FERRANTE, Difficile giocarsi la Champions a Torino

15.04.2008 07:31 di  Raffaella Bon   vedi letture
Fonte: Esclusiva Firenzeviola.it-TMW

È nei momenti difficili che i tifosi si appellano ai loro idoli. E in questo periodo di difficoltà del Toro, abbiamo pensato di rivolgerci a colui che più di tutti, negli ultimi anni, ha incarnato lo spirito classico granata. Marco Ferrante è sempre stato l’ultimo ad arrendersi in campo, ma adesso che ha appeso le scarpette al chiodo, anche lui mette da parte l’ottimismo e l’orgoglio torinista per analizzare attentamente la difficile situazione nella quale si trovano i granata. Sentiamo qual è il suo pensiero in merito.

Cosa fa adesso Marco Ferrante?
“Ho smesso di giocare per scelta personale. Dopo aver rescisso l’anno scorso con il Verona, avevo la possibilità di andare a giocare nella Repubblica Ceca, al Mlada Boleslav ma alla fine ho deciso di appendere le scarpe al chiodo”.

E nel suo futuro, si vede allenatore?
“Senza dubbio rimarrò nel mondo del calcio, ma non come allenatore . E’ un mestiere cui non mi sento adatto. Ho un progetto in atto, ma al momento non voglio dire altro. Più avanti se ne saprà di più. Forse il dirigente, non lo so...”

Il Toro nel suo futuro?
“Perché no? Tutto è possibile”.

Ora tuffiamoci nel campionato. Si aspettava la sconfitta del Torino a Genova?
“Sinceramente no, è stato un brutto colpo ai fianchi, si è venuta a creare una situazione molto problematica. Sinceramente non mi aspettavo che per il Torino potesse finire così”.



Qual è il problema del Torino, visto che Novellino a Genova ha fatto bene?
“Quando le cose non vanno bene si parla a Torino di un problema nello spogliatoio, e tra giocatori e mister. Si cercano sempre degli appigli. Conosco bene Novellino, sa il fatto suo, ha avuto Recoba infortunato e Rosina spesso alle prese con problemi muscolari, dunque ha dovuto anche fare scelte forzate. Non mettiamo sotto accusa Novellino, lui vede molto lungo, sta facendo e farà il bene del Toro. E’ chiaro, l’obiettivo finale è solo ed esclusivamente la salvezza, per cui bisogna ottenere i risultati in quest’ottica, guardando solo a questo obiettivo. Il Toro non può rischiare di tornare in B, merita ben altro. In fondo nel derby se l’è cavata bene”.

Ma secondo lei il Toro rischia così tanto la retrocessione?
“Non lo voglio nemmeno pensare, ma sarà molto dura. Occorre essere realisti, non ha un bel calendario, ora ha due partite proibitive: l’Inter e la Roma. Inutile dire che sarà molto difficile fare punti con queste due squadre. Poi ha lo scontro diretto con il Livorno, partita che vale la salvezza. Unica partita alla portata è il Napoli, sempre se non vuole andare all’Intertoto Anche se nel calcio mai dire mai , ma se ha perso uno scontro diretto con l’Empoli inutile dire che sarà durissima. Senza contare che all’ultima giornata riceverà la Fiorentina che, essendo in lotta per la Champions, cercherà di fare più punti possibili, avendo il Milan alle calcagna. A questo punto ci vuole una concentrazione fortissima”.

Pensa che all’ultima giornata la Fiorentina non sarà ancora aritmeticamente in Champions?
“La Fiorentina ha quattro punti di vantaggio su cinque partite, e non sono molti. Per andare in Champions prima della partita finale dovrebbe vincerle quasi tutte. Alle spalle non ha solo il Milan, ma anche l’Udinese e la Sampdoria. Sarà una partita difficilissima l’ultima giornata con il Torino: spero che la Fiorentina sia in Champions altrimenti non penso che sia facile per la Fiorentina giocare con il futuro del Torino in bilico. Una partita dove l’obiettivo salvezza sarebbe maggiore rispetto alla corsa alla Champions Un campionato che non è per niente scontato sia per la parte bassa che per quella alta. Anche per lo scudetto non credo che sia fatta, corsa ancora tutto aperta”.

Che consigli ti senti di dare al Torino?
“I consigli in questo momento non li può dare nessuno. Vedo una grande confusione mentale in questo momento. Bisogna cercare di evitare più danni possibili. A me retrocedere con il Torino è capitato e vi posso garantire che è come avere una fedina penale macchiata. Bisogna che i giocatori si uniscano, semmai ci sono problemi, e trovino tutte le forze per andare avanti”.

Dovesse fare qualche nome di attaccanti da segnalare al Toro, chi segnalerebbe?
“Preferirei dirlo a quattr’occhi a Cairo, comunque Acquafresca è un bel centravanti, l’ho intravisto quando lui era nelle giovanili granata, ma non l’ho mai conosciuto a fondo. Penso che il Toro avrebbe bisogno di un giocatore simbolo, uno come Fontana, se giocasse in attacco sarebbe formidabile per trascinare il pubblico. Poi oggi non importa se gli attaccanti giocano bene o male, quello che conta è segnare”.

Lei scambierebbe Rosina con Pazzini?
“Rosina è un buon giocatore, ma non ha fatto la differenza. Io sono un estimatore di Pazzini, per cui dico magari… anche se allo stesso mi spiacerebbe perdere Rosina. Lascio questo compito a chi di dovere”.