L’AMORE DA SOLO NON BASTA, LA CRISI VIOLA FA NOTIZIA ANCHE IN INGHILTERRA. LA MENTALITÀ PERDENTE E DUE PARTITE CRUCIALI: TRA SASSUOLO E VERONA, AL FRANCHI È IN BALLO IL FUTURO
“Da solo, l’amore di Prandelli non basta per salvare la decadente Fiorentina”. La crisi viola è finita anche sul The Guardian, uno dei quotidiani più importanti d’Inghilterra. Il ciclo Commisso, partito con grandi squilli di fanfara, fa di nuovo i conti con la crisi. Una squadra costosa, partita per risalire la china dopo anni bui, è la peggiore dell’ultimo mese: a novembre ha raccolto appena due punti e di 11 partite di campionato, ne ha vinte appena un paio. Un disastro, aggravato dal modo in cui la Fiorentina ha perso a Bergamo, ovvero quasi senza giocare, consegnandosi, di fatto, a un avversario già forte, che di certo non aveva bisogno di alcun favore per battere la fragile difesa viola.
La cosa che fa più rabbia e allo stesso tempo preoccupa, è l’atteggiamento perdente della squadra, dimesso, impaurito prima ancora di battere il calcio d’inizio. Difendersi e basta non porta a nulla, ogni tanto può voler dire raccattare punticini, ma alla lunga non può pagare. La Fiorentina non è una squadra abituata a lottare per non retrocedere, non ha quella mentalità, né quello spirito indomito che porta le piccole squadre a mordere le caviglie degli avversari pur di vincere un contrasto qualsiasi. Iachini è stato cambiato proprio per questo, con Prandelli l’idea era evolvere e impostare un gioco che creasse un’identità. Di tutto questo, ancora, non s’è visto nulla: il tempo per Cesare, è verissimo, è stato poco, ma la complicatissima classifica, non deve far perdere il filo del discorso. Urge cambiare testa, trovare uno spirito comune, ripartire insieme consapevoli di aver sbagliato lo sbagliabile, ma di avere (fortunatamente) ancora il tempo per rimettersi in moto. Rispetto al tanto temuto ’93, l’allarme rosso è suonato molto presto, praticamente subito. E questo è forse l’unico aspetto che aiuta a pensare che prima o poi ci toglieremo fuori dalle sabbie mobili, che prima poi gli attaccanti segneranno e le grandi firme lasceranno il segno.
Il ritiro intanto è servito a guardarsi negli occhi, anche ad alzare la voce, perché in casi come questi ce n’è davvero bisogno. Commisso è inviperito, Barone pure, un andazzo del genere è inconcepibile, ma a bocce ferme anche la società farà bene a fare una profonda analisi sulle scelte compiute in questi mesi. Fare la lista dei colpevoli comunque adesso serve a poco, perché nessuno dopo sventure come queste, può sentirsi innocente. E’ tempo di Covid purtroppo, e i tifosi stanno tentando di fare il possibile per dare il loro contributo: il messaggio però è arrivato bello chiaro. Svegliatevi tutti, chi ha orecchi per intendere intenda. Prandelli ha giurato che già stasera vedremo una Fiorentina diversa, negli uomini ma soprattutto nel carattere. Torneranno i big, nella speranza che Ribery, alle parole (“Darò tutto me stesso”) faccia seguire i fatti e che Callejon si scrolli di dosso questa apatia che lo avvolge da quando è qui. Le chiacchiere comunque stanno a zero. In tre giorni la Fiorentina si gioca tantissimo. Al Franchi arrivano Sassuolo e Verona, due squadre diverse ma che giocano da big, allenate alla grande, da gente che la Fiorentina aveva messo nel mirino ma che poi ha mollato sul più bello. De Zerbi l’anno scorso dette una lezione di calcio, stavolta però dovrà essere diverso. Il Sassuolo verrà qui a fare possesso palla, la Fiorentina dovrà soffrire e cercare di restare lucida, per capire quando si potrà andare alla caccia del pallone e quando invece sarà giusto attendere nella propria metà campo. Firenze si aspetta la riscossa, un segno di vita da una squadra con l’encefalogramma piatto. Sono due partite da non fallire. Servono punti come il pane e un segnale reale che faccia capire che gli schiaffi sono serviti da lezione. C’è bisogno di arrivare alla sosta di Natale con meno affanno e meno cattivi pensieri. Come scrivono gli inglesi, la Fiorentina è stata un disastro. Ma ha l’ennesimo appello per riscattarsi almeno un po’ e soprattutto per scacciare quell’inquietudine chiamata B.