DELIO MEGLIO DI CESARE?
La provocazione è forte, ce ne rendiamo conto. Per alcuni può sembrare eccessiva, altri invece invocheranno la lesa maestà... Ok fate pure, siamo in democrazia. A noi serve per celebrare la figura di Delio Rossi, una persona seria, un tecnico preparato, e sopratutto motivato. Proprio quello di cui ha bisogno la Fiorentina del futuro. Dice... perchè questa precisazione? C'è forse qualcuno che la pensa diversamente? Non ne siamo certi - rispondiamo - ma (come si dice a Firenze) "quando tona vò piovere", alcuni "rumors" provenienti dallo spogliatoio, lo scarso entusiasmo con il quale Andrea Della Valle lo ha confermato ("Delio Rossi? Ha ancora un anno di contratto mi sembra..." patron dixit) non ci lasciano tranquilli. E allora meglio prevenire che curare, meglio prendere posizione e schierarsi: la Fiorentina deve ripartire da Delio Rossi. Lo deve assecondare in tutto e per tutto, lo deve rendere parte integrante del "progetto". Qualunque esso sia. Quanto al paragone con Prandelli beh... solo chi non ci conosce può pensare che abbiamo dimenticato ciò che ha fatto Cesare per Firenze: quattro qualificazioni ed un ottavo di finale in Champions League, una semifinale UEFA, classe, signorilità, competenza... insomma di tutto di più. Certo non ci siamo inventati niente, e almeno in una cosa Delio ha davvero superato il mago di Orz: il rendimento contro le grandi del campionato. Numeri alla mano Cesare Prandelli, nei 5 anni di panchina viola, ha ottenuto solo 4 vittorie contro le "big": Milan ed Inter nel 2005-2006, Juventus nel 2007-2008, Roma nel 2008-2009. Delio Rossi, dal canto suo, in soli sette mesi ha battuto due volte la Roma, una il Milan a San Siro (e siamo già a tre...) ha pareggiato ancora col Milan in casa e con l'Inter (e se non c'era Ljajic...) Di contro, c'è il rovescio in casa con la Juventus, l'eliminazione in coppa Italia con la Roma (un sonoro 0-3) e la sconfitta del "Meazza" contro l'Inter. Lo score resta comunque positivo, superiore a quello di Cesare, e non si può sottacere. Questo cosa vuol dire? Che se Prandelli è sempre il numero uno, Delio Rossi si sta avvicinanddo a grandi passi.
Comunque, lungi da noi fare un paragone tra i due allenatori (ripetiamo: il titolo serve solo a far capire quanto stimiamo Delio) aggiungiamo per concludere due brevi considerazioni. Innanzitutto la frase del tecnico di Rimini nell'ultima conferenza stampa: "Mi dispiacerebbe andar via. Vorrei portare a termine un lavoro che per me non è ancora cominciato". Come dire, questo non è il mio calcio, questa non è la mia squadra. Datemi una rosa che mi rappresenti, una preparazione estiva che si rispetti, e vi faccio vedere io. Ecco perchè Delio va coccolato, motivato, coinvolto. Ecco perchè va confermato a gran voce, e non accennando con voce mesta al contratto, vissuto più come una costrizione che una ferma convinzione. Certo va assistito, non va abbandonato, va affiancato ad un direttore generale che lo protegga, che lo difenda. Va legato ad un direttore sportivo che ne condivida le scelte in sede di calciomercato, che non cerchi scommesse o voli pindarici, ma scelga giocatori funzionali al credo tattico di Delio. Un professionista, un uomo di calcio.
Ultima considerazione. Abbiamo pensato per mesi che questa stagione (unita alla precedente) fossero state inutili, addirittura dannose per il vissuto della Fiorentina. Per fortuna ci sbagliavamo. Partiamo dai rami secchi: sono stati tagliati Montolivo, Gamberini e Vargas, tre capisaldi del vecchio ciclo, un ciclo morto e sepolto. Sono stati valorizzati due giovani, uno titolarissimo, l'altro... quasi. Parliamo di Nastasic e Camporese, sopratuttto se quest'ultimo resta con i piedi per terra, se (come dice Delio) non se la crede troppo. Ne sono stati lanciati altri due, Salifu ed Acosty. Adesso tocca a loro atterrare senza farsi male. E' stato riscoperto un modulo, il 3-5-2, che valorizza le doti di Pasqual, di De Silvestri, favorisce l'inserimento dei centrocampisti (Lazzari in primis), non da punti di riferimento, trasforma la Fiorentina in un piccolo Barcellona. Stanno maturando compioncini in pectore come Jovetic (Jo-Jo è più di un'idea, deve solo compiere l'ultimo step) e Ljajic. Delio Rossi è forse l'unico che può salvare Adem dall'anonimato. Abbiamo lasciato per ultimo Alessio Cerci. Solo uno in mala fede può non accorgersi che "lo smemorato di velletri" è talento puro, di categoria superiore, che in condizioni normali sarebbe da nazionale. Noi propendiamo ancora per la sua cessione, ma (come nel caso di Ljajic) se c'è uno che può recuperarlo al grande calcio, questo è proprio Delio Rossi. E allora caro Andrea: "Delio Rossi è incedibile"... è così difficile dirlo?