DDV E IL "PASSO DI LATO": CON LA FIORENTINA SI VEDE GIA’. A GENNAIO NON C’E’ UN EURO OLTRE A SAPONARA E SPORTIELLO DA PAGARE. IL CASO PEZZELLA E LA FRASE INFELICE DI PIOLI SUL MODELLO SAMP
Hanno fatto clamore negli ambienti imprenditoriali, della finanza e della moda, le parole di Diego Della Valle nel corso della giornata dedicata alla presentazione del nuovo corso della Tods. A domanda se era arrivato il momento di fare un passo indietro, l’industriale marchigiano ha risposto "no, farò un passo di lato".
Parole che hanno fatto scatenare tante illazioni e supposizioni prima di essere poi derubricate a semplice ironia o a una risposta spiritosa. Dunque, il patron non molla la Tods, ma che il momento sia di profonda riflessione non c’è alcun dubbio. Diego Della Valle ha cambiato il management della capofila del gruppo e sta ampliamente ristrutturando dopo anni non floridi come un tempo sotto l’aspetto dei fatturati e dei ricavi.
La domanda collegata a un possibile disimpegno non era sicuramente fuori posto. Nel mondo della finanza risulta da tempo che fondi di investimento del lusso avrebbero fatto proposte di acquisto del brand o siano pronti a farle. Diego Della Valle potrebbe essere tentato vista l’età, 63 anni, ma soprattutto oltre 40 anni di lavoro in prima linea, ogni giorno tutti i giorni. Più che tentato, viene descritto come combattuto fra il cedere alle lusinghe con ricavi stratosferici e l’accettazione di una sorta di pensionamento ultra-miliardario, e il rimboccarsi le maniche per un grande rilancio dell’azienda.
Il passo di lato potrebbe nascondere l’idea di percorrere una via di mezzo, l’affidarsi a un management più giovane e dinamico che consenta a Diego di essere meno impegnato in prima linea e in prima persona in tutto il mondo (come fa oggi) per dedicarsi di più alle grandi strategie finanziarie e industriali. Non un disimpegno e neppure un ridimensionamento, ma un ruolo diverso che egli stesso vorrebbe attribuirsi. In questo modo il discorso del "passo di lato" tornerebbe.
Cosa c’entra tutto questo con la Fiorentina?
Molto, moltissimo. E’ chiaro che il ridimensionamento dei viola avvenuto negli ultimi due anni sia frutto anche di quello che sta accadendo al gruppo. Quando nel gennaio del 2016, con la Fiorentina seconda in classifica, fu deciso di non investire più su due-tre giocatori di primo livello rinunciando di fatto alla corsa Champions, è tutto dovuto ai conti del gruppo. Proprio allora cominciarono ad affiorare i primi segni meno e Delle Valle fin dal primo giorno in viola ha sempre detto di non voler fare come Cecchi Gori, crearsi problemi economici per il calcio.
Anche il ricorso al Corvino-bis, per riaffidarsi a un uomo di numeri e di plusvalenze in grado di rimettere a posto dei bilanci che erano sfuggiti di mano, è una mossa che va in questa direzione. Per non parlare poi della decisione del ritorno all’autofinanziamento che è sicuramente una ripicca per l’atteggiamento dei tifosi scontenti e per le critiche dei tifosi vip (vedi Cavalli), ma anche l’intenzione di non spendere più un euro per la squadra di calcio viste altre necessità primarie del gruppo.
La messa in vendita della società Fiorentina, datata giugno 2017, è poi l’ultimo atto in una direzione chiarissima: il disimpegno. Ma al di là dei conti e dei numeri, dietro ci sono anche profonde riflessioni di Diego Della Valle giunto a un’età nella quale forse è arrivato il momento di guardarsi attorno per decidere cosa fare da grandi. L’idea sarebbe quella di dedicarsi a cose stimolanti, che soddisfino, tagliando gli impegni più gravosi e meno gratificanti. Fra questi ultimi possiamo di sicuro collocare anche la Fiorentina. Tanto più che il fratello giovane, il cinquantenne Andrea, quello che più si divertiva con il calcio e si era quasi appassionato, oggi è il più disamorato di tutti.
Situazione complessa, non c’è dubbio.
La sensazione è che una volta ristrutturata la Tods’ e avviato il nuovo corso, si passerà davvero anche a occuparsi del futuro della Fiorentina. Tutti sono sicuri che se arrivasse domani un’offerta ritenuta congrua, da un personaggio gradito, Diego Della Valle venderebbe immediatamente. In questo momento nessuno può fare previsioni, non resta che aspettare. E allora cosa sta succedendo in Fiorentina?
Inutile negare che anche fra i manager c’è incertezza. I conti ora vanno bene, il risparmio e il ridimensionamento del si vedono, ma la campagna acquisti con una spesa molto ingente non soddisfa nessuno. Si pensava di poter ricostituire più facilmente un parco-giocatori più importante e invece la squadra, il core-business dell’azienda, è modesta. In questo momento non ha appeal e non si vedono grandi margini di miglioramento. E se è vero che sono stati accantonati più di trenta milioni per la gestione della società, è anche vero che questi soldi sono destinati a finire rapidamente per le spese di cassa (stipendi dei giocatori e dei dipendenti), e le spese varie di gestione.
Da dove potranno arrivare ulteriori ricavi e plusvalenze con questo parco giocatori? Probabilmente soltanto da una eventuale cessione di Chiesa. Considerando che da qui a giugno dovranno essere poi pagati sia Sportiello che Saponara (quindici milioni), è facile capire che la situazione non è rosea. In ballo c’è pure il riscatto di Pezzella (dieci milioni) e sarebbe assurdo non comprare uno dei pochi giocatori da Fiorentina ingaggiati nelle ultime tre sessioni di mercato corviniano.
All’autofinanziamento non ci sono deroghe e probabilmente non ci saranno. Ecco allora che devono far sorridere le invenzioni dei soliti noti che cominciano a buttare in pasto ai tifosi nomi più o meno credibili di mercato. E’ ormai evidente a tutti come il mercato estivo sia stato sbagliato, è altrettanto chiaro che ci sarebbe davvero bisogno di ritocchi e ritocchini.
Abbiamo parlato più volte di difensori inadeguati e centrocampisti precari, ora ci stanno arrivando anche i trombettieri omettendo però il nome di chi li ha comprati per non urtare la suscettibilità del manovratore. Come se il mercato viola l’avesse fatto lo Spirito Santo. A gennaio, quindi, le possibilità di acquisti saranno pochissime a meno che Corvino non riesca a vendere giocatori da lui comprati e rivelatisi dei flop (Cristoforo e Oliveira su tutti) per poi reinvestire quei denari. Oppure Corvino potrebbe anche far ricorso ai soliti prestiti con obbligo di pagamento a qualche anno…
Vedremo, anche perché (mi chiedo) serve davvero correggere ora una squadra con l’obiettivo di rinforzarla per arrivare dove? Ottava invece che nona o decima? Non lo so. Forse è meglio rimandare a luglio, magari sperando nella cessione…o nello stadio.
Tornando a Pezzella spero davvero che la situazione venga analizzata il prima possibile e vengano accantonati questi dieci milioni, se continua così il rapporto qualità-prezzo è interessante e non riscattarlo sarebbe delittuoso. Forse Pezzella è l’unico giocatore del mercato estivo che possiamo definire "buon colpo", anche se l’Atalanta ha preso Palomino in Bulgaria (altro centrale argentino) per un tozzo di pane. Ma loro sono più bravi. Tornando all’autofinanziamento e a questi giorni tristi dell’incertezza, a rimetterci sono soltanto i tifosi, frustrati nella loro passione, nelle loro ambizioni.
Quando sento Pioli dire che mi ribello all’idea e mi chiedo se una roba del genere possa essere accettabile. Forse solo perché il presidente Ferrero risiede a Firenze…
Con tutto il rispetto della Samp, di una squadra forte e ben costruita da Pradè (ma conosciamo bene il suo valore), la Fiorentina ha altra storia, altra tradizione, altri tifosi e un’altra città alle spalle e questo Pioli dovrebbe saperlo bene. Certo, se però poi gli comprano Biraghi e Gaspar anche lui che deve dire?