PRANDELLI, UNA LEZIONE DI VITA. IACHINI È IL SOLITO COMBATTENTE: RIPARTE DAL 3-5-2 PER LA SALVEZZA. ROCCO INCASSA LA PRIMA VITTORIA: GRAN COLPO IN USA E DAZN IN ITALIA
Doveva essere la settimana della sosta, deputata alla riflessione e alla concentrazione, prima di cominciare la volata salvezza. Con la Fiorentina che sul piano del gioco aveva lanciato timidi segnali di miglioramento, arrivando addirittura a segnare 9 gol in 3 gare. Invece è arrivato lo tsunami Prandelli.
Abbiamo già letto e ascoltato tutto. Una vicenda che ha guadagnato la ribalta mediatica nazionale per la sua delicatezza e la sua profondità. Ora Cesare ha diritto ad un periodo di oblio, per depurarsi delle tossine che lo hanno frenato in questo difficile percorso e per ritrovare se stesso. Firenze ha capito tutto perché lo conosce bene, come uomo di valore e di valori.
Oltre che come validissimo allenatore. La scelta di Prandelli è pregna di coraggio e verità. Si è mostrato diafano di fronte al mondo. Non ha avuto la pavidità dei doppi sensi, la scaltrezza del sotterfugio, il doppiogiochismo del dire e non dire. La sua lettera di commiato è stato un esempio di trasparenza, merce rara nel calcio. Una lezione di vita. Dobbiamo amare chi ama Firenze e la Fiorentina. Dobbiamo riconoscere, in mezzo alla folla, chi ha un cuore così grande anche se i risultati scarseggiano. Tutti devono essere giudicati nello stesso modo, ma nei confronti di chi ha messo il viola davanti a se stesso e al resto, dobbiamo essere più indulgenti. Cesare si è addossato tutta la responsabilità, fedele a se stesso e alla linea che porta avanti da sempre. Basti ricordare le dimissioni al Mondiale 2104, in Brasile, pochi minuti dopo la cocente eliminazione nel girone. La sua faccia è abituata al vento, Cesare l’ha esposta spesso. Altra rarità del pianeta pallonaro.
Lasciamolo in pace, nella quiete dei suoi ulivi e diciamogli grazie. Non era obbligato ad accettare l’offerta viola nel novembre scorso, infatti tanti non avrebbero mai accettato il ruolo di traghettatore. Naturalmente ci riferiamo ad allenatori del suo calibro. Invece si è lanciato senza indugi nell’avventura perché per lui Firenze e la Fiorentina rappresentano il punto di arrivo di una vita e non una stazione di transito o peggio ancora l’Amerigo Vespucci, come accaduto per qualche altro tecnico. Un gesto d’amore quello di Cesare, pagato a caro prezzo. Quando il corpo gli ha inviato segnali inequivocabili di stress, ha dovuto smettere. Questa è la verità, questi i fatti. Il resto appartiene alla sfera delle ricostruzioni degne dei migliori o peggiori retroscena della storia italiana. E non diciamo che lo stress colpisce solo le categorie più umili, dedite a lavori usuranti. L’ansia e le crisi di panico colpiscono trasversalmente tutti, non guardano la denuncia dei redditi né la celebrità. Forza Cesare, quando avrai riacciuffato la serenità che ti ha sempre contraddistinto, non mollare il calcio: ci sono tanti ruoli che puoi svolgere, anche più importanti della guida di una squadra modesta in lotta per la salvezza. Prandelli è portatore sano di un immenso patrimonio calcistico, sarebbe un delitto disperderlo e non trasferirlo alle nuove generazioni. L’accesso al sapere è un diritto, insegnarlo un dovere.
E’ tornato Beppe Iachini, un altro che col viola ha un rapporto originale, nel senso di speciale, unico. Anche lui avrebbe potuto declinare con cortesia la proposta dei dirigenti viola. In fin dei conti gli restavano solo 3 mesi di contratto, il conto in banca non ne avrebbe risentito se lui avesse rescisso. Invece ha preferito dire di sì assumendosi una grande responsabilità perché in ballo c’erano la sua Fiorentina e il presidente Commisso, con il quale è riuscito un anno fa ad instaurare un bellissimo rapporto. Rocco lo aveva voluto confermare e non lo avrebbe mai mandato via in autunno. Ma la storia è nota e adesso è inutile tornarci sopra. Beppe è tornato da solito combattente, uno che non molla mai. Aveva cominciato la stagione, dovrà soltanto riannodare i fili. Non stravolgerà la Fiorentina perché non l’aveva stravolta Prandelli.
Se parliamo di modulo, 3-5-2, e di calciatori, dobbiamo essere onesti: tutta questa discontinuità tra Beppe e Cesare non l’abbiamo notata. L’unico vero elemento di differenza è stato l’utilizzo di Vlahovic e la valorizzazione del serbo. Mettiamoci dentro anche Eysseric, ma poi più o meno tutto è rimasto uguale. Callejon giocava poco con Iachini e lo stesso è stato con Prandelli. Amrabat è stato impiegato sempre da Iachini e pure da Prandelli, a parte l’ultima gara e in quella precedente era squalificato. Biraghi ha giocato sempre con Iachini e anche con Prandelli, a parte le ultime due partite e in precedenza aveva avuto anche un problema fisico. Pure in questo caso non sembra di trovare una forte discontinuità. Non risultano assenti da mesi Amrabat e Biraghi… Forse il tema è un un altro: Amrabat, Biraghi e tutti gli altri si dovranno dare molto da fare perché la salvezza sarà tutt’altro che scontata. Speriamo che questo sia chiaro a tutti.
Iachini ricomincerà dal 3-5-2 perché il tecnico marchigiano è sempre stato convinto che questa difesa fosse più adatta per i tre centrali piuttosto che per i due inseriti nei quattro della linea. Quarta come caratteristiche pare il giocatore ideale di Iachini: compatto, aggressivo, veloce. In mezzo Pulgar sta meglio e dovrebbe continuare a fare il regista con Amrabat su un fianco e sull’altro uno tra Castrovilli e Bonaventura. A destra corrono Malcuit, più offensivo, e Caceres più difensivo. Di rincorsa c’è Venuti che con Prandelli non ha fatto male. A sinistra Biraghi, in avanti Ribery e Vlahovic. Iachini ritrova il serbo migliorato e scatenato sotto porta. Queste considerazioni andranno vagliate dopo il ritorno dei nazionali. Beppe dovrà verificare le loro condizioni perché per adesso non li ha sotto osservazione. Se la Fiorentina che va in campo è al centro di una stagione più che mediocre e alle prese con problemi di salvezza, la proprietà incassa due vittorie significative sul terreno della politica sportiva e delle relazioni.
La prima porta diretta negli Usa dove per l’opera di Rocco Commisso - è stato l’ad della Lega Calcio De Siervo ad esprimere ringraziamenti ufficiali - sono stati venduti i diritti televisivi del pallone italiano. Un’iniezione economica che in periodi di vacche magre come questo assume una veste ancora più rilevante. Ci ricordiamo nei primi giorni dell’era Commisso a Firenze, la proposta che il patron di Mediacom aveva fatto al calcio italiano: aprire uno sportello della Lega a New York per reperire risorse economiche in un territorio ricco e ancora da esplorare in profondità. Al di là dei complimenti a Rocco per l’idea, niente si era mosso, in perfetto stile italiano. Dopo quasi due anni, invece, l’azione di Commisso è stata premiata con un guadagno per tutti e una nuova luce politica per la Fiorentina. Speriamo sia l’inizio di un nuovo corso dopo le delusioni patite in Lega dal club viola che non è riuscito a far eleggere un proprio rappresentante nel consiglio.
Il secondo trionfo di Rocco Commisso si è realizzato con l’assegnazione dei diritti tv del campionato, per il prossimo triennio, alla piattaforma streaming Dazn. C’è stata una battaglia aspra nella Confindustria del pallone tra due cartelli che si fronteggiavano. La Fiorentina ha sposato da subito l’opzione Dazn e alla fine ha avuto ragione. Altre società, prima oppositrici, si sono allineate e alla fine con soli 4 voti contrari la mozione è passata. Considerando il frangente di grande difficoltà che sta attraversando la Fiorentina di Commisso, aver piazzato due colpi così importanti nel giro di poche ore, è certamente un segnale significativo. Ci auguriamo propedeutico ad altri successi, magari in campo, dove se ne avverte un forte bisogno.