BOJINOV A FV, Tornerei a Firenze...
Sogna la Roma, rimpiange Firenze e sputa veleno su Deschamps. In poche parole questo è il succo di questa interessante intervista che ha per protagonista l’ex enfant prodige del calcio italiano Valeri Bojinov. Il bulgaro, scoperto da Corvino ai tempi del Lecce e poi passato da Firenze e Torino, sponda bianconera, si racconta a Firenzeviola.it e Tuttomercatoweb, svelando retroscena inediti riguardo alla sua esperienza italiana, e raccontando il difficile periodo al Manchester City seguito al brutto infortunio che lo ha messo fuorigioco per 6 mesi. Adesso che il ritorno in campo sembra ormai ad un passo, tutte le difficoltà sono ormai passate, ed è pronto a tuffarsi in questa nuova esperienza… con un figlio in più…"L’Italia in sette anni mi ha dato tanto - esordisce Bojinov - sia a Lecce, che con la Fiorentina che con la Juventus"
La tua vecchia Fiorentina in Uefa incontrerà questa sera l’Everton, che partita ti aspetti?
“La Fiorentina a mio avviso è più forte , squadra più tecnica, maggior organizzazione di gioco. Unica cosa in cui troverà difficoltà, sarà l’aspetto fisico. Giocano in modo più duro. Ma certamente la Fiorentina avrà più difficoltà in casa dell’Everton. I viola, comunque, potranno contare su un grande allenatore come Prandelli, hanno giocato benissimo contro la Juventus. L’Everton in casa usufruirà anche del pubblico. Vedere gli stadi inglesi è uno spettacolo, tutti i posti sono esauriti quando si gioca. L’Everton inoltre ha una grande esperienza in Coppa. La sua forza non è il singolo, anche se bisogna stare attenti ad Arteta, Pienaar, Yakubu, Neville, ma da sei anni è una squadra che gioca insieme e ha trovato una giusta coesione”.
Anche i ricordi di Firenze sono così belli?
“Sì, anche a Firenze mi sono trovato molto bene. Firenze è una città in cui si sta bene, una città bellissima. E la Fiorentina è una grande squadra con una tifoseria magnifica, unica, attaccatissima alla squadra. Un pensiero a tornare lo farei volentieri… Con l’allenatore ho un buon rapporto,e spero di poterlo ritrovare prima o poi. Io sarei rimasto, ma purtroppo in una società non decide solo il mister, c’è anche un direttore sportivo. E tutti sanno che rapporto ho avuto con lui”.
Spiegati meglio…
“Non si può dimenticare l'importanza di un diesse come Corvino, a cui devo molto. Lo ringrazio e sono a lui riconoscente. È eccezionale nello scoprire talenti, lo ha fatto, ai tempi del Lecce, oltre che con me anche con Vucinic e altri ancora, tutta gente che ora si è meritata i grandi palcoscenici. Anche con Osvaldo e Kuzmanovic ma è Prandelli che li ha trasformati. Un mister che è in grado di trasformare una... Cinquecento in una Ferrari, lo ha già dimostrato”.
Prandelli cosa ti ha dato?
“Mi dispiace essere andato via, sono sicuro che mi avrebbe reso ancora più forte. Ma devo guardare al mio futuro e so che anche con Eriksson imparerò tanto. Prandelli è un allenatore eccezionale, soprattutto con i giovani. Lavora molto sul campo, ti fa vedere anche i video e ti fa capire i singoli errori. Ha saputo trasformare anche grandi campioni e farli diventare tali come Toni e Mutu, anche loro gli devono molto, lo stesso Gilardino…”
Ti aspettavi potesse vincere a Torino dopo vent’anni?
“Ormai il calcio è questo. Noi abbiamo vinto contro il Manchester dopo trent’anni, siamo andati all’Old Trafford ed abbiamo strappato il risultato. A dire il vero, anche per come si era messa la partita, pensavo che la Fiorentina strappasse un pareggio, ma sono stati bravi ci hanno creduto fino in fondo”.