SARRI E IL NODO ALLENATORE DA RISOLVERE. MA ROCCO DEVE DECIDERE: O DIFENDE IACHINI O LO CACCIA. TORNANO RIBERY E PEZZELLA, DUBBIO CASTROVILLI. CALLEJON PIÙ UTILE DI CHIESA. STADIO, PRESTO LA DECISIONE

15.10.2020 00:02 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
SARRI E IL NODO ALLENATORE DA RISOLVERE. MA ROCCO DEVE DECIDERE: O DIFENDE IACHINI O LO CACCIA. TORNANO RIBERY E PEZZELLA, DUBBIO CASTROVILLI. CALLEJON PIÙ UTILE DI CHIESA. STADIO, PRESTO LA DECISIONE

Tre giornate e siamo già a discutere tra un generico “chi si prende per la panchina?” e un più specifico “allora, quando arriva Sarri?”. Niente di nuovo sotto il sole Viola. Era facilmente prevedibile che il tormentone Iachini sarebbe riesploso alla prima sconfitta inattesa e Rocco avrebbe dovuto mettere in conto anche questo quando ha deciso “nella sua cameretta” (cit. Mario Ciuffi), una conferma discussa e discutibile. Uomini forti, destini forti; uomini deboli, destini deboli, direbbe Spalletti. Oggi sono in vena di citazioni, perdonatemi. E’ evidente a tutti però che, purtroppo per Iachini, la situazione sia questa. Iachini è un allenatore debole, solo contro tutti, non lo difende nessuno e dopo tre giornate è già finito nel tritacarne mediatico, fra tifosi, media e pure dirigenti scettici che ne sottolineano i limiti. Perfino Rocco, infatti, ha brutalmente definito “uno schifo” la partita con la Sampdoria, colmo dei colmi della sincerità. Ma se nessuno dei suoi manager ha il coraggio di dirglielo in faccia, caro presidente glielo dico io: così non si fa bene calcio. Così si indebolisce ancor di più l’allenatore e di conseguenza la squadra. Non credo sia questo lo scopo delle sue parole durissime. E allora?

Non entro nel merito del valore di Iachini, io avrei preso un allenatore di alto livello e l’ho scritto mille volte, il problema è un altro. Un presidente non può esprimere certi giudizi pubblicamente. Lo deve fare soltanto nello spogliatoio, faccia a faccia con l’allenatore e la squadra, dove il confronto può essere anche duro e serrato, ma davanti ai tifosi e all’opinione pubblica la società deve apparire solida, un monolite nel bene e nel male. Tanto più che Iachini è stato confermato proprio da lei, presidente, appena due mesi fa. Che fare? Quali fossero i pregi e i difetti dell’allenatore viola non li dobbiamo certamente scoprire oggi, dunque per il bene della Fiorentina a Rocco non resta che applicare una delle tante regole non scritte del calcio che probabilmente lui non conosce: l’allenatore o si difende o si caccia. Non ci sono altre soluzioni altrimenti il rischio è di riproporre, un anno dopo, lo stesso film che con Montella finì malissimo. Se Rocco ha ancora fiducia nel suo allenatore, proprio perché dall’esterno arrivano attacchi e dubbi, la difesa deve essere ancora più strenua. Altrimenti come fa a lavorare serenamente e con profitto, ad avere forza, un allenatore che si sente precario? Come può avere ascendente con la squadra? Tanto per parlare un po’ di storie di calcio e di situazioni simili, ricordo a Rocco che viene dall’America, che in un momento simile, Berlusconi difese il giovane, inesperto  e contestato Sacchi di fronte alla squadra e alle critiche esterne dicendo più o meno così: sappiate che Sacchi resterà ancora qui per molti anni, caso mai caccio voi. Quel Milan decollò e Sacchi divenne Sacchi. Il nostro caso è diverso, ma per quanto riguarda il ruolo dell’allenatore la situazione è molto simile. Se Rocco crede in Iachini deve usare pubblicamente un linguaggio diverso e lo deve proteggere con tutte le forze anche a costo di dire il contrario di quello che pensa. Se invece ha capito di avere sbagliato nel confermarlo, la decisione deve essere drastica e immediata. Non voglio pensare a uno-due mesi di alti e bassi come l‘anno scorso, con Iachini a cuocere sulla graticola. Significherebbe buttar via un altro anno. Per il bene della Fiorentina spero che la squadra reagisca subito, che arrivino i risultati e per favore non chiedete il bel gioco a Iachini altrimenti lo mandate in confusione. La squadra è più forte dell’anno scorso, in difesa e a centrocampo molto più forte. Dell’assenza di un bomber esperto ho già detto, ma a questo punto, aspettando gennaio, oltre all’allenatore devono sentire la fiducia anche i giovani attaccanti. Vediamo se così si riparte.

Il tema allenatore comunque resta sempre centrale e Rocco lo deve risolvere. Ammesso e non concesso che Iachini faccia una stagione positiva, che riesca a tenere la Fiorentina nella parte sinistra della classifica e le possibilità ci sono, presto bisognerà interrogarsi sul cosa fare da grandi. Rocco vuole ancora costruire una squadra che in due-tre anni possa tornare in Europa e nel giro delle grandi d’Italia?

Se è così dovrebbe già pensare oggi a mettersi in mano dal giugno prossimo a un allenatore di prima fascia, un uomo capace di far crescere la squadra, ma anche utile in società. Sempre citando quelli che fanno bene, la svolta nel Napoli (ad esempio) è arrivata nel 2012 quando Adl decise di ingaggiare un allenatore internazionale come Rafa Benitez. E’ stato lo spagnolo a gettare le basi sulle quali è stata costruita una squadra da Champions, esaltata poi dal gioco di Sarri.

Ma le decisioni vanno prese a breve, il lavoro anche di persuasione per convincere allenatori di primo livello, non è facile. Se qualcuno pensa di aspettare la primavera o robe del genere, sarà difficilissimo trovare libera gente di quel livello disposta ad accettare le proposte viola.

E qui vengo a Sarri. Se davvero si vuole crescere, potrebbe essere un nome giusto. Non so se ce ne sarà bisogno nell’immediato, ma comunque il pensiero a Sarri è stato fatto e va fatto. E’ vero che deve ancora liberarsi della Juve (lo farà), sappiamo che altre società lo tengono d’occhio, però la Fiorentina può avere un ruolo decisivo, può partire davanti a tutte e lo sappiamo. Quando calcio e cuore si intrecciano non è mai banale. Con un progetto tecnico, con delle idee e una prospettiva solida, Sarri potrebbe davvero abbracciare la Fiorentina. Ma se non fosse Sarri in cima ai pensieri viola, serve un profilo così per dare solidità, ma anche forza interna ed esterna. Quella forza che Iachini non ha. A questo punto dovrei dire meditate gente, meditate… Ma capire le intenzioni reali di Commisso è difficile. Parla sempre più spesso di soldi che non vuole buttare, di bilanci, di conti e roba del genere. Fossi lui tornerei a parlare di emozioni, cercherei di calarmi di più nel calcio, un mondo all’apparenza facile, ma dai risvolti complicati. E questa vicenda dell’allenatore lo dimostra…

Domenica c’è lo Spezia a Cesena, campo neutro, e non mi aspetto grandi rivoluzioni tattiche. Non sarebbe neppure giusto, con tutte le assenze dei nazionali, con il mercato finito da poco, Iachini deve ripartire dalle sue certezze. L’evoluzione verso il 3-4-3 o il 4-2-3-1 (meglio) comunque l’aspettiamo tutti. In attesa, tornano a disposizione Ribery e Pezzella. Non è poco. Ancora difficile capire se Castrovilli potrà recuperare o meno. Rispetto all’ultima sconfitta con la Samp sono arrivati Callejon e Quarta (forse  da oggi a Firenze) e non è poco.

Chiesa è un ragazzo in carriera e averlo perso (anche se per 60 milioni) calcisticamente non è roba da far felici, segnava e faceva assist, ma in questo momento alla Fiorentina uno come Callejon può essere più utile. Ha classe, personalità, esperienza, è uno di quei giocatori bravi a lavorare in proprio, ma soprattutto capaci di far funzionare la squadra con i movimenti, gli assist, le soluzioni. E la Fiorentina con poco gioco aveva tanto bisogno di un uomo dall’intelligenza tattica superiore in grado di portare soluzioni nella fase offensiva in armonia con quel campione chiamato Ribery. Non credo che l’ex napoletano domenica partirà dal primo minuto, fisicamente non è al top, ma sarà utile a partita in corso. Nel 3-5-2 al posto di Chiesa dovrebbe giocare Lirola, ma sapere che in panchina c’è un tale Callejon è tanta roba.

Veniamo allo Stadio, l’altro grande tema di Rocco. Siccome il presidente tornerà negli Usa a fine mese, almeno così fa filtrare la Fiorentina, è logico pensare che nella prossima settimana sarà pronta l’idea di massima da portare a Roma per capire quali margini di manovra ci possano essere per l’intervento sul Franchi. L’abbattimento è da escludere anche con la nuova legge, vediamo se l’architetto Casamonti riuscirà a pensare qualcosa in grado di convincere il ministero dei Beni Culturali per mettere insieme il presente e il business con la nostra storia e cultura. Ma c’è anche una novità, almeno stando a indiscrezioni e rumors non confermati. Il progetto potrebbe puntare, in maniera innovativa, a inglobare nel progetto anche l’area Ridolfi, zona senza vincoli particolari. Pochi giorni e sapremo, Rocco vuol tornare negli Usa con delle certezze, e il dica 33-33-33 lasciamolo al dottore…