LA FIORENTINA: UNA SALA D’ATTESA DAI DELLA VALLE ALLO STADIO PASSANDO PER SAPONARA.. ASPETTANDO QUELLO CHE VERRA’ INTANTO PIOLI LAVORA
Clima triste, da fine impero. Il periodo viola è tra i più grigi mai vissuti. Figuramici quando il pallone tace perché la sosta detta l’agenda. Non c’è vento su questa Fiorentina, aria ferma e pesante. Tutto è sospeso in attesa degli eventi. Ecco, appunto, aspettando qualcosa.
E’ la Fiorentina che attende una parola, un cenno, un gesto da parte dei Della Valle. Evaporati dalla scena viola ormai dal 26 giugno scorso quando la società è stata messa in vendita, quantomeno mediaticamente.
Un’attesa snervante, giorno dopo giorno. Antognoni ha risvegliato, come solo lui sa fare, le anime viola raccontando di un Andrea Della Valle pronto a tornare per tranquillizzare la piazza. Le parole del capitano non sono pezzi di una sintassi banale, ma sentenze. Tocca credergli. Magari aggiungendo: ADV narrerà una svolta o un prolungamento dell’agonia? Facciamo il tifo per per la prima soluzione, ma restiamo in attesa, appunto.
Aspettando lo stadio: altro tema che rischia di prosciugare le energie di una tifoseria sfinita sotto i colpi dell’incertezza. Si farà? Facciamo il tifo per il sì, ma la vicenda è ancora tutta da scrivere. E’ un altro “se” sul percorso delle dubitative viola.
In attesa del ritorno di Saponara. Trequartista sublime, preso a 9 milioni quasi un anno fa e salutato col suono delle chiarite. Gli infortuni lo hanno limitato e frenato sul percorso dell’inserimento a Firenze. Pioli lo stima, lo coccola, lo fa sentire importante: condizioni necessarie per ravvivare un temperamento sensibile come il suo. A Ferrara non partirà titolare, forse potrà giocare uno spezzone di gara. Di sicuro Pioli lo utilizzerà quando sarà pronto. Interno di centrocampo con compiti speciali, trequartista da solo o in coppia, falso esterno, Saponara potrà rendersi utile alla causa viola dalla metà campo in sù.
La Fiorentina, insomma, si è trasformata in una grande sala d’attesa. Aspettando quello o l’altro, sperando che nessuno dei protagonisti sia parente del Godot firmato Samuel Beckett. Roba da teatro dell’assurdo. Rappresentazione molto in linea con la realtà viola di questi tempi. Una Fiorentina assurda nel suo senso di vuoto che comunica.