AMRABAT, SPUNTA UNA VOCE AL GIORNO... ORA SEMBRA LO VOGLIANO TUTTI. LE AMICHEVOLI NON CONTANO MOLTO MA QUESTA FIORENTINA STA BENE. DA AMATUCCI A FAVASULI: PIANTICELLE OK
Si può dire tutto di questo Mondiale, tranne sia banale.
Spagna, Germania, Brasile, Portogallo e Inghilterra sono saltate progressivamente come tappi di champagne, senza dimenticare le rappresentanti dei Paesi Bassi. Non solo: per la prima volta nella storia della competizione iridata c’è una nazionale africana in semifinale, il Marocco di Amrabat e i suoi fratelli. Forse non è una sorpresa totale perché la federcalcio marocchina fa sul serio. Uno scouting da far invidia ai principali club del pianeta ha tenuto sotto la lente di osservazione i tanti giocatori che avrebbero potuto indossare quella maglia. Perché 16 elementi su 24 sono nati fuori dal Marocco, ma hanno scelto di privilegiare le loro origini, non soltanto per questioni calcistiche, bensì di orgoglio e radici. È capitato anche al viola Sofyan, nato in Olanda. Con gli orange ha giocato fino alle selezioni giovanili, fino alla decisione definitiva di sposare la causa del senso di appartenenza.
Gli addetti ai lavori, quelli che vivono di calcio e ne comprendono la profondità, non si sono meravigliati più di tanto nel vedere quel prodigio di nazionale. Applausi al Marocco e avviso per i naviganti: la Francia è più forte, ma in quella partita, a proposito di origini, lo sport c’entrerà fino ad un certo punto. Il Marocco giocherà per la storia e la rivalsa sul colonialismo. I galletti se non staranno attenti finiranno allo spiedo.
Amrabat è uno degli attori indiscussi della cavalcata marocchina in Qatar. Il mondo lo ha scoperto e adesso pare lo vogliano tutti. Spunta una voce al giorno, l’ultima in ordine di apparizione porta a Madrid, sponda Atletico. Inglesi, spagnoli, francesi sono sul mediano-diga di Italiano. I tifosi della Fiorentina hanno reazioni urticanti e nessuno li può biasimare. C’è da capirli. Ma bisogna fare il callo alle indiscrezioni di mercato perché sarà questa musica da gennaio all’estate. Certo, se la società viola nel frattempo provvederà a fornirlo di un nuovo contratto, più lungo e sostanzioso, molti corteggiatori rinunceranno, anche se non per sempre.
Il club viola, spesso criticato per scelte non felici di mercato, con Amrabat può incassare meritatamente le lodi del caso. Quell’operazione del 31 gennaio 2020 (fu pagato circa 20 milioni, ma il centrocampista rimase fino al termine del campionato coi gialloblu) con il Verona riletta oggi è stata di grande lungimiranza. Ora, però, arriva il difficile per la dirigenza viola: blindare Sofyan o cedere alle lusinghe dei corteggiatori, pronti in alcuni casi a investire molti denari sul marocchino? Come sempre le due tesi si contrappongono, ma la speranza, se la Fiorentina deciderà davvero di aggredire prima o poi il quarto posto, è quella di limitarsi all’incasso degli elogi, rinunciando al resto.
A Bucarest i viola hanno alzato l’International Cup, trofeo di fine anno, messo in palio per il triangolare con Rapid Bucarest e Borussia Dortmund. Amichevoli di rango, ma pur sempre amichevoli. Contano poco, però aiutano a capire. Intanto gli avversari della Fiorentina erano di caratura internazionale e considerando che a metà febbraio gli uomini di Italiano se la vedranno col Braga per una sfida da dentro o fuori in Conference, forse la Romania è risultata utile per i viola. Sorvolando sui cronici problemi dell’attacco, l’unico a segnare è stato Kouame, i gol sono arrivati da Mandragora, Bonaventura e “bomber” Benassi. Il dato però che ha colpito in positivo ci riporta alla condizione generale del gruppo: questa Fiorentina sta bene e non sembra aver risentito della sosta. Pensiamo anche ai giocatori che mancavano e che ci auguriamo Italiano possa recuperare in un lasso di tempo ragionevole.
L’altra indicazione felice inquadra i giovani: Distefano, Bianco, Amatucci, Favasuli e Biagetti, chi più chi meno, si sono distinti in questi test tra Italia e estero. Regalano buone sensazioni anche se la prudenza rimane una buona compagna di viaggio. Nessuna esaltazione, ma la consapevolezza che le pianticelle (come le definiva Corvino) stiano crescendo benissimo è concreta. Italiano le sta coltivando come si deve e il settore giovanile viola è legittimamente soddisfatto per l’ottimo lavoro svolto in tanti anni.
Avanti così, il 4 gennaio è dietro l’angolo.