C'È IL VERONA MA NON SOLO: LO STRISCIONE DEL VIESSEUX STOPPATO ALLARGA IL SOLCO TRA FIRENZE E LA FIORENTINA. MERCATO: DABO IL NOME BUONO PER ROMPERE L'IMMOBILISMO
Arriva il Verona al Franchi e se l'aria che si respira intorno agli scaligeri è quella dell'ultima spiaggia non va molto meglio a chi sostiene la Fiorentina. I viola hanno l'obbligo, in campo, di fornire una pronta reazione dopo l'uno a tre di Genova mentre sugli spalti l'atmosfera si preannuncia come minimo più fredda del solito. Alla vigilia degli ultimi tre giorni di mercato (che oltre alle uscite di Sanchez, Cristoforo e Maxi dovrebbero ruotare intorno a obiettivi quali il francese Dabo, il ceco Soucek e il giovane polacco Zurkowski) non è soltanto l'immobilismo fin qui registrato a turbare l'ambiente.
La vicenda che chiama in causa lo storico Viola Club Viesseux, antico baluardo della Curva Ferrovia, è certamente antipatica come ogni volta in cui si tira in ballo la censura, ma soprattutto allarga ancora di più un solco già profondo tra città e società. Che la decisione parta dalla pubblica autorità, o dalla società, non sembra poi essere il punto, almeno non quanto impedire un messaggio come quello riposto sul fantomatico striscione.
Perchè al di là delle riflessioni sulle libertà di espressione da concedere o meno all'interno di uno stadio (e delle evidenti disparità tra curva e curva, basti pensare a cosa accade in altre piazze nelle quali sono ammessi persino adesivi antisemiti) spetterebbe soprattutto alla proprietà colmare le distanze dopo mesi di incertezze, senza contare il momento in cui paradossalmente è la stessa Fiorentina ad augurarsi di riportare gente allo stadio.
Fa specie pensare che nella giornata di venerdì, dal contest sui social per la miglior coreografia di sempre, emergesse il tentativo del club di trovare nuova fidelizzazione, magari colorando i seggiolini di quella Curva Fiesole dove da mesi si leggono striscioni anche di altro tenore rispetto a quello del Viesseux (e per questo anche passibili di forti multe). Non è con il muro contro muro che si risolverà una situazione ormai paradossale, e non è impedendo di rifarsi al gergo fiorentino (“Allora seguita”, da queste parti, è tutt'altro che offensivo) che si può favorire un riavvicinamento tra parti che ormai parlano lingue differenti.
Perchè mentre più o meno tutti, ottimisti inclusi, s'interrogano sul futuro di squadra, società e conseguenti progetti come nel caso dello stadio nuovo. E mentre, dopo Corvino, anche Pioli lancia messaggi rassicuranti verso il futuro (magari il modello Lazio fosse inseguito) la Fiorentina resta undicesima in campionato e con lacune evidenti in rosa non ancora colmate da interventi sul mercato. Una prassi che riguarda gli stessi investimenti, inizialmente previsti per questo gennaio e poi rinviati alla prossima estate. Segno che, al massimo, a Pioli verrà consegnata qualche alternativa come potrebbe avvenire per Dabo o Soucek. Di questo passo, più che aspettare l'estate, si tratta di capire in che condizioni ci arriveremo.
Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it