LA SFIDA CON LO SPEZIA VALE TANTO: ITALIANO CONTRO IL SUO PASSATO, I VIOLA PER UN RISCATTO IMMEDIATO. VLAHOVIC: PIÙ ESTERO CHE ITALIA. CACCIA AI SOSTITUTI DEL SERBO
Valgono tutte le partite, ci mancherebbe. Sono punti, non coriandoli. Però, insomma, ci sono sfide che risultano più strategiche di altre anche per quello che accadrà in seguito. La Fiorentina trova lo Spezia di Thiago Motta prima di Juventus (fuori) e Milan (al Franchi), con in mezzo la sosta (l’ultima prima di Natale). La gara con i liguri giunge a ridosso della sconfitta dell’Olimpico che ci poteva stare, per carità, anche se per come è maturata, un pari alla fine sarebbe stato più equo rispetto allo sviluppo di una gara da zero a zero scritto in cielo. Ma la differenza, in quelle partite inchiodate su un equilibrio noioso, la fanno i grandi calciatori, protagonisti dei singoli episodi. E Pedro è giocatore vero. La sfida con lo Spezia vale tanto, dunque, per la Fiorentina. Può essere declinata in diverse modalità.
Intanto Italiano che ritrova il suo passato, abbastanza recente. Un distacco traumatico dalla città che lo aveva eletto ad eroe dopo una promozione inaspettata e una salvezza da primato perché a parte lui e la squadra non ci credeva quasi nessuno. Firenze lo ha ammaliato mentre bruciava nella rottura con Gattuso e lo Spezia non voleva mollarlo. Un braccio di ferro più lungo del previsto sbloccatosi poi grazie alla mediazione delle proprietà a stelle e strisce. A La Spezia il divorzio non è stato digerito, i tifosi gliel’hanno giurata. Cose di calcio. Non è stata la prima volta, non sarà l’ultima.
Italiano giocherà contro quello che è stato nella speranza di trovare quello che sarà. Si guarderà allo specchio, frugherà negli occhi dei suoi uomini, cercando il lampo dei giorni migliori. La Fiorentina deve sfruttare al massimo le occasioni giuste del calendario perché con le grandi la vita è dura.
I viola giocheranno per un riscatto immediato, per dimostrare che non è vera la paura di non segnare. La manovra offensiva in settimana è finita sotto accusa, discussioni infinite. Le cause della sterilità offensiva affondano le loro radici lontano e in parte queste lacune potranno essere sanate dal mercato di gennaio. Quando la dirigenza, seppur navigando nelle difficoltà di una sessione complicata per definizione, proverà a trovare un’alternativa a Vlahovic e magari un esterno che nel 4-3-3 serve come il pane sulla tavola. Belotti, che però pare vicino al Milan, Scamacca, Cabral, ancora Berardi, il circo dei nomi viaggia veloce. E altri ancora. Caccia aperta, speriamo grossa. La Fiorentina è sulla buona strada, non aiutarla a migliorare sarebbe un grave errore. Prima gennaio, quindi il mercato estivo. Non c’è fretta per crescere, ma l’importante è farlo. Per non sprecare l’opportunità.
Su Vlahovic sono tornare a volteggiare, irritanti, le indiscrezioni juventine. I bianconeri lo hanno nel mirino da tanto, ma le parole dell’ad della Juventus, Arrivabene, che ha parlato di “investimenti oculati e contenimento dei costi” lasciano immaginare che a gennaio sia poco probabile un trasferimento a Torino. All’attacco di Vlahovic le squadre inglesi e spagnole. Il club viola conta su questo per alimentare un’asta in grado di garantire un incasso robusto. Ma la vicenda è ancora lunga. Prepariamoci.