A VOLTE CAPITA...
A volte capita di riuscire a far qualcosa con indicibile facilità. Come per magia tutto fila liscio, le tessere del mosaico si incastrano perfettamente e allora si grida al miracolo, quello laico, quello sportivo, senza nulla di trascendente. E la Fiorentina 2012/2013 sembrava proprio figlia di un intruglio fantastico. Dopo qualche difficoltà iniziale, poi tutto era andato per il meglio fino al terzo posto, alle soglie della Champions. Mercoledì notte guardando l’espressione dei componenti il direttorio viola, bene, si è colta palpabile la delusione: perdere con una Roma evirata dei suoi maggiori talenti, dopo una battaglia intensa, dopo tre legni, l’amaro in bocca è molto più che olio di fegato di merluzzo. C’è tutta la rabbia di Vincenzo Montella che, pacato e tranquillo di solito, mercoledì notte avrebbe attaccato briga anche con i raccattapalle. Sono quelle sensazioni senza un vero perché...roba da strapparsi i peli con le tenaglie da fabbro.
Va bene. Ma il momento richiede grande lucidità e attenzione. Va fatto un bilancio. A questa squadra manca un centravanti. Luca Toni è un grande animatore, generoso e insostituibile, però a questo punto sembra chiaro che si tratta di un’eccellente riserva. E la Fiorentina fa fatica a far gol per strade ordinarie. Jovetic stenta nel trovare la sua migliore posizione. Llaijc è un frullino senza concretezza e continuità, Aquilani, Borja Valero e Pizzarro pensano come dei valenti filosofi ma non sanno mordere. Poi c’è da sistemare la questione del portiere. Viviano è buono o no? La comitiva tecnica di Montella si deve decidere. Se Viviano merita fiducia ha da tornare tra i pali senza se e senza ma, salvo fare un bilancio a fine stagione. Neto è un grazioso brasiliano che, come tutti i sudamericani, recita da portiere senza conoscere la grammatica del ruolo. A parte la papera fatta nell’ultima di campionato, in occasione del gol subito contro la Roma, davanti al cross resta colpevolmente sulla linea di porta, faccia alla metà campo, E’ un ventiquattrenne che non pare avere i cromosomi del campione.
Poi c’è la questione del centrocampo. Giocare con i “tre tenori” è un lusso che nessuno si può concedere impunemente. Occorre un centrocampista di fatica, che completi la struttura. La Fiorentina è una squadra che ha una fortissima vocazione di far gioco ma deve anche sapersi coprire convenientemente. Ecco, Montella deve riscoprire una Fiorentina che coglie favori e riscuote complimenti ma che non può prescindere dai risultati. E’ importante vincere quando serve, gli incontri che contano, altrimenti si finisce nell’oblio che Mourinho definì quello dello: “….zero tituli…”.
Massimo Sandrelli. Giornalista, Rtv38.