CAGLIARI, Marchini chiama in aiuto il 113...
Una foto sul sito ufficiale, nulla di più. Di Davide Marchini nel Cagliari non resta altro, visto che ieri il giocatore ha ritirato tutti i suoi effetti personali dallo spogliatoio del centro sportivo di Assemini. Ma quanta fatica per prendere un paio di scarpette: Marchini ha dovuto chiedere aiuto persino ai Carabinieri. L'incredibile diventa vero da un po' di tempo a questa parte nel Cagliari, e ieri si è consumato l'ultimo atto.
Da quasi un mese il centrocampista era in permesso per motivi familiari secondo quanto riferito dalla società quotidianamente, e ad Assemini non si era più visto. Il permesso era coinciso con la lite fra Marchini e Foggia, ma i problemi del centrocampista in questa stagione erano cominciati prima: il totale dei minuti giocati si è fermato a dodici. Ieri pomeriggio però, giorno della ripresa degli allenamenti, Marchini ha deciso che il permesso era finito e si è presentato al campo d'allenamento. Ma all'ingresso del centro sportivo Ercole Cellino l'addetto alla sicurezza dell'impianto gli avrebbe intimato l'alt. La reazione di Marchini è stata immediata e composta: una telefonata al 113 per chiedere aiuto alle forze dell'ordine.
La chiamata è stata smistata per ragioni di competenza territoriale al comando dei carabinieri di Cagliari e una pattuglia è arrivata subito ai cancelli del centro sportivo di Assemini, proprietà privata di Cellino e non è un dettaglio. I militari infatti non hanno potuto imporre l'ingresso di Marchini, ma solo registrare i fatti.
Il giocatore ha domandato ancora una volta di entrare e ancora una volta si è sentito rispondere no, perché assente dalla lista dei convocati per l'allenamento in corso. Ha chiesto allora di poter ritirare almeno i suoi oggetti personali, ma per farlo ha dovuto attendere la conclusione dell'allenamento e lasciare l'auto fuori dai cancelli. Fatto il fagotto ha abbandonato il centro sportivo parlando al telefonino e senza rilasciare dichiarazioni. Le uniche sul lungo pomeriggio di passione sono quelle rilasciate dal club attraverso il sito: «Il Cagliari puntualizza che la decisione della società nei riguardi del giocatore Davide Marchini può essere discutibile, ma è stata presa dal presidente allo scopo di tutelare la propria azienda. Il fine della società è di garantire i suoi tesserati seguendo attentamente le regole. Il giocatore, pubblicizzando la sua situazione, ha inteso operare una strumentalizzazione a fini individuali e contraria alla logica di gruppo. Il Cagliari non permetterà mai che un comportamento del genere crei problemi atti a compiacere scopi personali. L'intendimento della società è portare a discutere il caso nelle sedi più opportune». Tutto lascia intendere che il prossimo appuntamento sia in un tribunale. Sportivo, ma pur sempre un tribunale.