LA VERGOGNA SOCIAL PIOVUTA SU BERNARDESCHI. GLI ERRORI DELLO JUVENTINO NON GIUSTIFICANO NESSUNO DEI GRAVI INSULTI. FIRENZE HA BEN ALTRI MEZZI PER RISPONDERE

Nato il 5.5.85 a Firenze, è caporedattore della testata Tuttomercatoweb.com e voce di TMW Radio. Già speaker di Radio Sportiva e Lady Radio, è stato firma de Il Messaggero e La Nazione.
06.10.2017 00:01 di  Marco Conterio  Twitter:    vedi letture
LA VERGOGNA SOCIAL PIOVUTA SU BERNARDESCHI. GLI ERRORI DELLO JUVENTINO NON GIUSTIFICANO NESSUNO DEI GRAVI INSULTI. FIRENZE HA BEN ALTRI MEZZI PER RISPONDERE
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Quel che è accaduto negli ultimi giorni nei confronti di Federico Bernardeschi racconta molto della deriva della società in cui viviamo. Di quella virtuale, dove si 'combatte con lo scudo dello schermo, le armi da tastiera', giusto per fare una citazione forse poco raffinata ma certamente appropriata. Federico Bernardeschi ha sbagliato i modi dell'addio, perché la sostanza già la conoscevamo. Voleva la Juventus, aspettava quella chiamata. Del suo concittadino Gianluigi Buffon, della squadra più forte d'Italia, del club che gli avrebbe permesso e gli permetterà di calcare i campi più importanti del globo. I certificati, le sciarpe rifiutate, la seconda pelle su cui poi mettere una maglia bianconera, sono stati errori che agli occhi del fiorentino difficilmente sono e saranno perdonati. Però la vita è fatta di limiti, di linee da non travalicare. Se lo sfottò si trasforma in minaccia, se lo sberleffo diventa malaugurio, allora si perde quel che di buono c'è nell'essenza del tifoso e pure di quello fiorentino. Che è ironico per antonomasia. Firenze è il Genio, storicamente. Firenze è un sorriso beffardo, è la c che si aspira e che toglie il fiato a chi provava a pensare una risposta. Firenze non è quel che a Bernardeschi, su Bernardeschi, è stato scritto.

Federico Bernardeschi non è neppure Roberto Baggio ma di questo non è giusto che gli venga fatta una colpa. E' così, punto e basta. Ha sbagliato a giurare amore, a far immaginare Firenze tatuata sul suo cuore, per poi voltarle le spalle e coprirla con la maglia più avversa alla città. Però è pure il calcio moderno e, in questo pallone, la sua volontà eventuale e possibile di calciare un rigore contro la Fiorentina dimostra la personalità di questo ragazzo. No, a lui mai sarà lanciata una sciarpa dalle tribune, avrà forse l'accoglienza che un tempo venne riservata a Nicola Berti, ma andare su quel dischetto vorrebbe dire non prendersi una rivincita ma dimostrare rispetto a una squadra che gli ha dato tanto e che, magari, potrebbe non scordare così a cuor leggero. Però il succo della questione è che se Bernardeschi ha vizi e virtù, il suo carattere e i suoi errori, nulla giustifica la pioggia di vergogne cadute sul 33 bianconero in questi giorni sui social network.

Riprendo un passaggio del collega Matteo Grandi, in un'interessante intervista rilasciata a Firenzeviola.it in occasione del Festival del Calcio a Firenze dove ha presentato il suo libro, Far Web. "Abbiamo il dovere di contrastare queste forme di violenza verbale. I calciatori hanno le spalle larghe, ma sono comunque essere umani ed a qualunque essere umano l'odio gratuito e l'augurio di morte ad un familiare fa comunque male, e non c'è nessuna spalla larga che tenga". E' la verità. Non si dimentichi, mai, che il calciatore è ragazzo. E' uomo, è forse marito, magari padre, sicuramente figlio. Vive in un mondo dorato, idolatrato, ma non per questo dev'essere consentito riversargli addosso improperi e frustrazioni. Federico Bernardeschi, con Firenze, ha sbagliato. Che risponda, la città più bella del mondo, con la sua solita ironia. O con una beffarda indifferenza.