COMMISSO HA SCELTO LA LINEA DURA. È GIUNTA L’ORA DI PROVARE A DIRE NO. A GENNAIO DUE RINFORZI A PRESCINDERE: SARANNO PEDINE DI VALORE. IL MASSACRO DI VLAHOVIC NON SERVE: ALTRIMENTI PERDERANNO TUTTI
Finisce una settimana al tritolo, alla faccia di quelli che pensavano che durante la sosta non vi fossero temi da trattare. Commisso ha fatto saltare il banco, ma si intuiva che il temporale fosse in arrivo.
Abbiamo alle spalle fiumi di parole, già detto tutto. Andiamo oltre. Usciamo dalla dialettica del Commisso ha fatto male perché non era il momento di parlare oppure ha fatto bene perché era il frangente più adatto. Tanto non c’è una verità condivisa. Inutile tentare, ognuno ha la propria ed è l’unica. Non esiste trattativa. O di qua o di là. Qualsiasi strategia è da promuovere oppure da bocciare a seconda di come la si guardi. E allora, proviamo una fuga in avanti.
Rocco Commisso ha scelto la linea dura: stufo del comportamento dell’agente di Vlahovic che ha il diritto di scegliere i propri interessi e di quelli del calciatore - ammesso che i due convergano… -, ma non quello di prendere in giro il presidente della Fiorentina che in quanto tale rappresenta una comunità, un club dal prestigio internazionale e pure una città. Oltre al fatto che è un imprenditore da alcuni miliardi di dollari.
Il procuratore di Vlahovic non ha compreso che si può vincere, ma se invece vuoi stravincere ti impallinano. Primo o poi arriva il conto ed è salato. E’ già capitato ad altri.
La politica di Commisso è molto simile a quella del Milan di Paolo Maldini nella vicenda Donnarumma. E’ il secondo caso in tre mesi: ancora poco per dichiarare guerra ad un andazzo maleodorante, ma abbastanza per affermare che uno squarcio nell’egemonia di certi procuratori si è creato. La speranza è quella di arrivare presto ad una frana. L’azione di Commisso non può restare a galleggiare nell’aria. Deve essere l’inizio di un percorso, non un’iniziativa sporadica. Il fronte ha necessità di allargarsi a macchia d’olio. Lo scenario è sotto gli occhi di tutti: in Europa ci sono diversi giocatori, alcuni importantissimi, che non vogliono firmare. Ormai è una politica bene precisa. Società sotto schiaffo. Anche per colpe proprie, sia chiaro, che partono da lontano. Hanno accantonato i direttori sportivi, salvo casi rari, per concedere la supplenza del ruolo ai grandi procuratori che ormai si occupano di tutto. Questo ha generato una situazione incontrollabile e i risultati sono ben visibili.
Che fare adesso? La speranza è che si accenda un’asta per Vlahovic e forse nelle pieghe dell’intervento di Commisso c’era nascosto questo intento. Far uscire tutto allo scoperto, motivando chi vuol acquistare a farsi sotto. Di sicuro le parti in causa, ovvero chi rappresenta Vlahovic e chi la Fiorentina, dovranno sedersi per trovare una sintesi che faccia limitare i danni ad entrambi. Il rischio di farsi male per tutti è evidente.
Intanto la Fiorentina a gennaio, a prescindere dalla partenza di Vlahovic, interverrà sul mercato: due acquisti nel mirino e di qualità. Un esterno e un centravanti. Ci sarà un esborso economico, ma non esistono alternative. Primo per dare ad Italiano una squadra migliore, secondo per inviare un messaggio a Vlahovic e a chi ne cura gli interessi. Commisso non ha intenzione di rimetterci dei soldi, ma se lo faranno infuriare avrà le armi anche per portare a zero euro (30 giugno 2023) Vlahovic. Per l’attaccante sarebbe una mazzata, un anno e mezzo complicatissimo da sostenere.
Si creerà concorrenza in attacco (finalmente) e chi starà meglio giocherà. Non ci saranno scuse.
Non prendere un’alternativa a Dusan in estate, affidando tutte le carte a Kokorin, è stato un errore. Forse fatto per non creare imbarazzo al giovane serbo, consentendogli di rimanere più tranquillo possibile, ma è stato comunque uno sbaglio. Il club rimedierà sul mercato invernale.
Ricordiamoci che siamo solo ad ottobre e neanche a metà. Gennaio è lontano. Adesso massacrare Vlahovic non porta a nulla. La Fiorentina ha bisogno di lui e lui ha necessità di non perdere la bussola. A perdere, infatti, sarebbero tutti. Ha la maglia della Fiorentina, è ben remunerato, deve dare il massimo come per altro ha fatto fino ad oggi perché sul piano professionale non gli si può rimproverare nulla.
La stessa società viola sta cercando di non rompere tutto.
Per Italiano il lavoro sarà doppio, ma sparare su Vlahovic sarebbe un danno generale.
Chiudiamo con la vicenda Koulibaly: nel resto di Italia sono state raccontate bugie, forse anche artatamente. Firenze non è razzista e non ci sono stati cori. Il gesto vergognoso di uno sconsiderato, non può essere contrabbandato per quello di un migliaio di persone. In altri stadi abbiamo sentito ben altro partire da una moltitudine di tifosi.
Le immagini messe a disposizione dalla Fiorentina, sommate agli strumenti degli inquirenti, hanno portato all’identificazione del responsabile. Daspo di 5 anni per la legge, Daspo a vita per la Fiorentina che non lo farà mai più entrare al Franchi. Speriamo che in Italia adesso lo abbiamo capito tutti.