LA PEGGIOR FIORENTINA DELLA STAGIONE. SQUADRA SPENTA E SENZA IDEE, NON GIOCA MAI IL SUO CALCIO BRILLANTE E PAGA. AMRABAT REGISTA È LENTO. VLAHOVIC VIVO SOLO NEL FINALE. ORA BASTA POLEMICHE PER NON COMPROMETTERE IL BUON LAVORO FATTO

19.10.2021 11:05 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
LA PEGGIOR FIORENTINA DELLA STAGIONE. SQUADRA SPENTA E SENZA IDEE, NON GIOCA MAI IL SUO CALCIO BRILLANTE E PAGA. AMRABAT REGISTA È LENTO. VLAHOVIC VIVO SOLO NEL FINALE. ORA BASTA POLEMICHE PER NON COMPROMETTERE IL BUON LAVORO FATTO

Non sembrava neppure una Fiorentina di Italiano, a Venezia è scomparsa la squadra brillante e aggressiva che era piaciuta a tutti nelle prime sette partite della stagione per lasciare spazio a un’altra involuta, lenta e spenta. Cosa è successo nella testa e nelle gambe dei giocatori dovrà scoprirlo l’allenatore, crediamo che si tratti di un incidente di percorso, di una serata storta, e non di una vera e propria crisi di rigetto. O almeno speriamo. Certo è che ieri sera sono venuti a mancare d’improvviso gli elementi fondamentali che servono al calcio di Italiano e che la Fiorentina aveva mostrato a tratti bene, a volte benissimo, anche sfidando squadre più forti come Inter o Napoli.

Questa volta no, la squadra viola è riuscita a perdersi con il piccolo Venezia e alla fine ha giustamente pagato.

E’ vero che i padroni di casa hanno pensato solo a una gara difensiva, hanno chiuso tutte le linee di passaggio, si sono arroccati nella loro metà campo cercando di recuperare palla e ripartire, aspettando gli errori della Fiorentina, ma questa non può essere una giustificazione. Anzi.

Certe difese si superano con il movimento senza palla, con il gioco veloce, un tocco, due tocchi e i cambi di campo, gli inserimenti dei centrocampisti e invece non si è visto niente di tutto questo. O meglio, s’è visto al rallentatore. La manovra è sempre stata lenta e impacciata, tutti i giocatori bloccati nella metà campo avversaria capaci solo di gestire un possesso palla lento e inutile che, soprattutto nel primo tempo, non ha mai liberato un uomo al tiro, non ha mai prodotto un’azione vera e propria. Qualche guizzo di Sottil è quello che ha passato il convento.

Vlahovic non è mai stato cercato e lui ha fatto quasi niente per farsi trovare. Sparito il suo veleno, mai vista la sua faccia indiavolata. Il triste tiki taka viola con il passare dei minuti ha fatto capire al Venezia più vivo, più determinato, che poteva anche provarci e così è stato.

Una giornata storta può capitare, sia chiaro. Nessun dramma e nessun processo. Serve comunque un’analisi e un confronto nello spogliatoio perché se una squadra decide entusiasticamente di giocare un calcio nuovo certe cadute non sono consentite. E’ mancata anche l’aggressività, quel pressing feroce che consente di recuperare palla in uscita e ripartire. Oggi l’intensità e l’aggressività sono bagagli indispensabili per qualsiasi idea di calcio, ma soprattutto se giochi con le idee che la Fiorentina ha mostrato nelle precedenti gare.

Anche le scelte di Italiano questa volta non hanno pagato. Il ricorso ai giocatori che più erano rimasti ad allenarsi durante lo stop delle nazionali, l’esclusione in toto dei sudamericani come aveva fatto nel precedente stop, questa volta è stato penalizzante. Non ha funzionato.

S’è vista una squadra in difficoltà anche perché Amrabat non ha mai dato i tempi, non è stato al centro della manovra e quando ha toccato palla ha quasi sempre rallentato l’azione aggiungendo lentezza a lentezza. Ma fatico a trovare qualcuno da salvare, forse Igor. Anche Milenkovic, forse per l’infortunio che l’ha tenuto fermo, non è mai stato dominante come dovrebbe. Per non parlare di Callejon o Odriozola: sulla fascia destra viola c’era una voragine. Ma quando la tua idea è giocare da squadra e il gioco non funziona, non trova sbocchi, non è fluido, è inevitabile che la frana coinvolga tutti. Si sono così rivisti i limiti individuali di alcuni giocatori.

La squadra è sembrata anche stanca, forse di testa più che di gambe. O tutte e due. Anche questo inspiegabile dopo due settimane di stop per diversi dei viola. Come già detto, un po’ di vivacità l’ha mostrata Sottil alla ricerca dell’uno contro uno, ma la squadra non l’ha aiutato e lui deve calmarsi anche se il secondo giallo e quindi l’espulsione è sembrato eccessivo. Il primo fallo è stato di un avversario.

La reazione finale, dieci contro undici, è stata la cosa dalla quale ripartire. E’ tornata la rabbia, s’è rivista la determinazione, qualcosa in più da Vlahovic, ma ormai era troppo tardi e la lucidità è mancata.

Non credo che questa Fiorentina sottotono possa essere il frutto delle roventi polemiche che hanno coinvolto Vlahovic e lo hanno contrapposto alla società. I giocatori sono abituati a certe situazioni contrattuali, sono dei professionisti e Vlahovic in nazionale aveva fatto tre gol. Ripeto, non credo che ci sia un nesso fra le due cose. O almeno lo spero fermamente.

Comunque, se vogliamo evitare di mettere ostacoli o paletti nel lavoro di Italiano, se l’obiettivo è ritrovare la serenità e i risultati, forse converrebbe smettere di continuare a parlare pubblicamente di certi temi. Importanti, per carità. La Fiorentina ha completamente ragione, ma visto che la situazione è chiara e gli attori in campo hanno il ruolo definito, da oggi in poi ne parlerei in quelle che una volta chiamavamo le segrete stanze. Un modo per proteggere la squadra e il lavoro dell’allenatore fino a ieri ottimo.

Cancellare Venezia e ripartire subito è un obiettivo raggiungibile: centriamolo.