NON CEDERE KALINIC A 40 MILIONI SAREBBE UN ERRORE. CIFRA SUPERIORE AL VALORE E QUESTO È IL MOMENTO PER SFRUTTARE IL MERCATO CINESE
100 milioni all'anno proposti a Ronaldo. 76 euro al minuto per Carlos Tevez. 40 milioni per Nikola Kalinic. La verità di questi ultimi mesi è che il vento d'Oriente sta letteralmente drogando il mercato. Con una concorrenza "sleale", se per tale s'intende la possibilità d'investire soldi a occhi chiusi senza che il venditore possa permettersi di rifiutare. Si, lo fa CR7, ma è il giocatore più pagato del globo se uniamo anche gli sponsor. Rifiutare 40 milioni per Kalinic sarebbe un errore, da parte della Fiorentina.
Lo sarebbe perché Kalinic non li vale, se paragonato ai prezzi che circolano in Europa. Lo sarebbe perché con 40 milioni riesci a sistemare i conti e a prendere pure un sostituto di pari livello è un altro paio di rinforzi. Lo sarebbe perché 40 milioni è cifra fuori mercato, alla quale è impossibile dire francamente di no. Sousa, destinato comunque a salutare la Fiorentina (e gli spifferi sulla Juventus non giungono a caso), se ne farà una ragione. Il problema sono i pochi controlli esercitati sul mercato cinese: se in Europa vige la regola del fair play finanziario, la Chinese Super League non ha certi limiti capestro e per questo è libera d'investire senza controlli e col massimo delle disponibilità di qualsivoglia provenienza.
Per questo, fin quando la FIFA non deciderà di prendere deo gratias una decisione comunque già tardiva a riguardo, tanto vale sfruttare la gallina dalle uova d'oro. Kalinic non vale e mai varrà 40 milioni di euro, e beninteso questo è scritto e detto col massimo del rispetto per l'uomo e per il professionista. Però non cederlo significherebbe non rendersi conto di come sta cambiando il mercato. Non cogliere un'opportunità, per quanto triste sia nei fatti. Non incassare 40 milioni buoni per sistemare conti e squadra.