più tardi di due mesi fa il sogno di realizzare un impianto nuovo a Firenze "il più grande fallimento della mia vita". La vicenda, dopo decine di intoppi, ha toccato con il bando andato deserto dopo sei mesi d'attesa forse il punto più paradossale di un iter costellato da incertezze. Fa più che bene, dunque, il dg Barone a pretendere chiarezza e una sinergia comune per portare a termine questo progetto. E' la stessa che il Comune deve a Firenze e ai fiorentini.