SI ATTENDONO RISPOSTE CONCRETE DALLA SQUADRA E DA IACHINI. OBIETTIVO: EVITARE LA MEDIOCRITÀ, PERIODO DELICATO FINO ALLA SOSTA. CALLEJON AVRÀ SPAZIO

24.10.2020 00:00 di  Mario Tenerani   vedi letture
SI ATTENDONO RISPOSTE CONCRETE DALLA SQUADRA E DA IACHINI. OBIETTIVO: EVITARE LA MEDIOCRITÀ, PERIODO DELICATO FINO ALLA SOSTA. CALLEJON AVRÀ SPAZIO
FirenzeViola.it

Una settimana da temperamenti forti, da Fiorentina: quante ne ha passate così nella sua storia e chissà quante ne dovrà trascorrere ancora… Sul parallelo dell’Arno ci abbiamo fatto l’abitudine. La speranza è voltar pagina, ma troppo spesso ci ritroviamo ad autunno, con l’olio nuovo e l’approssimarsi delle castagne, ad immaginare già la stagione ventura. Auguriamoci che questa stagione non sia come tante, una identica all’altra, costellate da sogni estivi e incubi invernali. Bisogna mettersi di traverso, invertire la tendenza, chiamare ognuno a seconda del ruolo, ad un’assunzione di necessaria responsabilità. E’ troppo presto per i titoli di coda, troppo tardi per rimediare al mercato. Si deve fare con quello che la casa presenta e va fatto al meglio, guai ad abbassare la guardia. 

Seguendo un elementare ragionamento di calcio non si comprende perché un presidente, Rocco nel caso di specie, avrebbe dovuto rinnegare una scelta, la propria s’intende, fabbricata appena due mesi fa. Non si caccia un allenatore dopo quattro partite con un punto a gara. Se ad agosto Iachini è stato confermato, era perché c’era una pianificazione tecnica, quantomeno a scadenza annuale. In caso contrario non si tratterebbe di pallone, ma di folclore. La decisone di Rocco Commisso, dunque, non può stupire chi abbia una benché minima dimestichezza con questo gioco. 

Diverso, invece, è dire che Iachini è finito sotto la lente di ingrandimento e che il suo lavoro sarà passato al microcospio, con le opportune conclusioni da trarre. Fino al licenziamento se il quadro generale dovesse precipitare: ipotesi da scartare perché altrimenti la Fiorentina si ritroverebbe nella stessa identica situazione degli ultimi due campionati. E chiunque voglia bene alla Fiorentina non può desiderare che salti l’allenatore per sostituirlo. Un cambio di tecnico in corso è sempre, sia chiaro, la proclamazione del fallimento stagionale, dal patron all’ultimo dei dirigenti operativi. 

Iachini ha quattro gare per rimettere la barra al centro: Udinese, Padova (Coppa Italia), Roma e Parma (queste in trasferta) per raccogliere punti e prestazioni, anche le seconde rivestono la loro importanza. Se ciò non avvenisse la sosta per le nazionali potrebbe diventare il detonatore della crisi. Il periodo è delicato. 

Rocco Commisso ha ufficializzato la fiducia a Iachini per mandare un segnale all’ambiente e alla squadra. Ha fatto bene perché il silenzio stava diventando imbarazzante e soprattutto produceva una quantità di indiscrezioni legate alla panchina viola: da Sarri a Spalletti, passando da Mazzarri e D’Aversa, per finire a Prandelli e Semplici. Non è un mistero che la società viola si guardi attorno, anche questo non può destare meraviglia, ma è altrettanto vero che spera di arrivare con Iachini a fine percorso. Primo perché equivarrebbe ad un buon risultato stagionale, secondo perché potrebbe programmare al meglio il post Beppe. 

Segnale, appunto, ai giocatori. Commisso ha fatto il presidente. La squadra deve comprendere che prestazioni come quelle di Cesena non saranno più tollerate. Il problema non è giocare male, ma è non giocare. Dopo 4 minuti la Fiorentina ha ritenuta chiusa la pratica fabbricando un errore strategico di presunzione. Tanto che nel finale ha rischiato pure di perdere quella sfida. 

I giocatori domani con l’Udinese sono chiamati a fornire una risposta più che convincente. Per dimostrare che le voci di una fronda contro Iachini sono infondate (e noi pensiamo che lo siano) e che il gruppo sta con il proprio tecnico perché sta con la Fiorentina. Il sillogismo è banale visto che siamo di fronte a professionisti stimati e ben remunerati. I viola allora dovranno scendere in campo con atteggiamento opposto rispetto a domenica scorsa a Cesena. 

Anche Iachini dovrà dare di più. Primo perché ha incassato una fiducia robusta dal presidente, secondo perché è lui il responsabile tecnico della squadra. Iachini ha fatto un ottimo lavoro fino ad oggi che però non è bastato: può darsi che ci sia qualcosa da cambiare. Il modulo? Uno o più giocatori? Coraggio, si muova. Anche per Beppe è il momento delle scelte. Nessuno potrà accusarlo di non essere un grande lavoratore e soprattutto un uomo equo: ha per tutti la stessa parola, sparata in faccia e quindi meritevole di rispetto. Ma se qualcuno è sotto rendimento, si accomodi a sedere per lasciare il posto a chi sta meglio, possibilmente senza esibire mal di pancia fastidiosi: in particolare per i tifosi che non ne possono più di campionati mediocri e stagioni pessime. L’obiettivo, infatti, è scansare la mediocrità. 

Tra oggi e domani Iachini scioglierà gli ultimi dubbi della formazione: Callejon è ancora un po’ indietro con la preparazione, ma è un brevilineo leggero e una parte di gara ce l’ha già nelle gambe. Lo spagnolo avrà più spazio dopo Cesena, probabilmente partirà dal primo minuto. Così come a centrocampo Pulgar cerca posto come regista: il suo ingresso nel pacchetto dei titolari porterebbe ad un sacrificio eccellente in mediana, forse Castrovilli. L’Udinese ha solo 3 punti, ma gioca un buon calcio. Il pericolo per i viola esiste, ecco perché è il momento delle scelte. Anche dolorose.