BUCCIANTINI A FV, MI COINVOLGE LA SQUADRA NON IL CONTORNO. CHIESA IL BREVETTO VIOLA

Esclusiva di Firenzeviola.it
17.10.2017 13:00 di Luciana Magistrato   vedi letture
BUCCIANTINI A FV, MI COINVOLGE LA SQUADRA NON IL CONTORNO. CHIESA IL BREVETTO VIOLA
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"La Fiorentina che va in campo mi piace sempre e mi coinvolge, quella intorno no". Inizia così la sua chiacchierata con Firenzeviola.it sulla Fiorentina Marco Bucciantini, giornalista ed opinionista Sky, nonché tifoso viola. "Verso la squadra ho sempre uno sguardo benevolo e d'affetto, le squadre andate in campo negli ultimi anni mi sono sempre piaciute - spiega - Io difendo la squadra che sa lottare e quella attuale, tolti 20 minuti a Milano, in campo c'è sempre stata. Non è certo una squadra in grado di dominare le avversarie, le capita di battere l'Udinese, di perdere col Chievo mentre con le big credo non possa mai vincere ma questo è il suo campionato, la sua dimensione ed è quella che non mi piace, perché andando a diminuire il monte ingaggi e facendo quel tipo di operazioni sul mercato andavi per forza a diminuire le ambizioni, come non mi piace l'incoerenza nella costruzione".

Si spieghi meglio... "Avrei preferito meno acquisti ma fatti meglio, invece c'è questo vizio di duplicare tutto, scommettere su troppi giovani che non sono esplosi altrove. Scommettere mi sta bene, mi sarebbe piaciuto ad esempio scommettere su Emre Mor, ma solo su uno. Inoltre vedo incoerenza tattica con giocatori che non trovavano spazio nella loro squadra come Benassi, anche se per età, voglia e serietà lui andava preso ma ora sta anche a lui farsi trovare pronto. Meglio da mezz'ala? Beh, lui è una mezz'ala ma non è che sposatato più avanti non sappia giocare, nei 70 metri in cui gioca la Fiorentina può comunque interpretare il modulo da mezz'ala. A Verona non è stata la posizione insomma, ma la mancanza di qualità con cui quelli dietro alla punta hanno giocato, mentre con l'Udinese abbiamo recuperato meglio la palla e abbiamo attaccato più con continuità anche perché c'erano gli spazi per la manovra e per stare più alti. Quando però la squadra si allunga la trequarti va in difficoltà e Benassi palla al piede ha difficoltà".

Mi sembra che lei punti molto sulla trequarti: "E' la zona sulla quale vuole puntare la Fiorentina ma manca il giocatore che accenda, che tenga in corsa e abbia la visione di gioco. Per ora c'è Thereau e c'è Chiesa, che sa far tutto ma ha tempi di gioco personali che compensa però con la personalità e la voglia, perciò lui qualcosa ti dà. Ma Eysseric, Gil Dias e Saponara sono tre incognite, hanno loro la vocazione per fare quello che serve ma non ci sono per motivi diversi, perciò il lavoro di Pioli va controvento. Lui fa bene a portare avanti la sua idea di gioco ma deve recuperare almeno uno di loro tre perché là davanti Simeone può diventare fortissimo ma non può giocare da solo e deve essere la squadra a dargli gioco perché, a differenza di Chiesa che è anche più piccolo, non è ancora fatto".

Mercato dunque inadeguato? "No, per quel tipo di gioco sono stati presi 4/5 esterni d'attacco e difensivi ma io preferisco sempre un acquisto fatto bene e mirato che la quantità. E' che ormai una società o ha i soldi da spendere o deve creare valore spostando giocatori, andandosi ad ingolfare e basta. Ma i club sono vittime del calciomercato moderno. Io apprezzo invece De Laurentiis che ne compra magari uno solo ma fatto bene o che investe sui rinnovi. Guardi quest'anno, praticamente zero arrivi ma ha rinnovato a Mertens, Insigne e tenuto Reina. Insomma si può investire anche tenendo i propri giocatori che meritano".

Chiesa è uno di questi, che valore gli dà? "Chiesa non ha un valore esterno, almeno io non glielo do, perché guardo a quello interno. Ossia, non deve essere disponibile per gli altri perché per la Fiorentina Chiesa è tutto. Non tanto in campo dove è sì importante ma è il valore immateriale che conta. E' come il brevetto della Fiorentina, rappresenta contemporaneamente proprietà, società squadra e curva. Chiesa ci serve per rimanere nel mondo, è la nostra comunicazione con l'esterno, è il filo che lega società e tifosi e la sua presenza dimostra che si può fare ancora calcio lavorando sui giovani, crescendoli e proteggendoli. E' indispensabile come la luce in casa, anzi è la lui la casa, la famiglia viola. La società deve rifargli il contratto o meglio deve tenerlo, a me cifre e termini del contratto non mi interessano. E sarebbe inutile vendere lui per poi comprarne tre. E a proposito di valore in campo, trovo sconcio che Ventura non abbia convocato lui e Jorgihno, che un dirigente federale glielo dica".

Un'ultima analisi sulla prossima avversaria, il Benevento, ancora a zero punti, lei terrebbe Baroni? " Il Crotone ha dimostrato come ci si possa salvare con una squadra inizialmente inadeguata ma che esprime la storia del club. Il Benevento deve difendere l'unica storia che ha in serie A e chi ce lo ha portato. E se ha qualche chance di salvezza può averla solo restando insieme, ritrovando quell'unità servita per la promozione, Baroni compreso. La squadra non ha attacco praticamente e in difesa ha carenze tecniche ma può salvarsi rispettando se stessa. E poi i tecnici toscani valgono qualcosa perché tutti hanno fatto la gavetta, non hanno smesso i panni da calciatore e si sono seduti su una panchina di A come tanti fenomeni, ed io ho rispetto per chi si guadagna il posto".