PRANDELLI, CHE SUCCEDE? STRESS E RIFLESSIONI. TROPPE TENSIONI, SERVE LA SOCIETÀ. MANCANO 10 PUNTI, LA TABELLA SALVEZZA. AMRABAT NON GIOCA MA VA IN NAZIONALE. EYSSERIC-IBRA DIVENTA UN MITO. VLAHOVIC VUOLE UNO STIPENDIO SUPER. FRANCHI, CHE PASTICCIO

23.03.2021 11:37 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
PRANDELLI, CHE SUCCEDE? STRESS E RIFLESSIONI. TROPPE TENSIONI, SERVE LA SOCIETÀ. MANCANO 10 PUNTI, LA TABELLA SALVEZZA. AMRABAT NON GIOCA MA VA IN NAZIONALE. EYSSERIC-IBRA DIVENTA UN MITO. VLAHOVIC VUOLE UNO STIPENDIO SUPER. FRANCHI, CHE PASTICCIO

Prandelli, che succede? Se la Fiorentina perde anche quando gioca discretamente e tiene testa al Milan secondo in classifica, tornano i cattivi pensieri. Per come s’era messa, per il vantaggio conquistato con merito, con i rossoneri stanchi e senza tanti giocatori, il pareggio è sembrato alla portata per gran parte della gara, alla fine sarebbe stato meritato. Commisso è giustamente contento della prestazione, ma, purtroppo, è evidente come la ruota non giri ancora come dovrebbe e la tensione dentro la Fiorentina sia sempre altissima. Anche troppo. Non c’è peggior cosa che perdere una partita giocata bene, per il morale a volte è meglio perdere e giocare male. Te ne fai una ragione. Reagisci. Così invece subentra una sorta di frustrazione che non fa bene. Il presidente è lontano e il gruppo dirigente “made in Rocco” somatizza, è inesperto e non pronto a gestire situazioni adrenaliniche come queste, fatica a capire certe sottigliezze calcistiche e di sicuro non regala quelle certezze che aiuterebbero la squadra a rimuovere. Due settimane di stop al campionato con un risultato così negativo da gestire, negli allenamenti e non solo, rischiano di diventare un grande peso. Non a caso Ribery che invece il calcio lo conosce, ha immediatamente twittato, incoraggiando la squadra e invitando tutti all’unità che evidentemente non c’è.

Tutto questo riporta a Prandelli e alle sue difficili ultime ore. Tutto resta sulle spalle dell’allenatore e così per lui diventa ancora più dura. In certi momenti servirebbe serenità e invece si avvertono le pressioni e le paure. Anche in campo il nervosismo dei giocatori è stato eccessivo per situazioni banali, soprattutto ha fatto mancare la lucidità nei momenti decisivi del match.

Per tutto questo Prandelli, preso dallo stress, alla fine non stava benissimo. Più o meno come a Benevento quando ammise di essere molto stanco. E’ la tensione, ovvio. La sensazione di dover combattere sempre una battaglia impari. La sua dedizione estrema contribuisce ancora di più, vuole sempre dare tutto e di più per una causa che si chiama salvezza e vorrebbe raggiungere prima possibile. Si colpevolizza.

Nello spogliatoio alla fine della gara con il Milan l’allenatore è stato controllato dal medico, ma i valori pressori lo hanno rasserenato. Giusto saltare le interviste, rifugiarsi in famiglia e prendersi un paio di giorni. Quando ha accettato di allenare la Fiorentina forse non pensava di trovarsi in una situazione così complicata e anche se il suo lavoro si vede, la classifica è sempre calda e il calendario non è certamente un alleato.

Come detto, ieri Prandelli ha cercato rifugio in famiglia. Sta riflettendo su tutto quello che sta succedendo, sull’ultima sconfitta, ma non solo. Avrebbe voluto fare di più per la “sua” Fiorentina, questa situazione la vive con apprensione e sente maggiore il peso delle responsabilità. Il desiderio di isolarsi per un giorno è comprensibile e molto umano.

In questa cronica mancanza della comunicazione della Fiorentina, i silenzi però hanno fatto presto a diventare sospetti. Ieri sera c’è stato anche chi ha parlato di possibili dimissioni senza però avere un minimo riscontro oggettivo. Non risultano a nessuno.

Se la Fiorentina avesse spiegato ufficialmente cosa è successo dopo la partita, forse sarebbe finito tutto lì.

Comunque che Prandelli rifletta sul momento e sul futuro per tirare fuori prima possibile la Fiorentina da questa situazione sembra assolutamente normale. Chi invece vuole andare oltre unisce il fatto che abbia rivelato la sua stanchezza dopo Benevento e poi non abbia parlato domenica dopo la partita. Ora si tratta di capire quanta parte di delusione sia legata ai risultati e quanta alla gestione della situazione in una società che di certo poteva fare di più. Vedremo. Anche oggi non è prevista attività, tecnico e giocatori dovrebbero ritrovarsi domani, ma ci sarà certamente un contatto con la società.  Tornando alla classifica difficile, è vero che hanno perso tutte le ultimissime della lista, ma le inattese vittorie di Spezia e soprattutto Benevento, hanno fatto sballare un po’ di conti.

Alla salvezza mancano dieci punti, la quota dovrebbe essere 39, forse anche 38. Dove conquistarli? Le tabelle aiutano e se le sfide casalinghe contro Atalanta, Juve e Napoli sembrano proibitive, è in trasferta dove la Fiorentina dovrà fare il bottino. Sabato tre aprile la viola giocherà a Genova con il Grifone e non sembra impossibile replicare il pareggio dell’andata. Altri pareggi (almeno) potrebbero arrivare da Sassuolo e Verona, squadre ormai senza obiettivi. Con il Bologna tranquillo serviranno tre punti. E all’ultima giornata con il Crotone presumibilmente retrocesso, non dovrebbe essere complicato. Resta la Lazio in casa, dipenderà molto dalla classifica dei biancocelesti, la speranza deve essere quella di affrontarli già fuori dalla corsa Champions. Come si vede i margini ci sono, ma non sono più concessi passi falsi a meno che la Fiorentina non acquisti stabilità di rendimento e non replichi i progressi visti contro il Milan.

Serve davvero unità e la speranza è anche quella di recuperare giocatori come Amrabat e Biraghi che sarebbero serviti a partita in corso, al momento dei cambi. Soprattutto un incontrista come il marocchino avrebbe fatto comodo, ma non si capisce come possa essere abile per la sua Nazionale e non per la Fiorentina. Lo stesso discorso vale anche per Biraghi, nazionale pure lui, che sulla fascia di Dalot a un certo punto, da fresco, avrebbe potuto contenere e contrattaccare. Comunque il 4-4-1-1 è finalmente un’evoluzione. E’ comunque un modulo difensivo, è servito per chiudere gli esterni, ma ha funzionato fino all’ingresso di Bennacer, regista di altra categoria. Peccato. Ma su questo spartito si può lavorare anche per provare a rimettere in gioco un elemento come Callejon che nelle ultime dieci gare potrebbe portare esperienza e freschezza. Intanto Prandelli ha recuperato Eysseric, uno dei migliori anche con il Milan, che ha mostrato pure grande carattere schierandosi a parole sui social contro Ibrahimovic. Una presa di posizione dura, salita in vetta ai contatti del Popolo Viola, con il francese inaspettatamente sugli scudi per il coraggio e la personalità. Quasi un eroe.

Anche Vlahovic ha giocato un’altra partita da battaglia, non ha segnato, ma è pregevole l’assist per Ribery. Non rifaccio la storia del ragazzo e del futuro avremo modo di riparlarne spesso. Filtra soltanto dall’entourage del giocatore la cifra che sarà chiesta per un eventuale rinnovo del contratto: due milioni e mezzo più bonus. Cifra da top player, vista l’età. Se pensate che oggi arriva a 500 mila euro, è facile capire le difficoltà per arrivare a un rinnovo. Servirà l’abilità di Rocco.

Capitolo Franchi. Il sindaco Nardella ha fatto sapere in pompa magna che il ministero ha intenzione di inserire il restauro dello stadio fra le opere culturali finanziate con il Recovery fund. Detto che trattasi di proposta in attesa di approvazione, seguo il sindaco fino a un certo punto.

Intanto qualcuno dovrà spiegare come mai fino a un anno fa del Franchi non parlava neppure un gatto, dentro e fuori il comune, e già si sapeva da decenni che trattasi di monumento nazionale tutelato dalla Soprintendenza e delle sue cattive condizioni. Comunque, il restauro finanziato con soldi pubblici è logico. Il bene va riportato alla completata fruizione della cittadinanza, va conservato e se vorrà continuare a giocarci come ha fatto per 90 anni, anche la Fiorentina deve avere una casa più moderna. Quello che non capisco e per me resta una operazione senza visione futura, è non solo restaurare il Franchi, ma voler farlo diventare un mega stadio di livello internazionale con annessi e connessi da 25 mila metri cubi dei Nuovi Gigli, per capirci. Non è collocato nel posto giusto per una roba del genere, Campo di Marte fra venti, trenta anni, rischia di soffocare ancora più di quanto non soffochi oggi. Un intervento del genere andrebbe fatto da un’altra parte, dove ci sono gli spazi e dove la città si espanderà. Un amministratore lungimirante deve pensare al futuro del territorio che governa e non ai voti, alla carriera politica e all’orgoglio personale. Che senso ha spendere 300 milioni di soldi pubblici destinati a opere culturali che io userei (tanto per dirne una) per ripavimentare di pietra serena tutto il centro storico ridotto in modo indecente nella sua gran parte, soltanto per fare un mega stadio nel posto sbagliato e per poi darlo in concessione a un privato (la Fiorentina) che non sai neppure se ci vorrà ancora giocare? A maggior ragione se, quel privato, lo stadio lo vorrebbe fare con i suoi soldi.

La sensazione è che questa sia una ripicca verso Commisso che non ha voluto fare lo stadio alla Mercafir. Una ripicca pagata dalla collettività. Oppure un messaggio chiaro, sempre per Rocco: lo stadio lo facciano noi, quello a Campi scordatelo. Vedremo, ma questa è una sensazione forte. Altrimenti non capisco Nardella, le cose appena scritte sono sotto gli occhi di tutti, se ci arriva un  modesto cronista ci dovrebbe arrivare anche un sindaco.

Comunque resta una storia strana che andava gestita meglio fin dall’inizio e rischia di finire nel nulla se non arriveranno i finanziamenti, tanto più che Nardella decadrà nel 2024 e per quella data i lavori (ammesso che inizino davvero) non saranno finiti. A ragione ancora maggiore se Nardella dovesse dimettersi prima per candidarsi alle elezioni politiche del 2023. Meditate gente, meditate…