CIAO SINISA, GUERRIERO BUONO. UOMO VERO, PROFESSIONISTA SINCERO. FIORENTINA ALL’ESAME MONACO: ITALIANO ASPETTA GLI ATTACCANTI. PRIMA O POI SI SBLOCCHERANNO…

17.12.2022 10:25 di  Mario Tenerani   vedi letture
CIAO SINISA, GUERRIERO BUONO. UOMO VERO, PROFESSIONISTA SINCERO. FIORENTINA ALL’ESAME MONACO: ITALIANO ASPETTA GLI ATTACCANTI. PRIMA O POI SI SBLOCCHERANNO…

Una sberla in pieno volto. La notizia della scomparsa di Mihajlovic arriva così, ti centra in faccia e non reagisci. Eppure, maledizione, era nell’aria. Però nessuno voleva crederci. Perché Sinisa era un lottatore autentico e i guerrieri non muoiono mai. Invece anche Mihajlovic si è dovuto arrendere, all’ultimo minuto dei supplementari. Ha vinto la morte questa schifosa partita. Da ieri pomeriggio il calcio italiano è stato invaso da messaggi di amici, tifosi, appassionati, gente di casa: tutti per Sinisa, per la sua vita che se ne è andata troppo presto, ma che per certi aspetti sopravviverà a tutto il resto. 

Mihajlovic è stato un grandissimo calciatore perché era la somma di qualità tecniche, fisiche e temperamentali. Sinisa è stato bravo anche in panchina anche se lì non poteva incidere come invece faceva quando era in campo. Il destino di tutti gli ex grandi giocatori. Un carattere di carta vetrata nascondeva un cuore bello, ma erano i suoi comportamenti diretti, ruvidi, senza sconti che lo rendevano raro in un mondo di fantocci, improvvisati, con le facce di plastica. 

Lo abbiamo frequentato per un anno e mezzo a Firenze, nel periodo del post Prandelli (ai tempi di Della Valle) e abbiamo imparato ad apprezzarlo proprio per queste caratteristiche. Vederlo calciare in porta a fine allenamento, chiedete a Frey per notizia, era uno spettacolo che avrebbe meritato il biglietto. Le sue punizioni sembravano traccianti imprendibili. Ed era un piacere parlarci. Interviste mai banali, in particolare quello che evocavano il conflitto dei Balcani. Lui e la sua generazione portavano nell’anima cicatrici considerevoli. Sinisa non capiva perché noi noi comprendessimo fino in fondo quello che lui e il suo popolo avevano passato. Perché anche noi dopo l’8 settembre avevamo provato qualcosa di simile. Le bombe, gli amici di infanzia che improvvisamente si trasformavano in nemici, il sangue che scorreva sotto casa. I suoi racconti ti ipnotizzano, non potevi non riflettere su cose che erano accadute al di là dell’Adriatico, non poi così distanti da noi. 

Sinisa litigava, ma sapeva far pace. Era il primo a darti rispetto ancor prima di pretenderlo. Raramente ci siamo imbattuti in rapporti professionali così trasparenti. Sinisa fuori dal rettangolo di gioco non era diverso da quello che avevano ammirato in campo. Non aveva paura e ci piace pensare che non ne abbia avuta nemmeno nelle ultime ore della sua vita, breve e intensa. Chi scrive ha avuto il privilegio di conoscerlo e il suo ricordo non scomparirà. 

La Fiorentina lo onererà oggi prima dell’amichevole col Monaco osservando un minuto di raccoglimento. Poi sarà partita autentica. Un test internazionale buono per alzare il livello della preparazione. Castrovilli probabilmente lo vedremo col Lugano, ma ormai ci siamo. Gaetano ha il motore caldo, deve solo limare gli ultimi dettagli fisici

Italiano spera di vedere finalmente qualche gol dai suoi attaccanti. Prima o poi si sbloccheranno perché così si va avanti male. Anche se si parla più di Cabral che di Jovic. Vero che il brasiliano è qui da un anno, mentre il serbo solo da agosto, ma Jovic viene da Real e ha un ingaggio da grande campione. Forse sarebbe arrivato il momento di dimostrarlo, spiegando che la maglia del Real non era un caso. Cabral ha meno storia prestigiosa alle spalle anche se in Svizzera segnava caterve di gol. Arturo e Luka svegliatevi perché c’è bisogno di voi.