"VIOLA DA CHAMPIONS", Firenze sogna e dopo 38 giornate diventa realtà (2° parte)
Il girone di ritorno si apre sulla falsa riga di quello d'andata, ancora con una vittoria, stavolta per 2-0, e ancora sull'Empoli. La Fiorentina ribadisce così la sua supremazia regionale che nell'era Prandelli ha assunto contorni imbarazzanti. Apriamo una breve parentesi e ricordiamo come in passato i viola ebbero non poche difficoltà a superare l'ostacolo derby (addirittura fecero fatica anche nella “passeggiata” della C2), spesso perdendo da formazioni palesemente inferiori. Citavamo appunto la C2 dove l'innominabile Florentia Viola fu sconfitta dal Montevarchi in casa piuttosto che essere costretta ad umilianti pareggi, sempre fra le mura amiche, contro Poggibonsi e Castelnuovo Garfagnana (che tempi...). Ancora peggio andò in serie B dove il Livorno di Lucarelli ci mise alla frusta e di nuovo nel primo anno di serie A di Della Valle. Protagonisti sempre Cristiano Lucarelli ed il suo Livorno senza dimenticare la sconfitta di Siena del febbraio 2005. Con Prandelli no, la rotta s'inverte decisamente e nel triennio del “Mago di Orz” lo score totale sarà di 18 derby disputati con 13 vittorie, 2 pareggi e sole 3 sconfitte. Addirittura, e torniamo di corsa all'attualità, questa stagione si è sfiorato l'en-plain con 5 vittorie su sei partite, media rovinata, ancora una volta, dalla sconfitta subita nella città del palio (si, la partita del gol clamoroso sbagliato da Pazzini).
Dopo la vittoria sui cugini empolesi, subito una doccia fredda con il primo obiettivo che sfuma. I viola vengono sconfitti in casa dalla Lazio negli ottavi di finale di Coppa Italia per 2-1 (identico risultato dell'andata sempre a favore dei laziali) ed escono dal torneo. Altra doccia fredda 4 giorni dopo quando il Milan mette in mostra il suo baby-fenomeno Pato, 17enne acquistato nel mercato di gennaio, e vince per 1-0 al Franchi portando a suo vantaggio il computo degli scontri diretti e la conseguente classifica avulsa. Sarà un gol double-face, perché da un lato rivitalizzerà i rossoneri (in quel momento in netta crisi di gioco e risultati), e dall'altro minerà le certezze della squadra di Prandelli per la quale si apre un periodo contraddittorio fatto di un'estenuante alternanza di gioie e dolori. Il 10 febbraio i gigliati gettano al vento 2 punti fondamentali a Bergamo facendosi raggiungere al 93' dall'Atalanta e dal solito Carneade, Muslimovic. Quindi tre vittorie consecutive fra le quali le due col Rosenborg per i sedicesimi di Coppa Uefa. Quindi è la volta dell'ennesima sconfitta contro una “grande”, la Roma (1-0, gol di Cicinho). Poi la roulette viola si ferma sulla casella della vittoria con ancora tre affermazioni consecutive con Livorno, Juventus ed Everton prima di incappare nella già citata sconfitta nel derby col Siena e nel ritorno di Coppa contro i Toffees in quel di Liverpool (sconfitta indolore perché i viola passeranno il turno ai rigori). Brevissima chiosa sul successo di Torino contro la Juventus arrivato dopo 20 anni dall'ultima affermazione, datata maggio 1988 (decisa allora da un certo Roberto Baggio) e firmata oggi al 94' da un giovane italo-argentino, tale Osvaldo, preceduto da uno sconosciuto senegalese, Papa Waigo, acquistato da Corvino nel mercato di gennaio, autore del provvisorio 2-2 al 74'. Ancora l'alternanza fra casa e fuori (in questa fase la Fiorentina soffre un oscuro mal di trasferta) con le vittorie su Genoa e Lazio al Franchi e le sconfitte con l'Udinese al Friuli e col Napoli al San Paolo. E' la volta dei quarti di finale di coppa e ci toccano gli olandesi del PSV Eindhoven (che pochi giorni dopo vinceranno l'ennesimo scudetto d'Olanda). All'andata sarà un pareggio in casa (1-1) mentre il ritorno sarà trionfale con la più bella partita della stagione e col più grande Mutu mai visto in maglia viola. Una fantastica doppietta del "fenomeno" decide il confronto e regala alla Firenze viola un'insperata semifinale con i Rangers di Glasgow. In campionato si continua a vincere in casa (Reggina e Palermo) e si continua a perdere fuori (Inter e Cagliari, il giorno del sorpasso del Milan), anche se in precedenza c'era stata la delusione Uefa con la sconfitta ai rigori contro gli scozzesi (incredibile destino, 210 minuti nella loro area compresi i supplementari senza lo straccio di un gol), ed il rocambolesco pareggio contro la Sampdoria con l'oramai celeberrimo gol al 94' di Gastaldello, vero e proprio incubo nei sogni europei dei fiorentini.
Siamo ormai all'epilogo. L'11 maggio i viola recuperano il gol di Budan in casa col Parma (ancora una vittoria fra le mura amiche) e nel contempo il Milan, onusto di gloria ma anche di supponenza, snobba l'impegno al San Paolo e viene sgretolato dalla giovane brigata partenopea di Eddy Reja per 3-1, concedendo il quarto posto ed un clamoroso controsorpasso alla Fiorentina. Il resto è storia di oggi. Osvaldo, novello Pelè in “Fuga per la vittoria”, espugna Torino sponda granata e strabilia con una rovesciata perfetta, e a niente serve la goleada (tardiva) del Milan a San Siro contro l'Udinese (4-1). E' l'apoteosi !!! Viola in Champions, rossoneri in Coppa Uefa, e 30.000 persone al Franchi ad attendere 11 eroi col giglio sul petto per l'ennesima partita virtuale dopo quella del 1996. Grazie Fiorentina, Firenze ha sognato e stavolta, vivaddio, il sogno si è trasformato in realtà.
Leggi la prima parte:
"VIOLA DA CHAMPIONS", Firenze sogna e dopo 38 giornate diventa realtà (1° parte)