FIORENTINA BELLA A METÀ. GIOCARE BENE NON BASTA: SERVE CONCRETEZZA PER VINCERE. CON QUESTA LAZIO OCCASIONE PERSA. IN TRASFERTA CI SONO PROBLEMI

08.10.2018 00:00 di  Mario Tenerani   vedi letture
FIORENTINA BELLA A METÀ. GIOCARE BENE NON BASTA: SERVE CONCRETEZZA PER VINCERE. CON QUESTA LAZIO OCCASIONE PERSA. IN TRASFERTA CI SONO PROBLEMI
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© foto di Giacomo Falsini

La Lazio, questa Lazio, rappresentava una ghiotta occasione per salire un gradino sulla scala della grandezza. La Fiorentina è un cantiere aperto, Pioli lavora per far crescere un gruppo, obiettivo settimo posto, in ipotesi buono per l’Europa. Ecco, venire a Roma e non approfittare della debolezza psicologia e fisica dei biancocelesti, è stato un errore. La Lazio era e resta più forte come cifra tecnica e muscolare della Fiorentina, ma non in questo frangente. Tra l’altro gli spifferi romani raccontano di una notte ad alta tensione nel ritiro biancoceleste, con i tifosi molto arrabbiati. Non a caso la formazione di Inzaghi è sembrata impaurita, prigioniera della paura di sbagliare dopo 7 gol presi in 2 partite, una delle quali il derby, tanto per intenderci. Poi il fiato corto perché la battaglia di Francoforte pesava. La Fiorentina ha fatto la partita, creato 5 palle gol, ma senza portare a casa niente. Una di queste chance, capitata nel primo tempo sul destro di Benassi, dopo una scellerato disimpegno di Wallace - capita di rado di assistere ad errori di questo genere -, è stata clamorosa. Non si possono fallire possibilità così perché poi finisci che le paghi pesantemente. Giocare bene non basta. Non è giusto, ma è così. Per vincere bisogna essere più concreti. Forse, però, ci dimentichiamo troppo spesso che la Fiorentina è la squadra più giovane d’Europa: con la linea verde si sogna, ma quasi mai si vince qualcosa. Altrimenti lo farebbero tutti. Pioli è stato chiaro, vuole portare i suoi uomini a un maggiore cinismo, indispensabile per non tornare a Firenze a mani vuote dopo una trasferta. 

Lontano dal Franchi le cose non funzionano come un anno fa: su 12 punti disponibili i viola ne hanno raccolto solo uno, non vincono dal 6 maggio scorso a Genova (2-3). Vero che la Fiorentina ha affrontato Napoli, Samp, Inter e Lazio, quindi non c’era da aspettarsi molto però ciò non basta a giustificare un bottino così scarno. Attendiamo altre verifiche però è innegabile che adesso i viola abbiano due volti: quello sicuro, sorridente quasi guascone delle partite in casa e quello incerto e titubante della trasferta anche se su ogni campo durante queste sfide la Fiorentina ha avuto momenti di calcio convincente. 

Pioli sa dove intervenire e cosa chiedere alla squadra e ai singoli. Pjaca è chiamato a dare tanto di più, il croato non ha più problemi di condizione, forse deve capire dove si trova e che deve fare. Deve sbloccarsi sul piano mentale, ha ricordato Pioli sabato alla vigilia di Roma. Pjaca gioca una partita nella partita, tenta spesso soluzioni personali che sono fini a loro stesse, insomma non canta col coro. Migliorerà per forza, ma non c’è molto tempo da perdere. L’altro tema caldo è il centrocampo: Veretout svetta su tutti, ma Gerson ed Edimilson ancora non girano. Il primo ha potenzialità straordinarie però è ancora leggero, deve entrare con più incisivita' nella manovra viola. L’altro è ordinato, ma è l’uomo del passaggio indietro, senza rischi. Edimilson deve prendersi qualche responsabilità in più per far crescere la mediana.

Qualcosa da rivedere, ma i conti nella Fiorentina attuale comunque tornano. I viola sono settimi, in piena corsa e con un un impianto di gioco davvero interessante. Coraggio allora.