PEPITO IN VIOLA: FOLLIA ECONOMICA O RISCHIO CALCOLATO?
L'operazione Giuseppe Rossi segnerà i prossimi anni del progetto Della Valle e il lavoro in viola della coppia Macia-Prade'. Un'operazione che, visto l'ammontare dell'investimento, la Fiorentina non può permettersi di sbagliare ma che, considerando il momento in cui si concretizza e le attuali condizioni fisiche del giocatori, presenta inevitabilmente qualche motivo di imponderabilità. Un rischio che il tempo dirà quanto calcolato su cui la Fiorentina scommette una fetta importante della sua competitività futura. Nove milioni e mezzo, piu' due di bonus al Villareal, due milioni e mezzo a Rossi per quattro anni, dieci complessivi che, per la Fiorentina, a causa della fiscalità italiana, diventano circa venti, significa investire su Giuseppe Rossi una cifra vicina ai 33 milioni, un'enormita per un club come quello viola, che permette al Villareal, che acquisto' il giocatore al top e lo pago' undici milioni al Manchester United, di recuperare per intero l'investimento iniziale e garantirsi anche una plusvalenza in bilancio. Oggi, a queste cifre, il grande affare lo hanno fatto gli spagnoli e lo ha fatto Rossi, che non gioca dal 26 ottobre 2011 quando si ruppe il legamento crociato del ginocchio destro al Bernabeu, ginocchio che salta di nuovo il 13 aprile 2012, pochi giorni dopo il rientro, che stavolta dovrebbe essere previsto per aprile. Un calvario, che rende difficile prevedere quando e come potremo rivederlo al cento per cento. Detto questo ci sono pero' molte premesse per far sì che un ottimo affare lo abbia fatto anche la Fiorentina. Innanzitutto le clausole legate alla perfetta efficienza fisica che certamente saranno inserite nel contratto, le qualità tecniche del giocatore, che se torna quello di prima dell'infortunio è senza dubbio un top player in grado di integrarsi con Jovetic ma anche di sostituirlo se il montenegrino dovesse partire. Rossi e' un attaccante moderno, ideale per la Fiorentina plasmata da Montella, perfetta sintesi fra prima e seconda punta, in grado di far movimento, giocare per la squadra e finalizzare. Inoltre a 25 anni il ragazzo e' ancora giovane e i soldi spesi oggi potrebbero essere niente se davvero Rossi tornasse il giocatore che anche Prandelli amava tanto da portarlo, da titolare, in nazionale. In quel caso la Fiorentina avrebbe un beneficio sportivo e anche una possibile plusvalenza futura. Un affarone insomma che deve far riflettere su altri importanti particolari. I Della Valle hanno immediatamente reinvestito, nell'acquisto di Pepito, i soldi rimasti in cassa nel mercato di gennaio, un segno della volontà di far crescere la squadra, un segnale preciso delle ambizioni ritrovate del club, un bel segnale a prescindere quindi, rafforzato dal tentativo viola di arrivare addirittura a Villa del Barcellona. Solo questo basterebbe a far sorridere i tifosi poi, ciò che Rossi darà alla Fiorentina dipenderà da molti fattori che sicuramente, investendo così tanto, i dirigenti e la proprietà avranno attentamente valutato. Semmai non mi è piaciuto come la notizia è uscita, troppo presto e per effetto di qualche spiffero eccessivo in societa' che a questi livelli e con questi soldi in ballo (e col precedente di Berbatov ancora fresco) sarebbe stato meglio evitare, in questo la Fiorentina deve ancora crescere. In settimana ho molto apprezzato, su Repubblica, l'intervista di Emanuela Audisio, una delle migliori firme del giornalismo sportivo nazionale, ad Eduardo Macia. Mi sono piaciute molto le parole, la chiarezza e la serenità espresse dal dirigente viola ma mi ha molto colpito che Audisio, che da giornalista e scrittrice (consiglio di cuore il suo "Bambini infiniti") ha intervistato il meglio dello sport mondiale, sia stata incuriosita da Macia, un ragazzo spagnolo che sta letteralmente coronando un sogno, fare della propria passione un lavoro. Segno che il lavoro, la competenza, lo stile suo e della Fiorentina stanno, a prescindere dai successi sul campo, attirando attenzione e stima. E di questo sono felice soprattutto per Macia, che si merita tutti i complimenti che sta ricevendo in questo periodo. Mi hanno molto colpito anche le parole di Ciccio Baiano, che lo ha allenato a Siena, su Larrondo, un altro possibile futuro viola: "So di dire una cazzata ma per le caratteristiche fisiche e per come si muove ricorda Van Basten. Ha fisico, colpo di testa, senso del gol, aiuta la squadra ed è bravo tecnicamente. Perche' allora non è ancora esploso? Perché gli manca il fuoco dentro, dovesse trovarlo a Firenze la Fiorentina avrebbe fatto un colpo eccezionale". Il fuoco dentro, un elemento fondamentale, per fare di un giocatore di calcio un calciatore, come direbbe il mitico Claudio Nassi. Chiudo con un saluto ed un grande abbraccio a Mario Ciuffi, un grande tifoso viola ed una persona per bene.
Leonardo Petri