"MOMENTI DI GLORIA 2008" Sett.- Dicembre un immenso "Gila" e il "Borgonovo day"
Arriva dal Milan, costa 16 mln. di euro ed in breve tempo dimostra di valerli tutti. E' Alberto Gilardino da Biella, professione centravanti, segni particolari...realizza gol (spesso bellissimi) da tutte le posizioni. L'acquisto dell'ex-rossonero risulta così il vero colpo del mercato estivo viola e ci spingiamo più in là...è probabilmente l'affare più redditizio di tutto il mercato italiano. Il rapporto che analizziamo è quello fra prezzo-età del giocatore-rendimento. Ebbene, 16 mln. di euro per un calciatore di 26 anni che in soli 4 mesi mette insieme 17 gol, suddivisi nei 12 in campionato e 5 in Champions League, rappresentano indubbiamente un eccellente investimento. Fra i colpi di mercato di questi tre anni e mezzo di Corvino alla direzione della Fiorentina, lo mettiamo alla pari di quelli di Luca Toni e Sebastien Frey nel 2005, di Adrian Mutu nel 2006, e (scusate la provocazione) ci inseriamo anche la cessione dello stesso Toni per 25 mln. di euro all'Inter dell'estate 2006 con Amauri già acquistato per "soli" 10 mln. di euro. Peccato che tutto questo non andò in porto, ma questa è un'altra storia...
La prima prodezza in campionato del "Gila" tocca ancora il mese di agosto (l'assoluta "overtoure", la abbiamo ricordato nella puntata di ieri, fu nell'andata del preliminare contro lo Slavia Praga), e miete una vittima illustre, la Juventus. E' il 31 agosto 2008 e Alberto da Biella, all'89', raccoglie in area la "spizzata" di Giampaolo Pazzini in versione assist man, controlla in modo apparentemente scoordinato, e con una girata miracolosa mette alle spalle di Buffon. E' il primo "Momento di gloria" dei 12 che verranno realizzati in 4 mesi a dir poco straordinari, dove Gilardino sembrerà per lunghi tratti viaggiare ad un'altra velocità rispetto ai compagni di squadra e si conquisterà la definizione di "impiegato del gol" vista la regolarità con la quale timbra il cartellino con la rete avversaria. La Fiorentina, invece, mostra le prime difficoltà, perde a Napoli dopo essere passata in vantaggio con Mutu, e subisce a Lione, il 17 settembre, una rimonta da 2-0 a 2-2 che risulterà decisiva a livello psicologico oltre che numerico nel proseguio del cammino in Champions League. Nascono, così, i primi "orticelli", definizione coniata da Cesare Prandelli per circoscrivere certi atteggiamenti, in particolare dei giocatori della "vecchia guardia" (Donadel, Pazzini, Dainelli...), che tendono a privilegiare il proprio interesse a discapito di quello globale di squadra. Causa di tutto questo malumore l'arrivo dei "nuovi" che in qualche caso, vedi Felipe per Donadel, lo stesso Gilardino per Pazzini, hanno soppiantato i componenti storici della rosa creando di fatto una spaccatura nello spogliatoio. Rumors attendibili parlano, poi, di scontri assai pesanti tra Gamberini e Mutu, tra Almiron e Kuzmanovic, ed la querelle estiva dello stesso "fenomeno" romeno, quando sembrava aver accettato le avances economiche della Roma, certo non aveva contribuito ad instaurare un clima sereno. Il risultato in campo è, purtroppo, un'ineluttabile conseguenza e la Fiorentina, dopo una sofferta vittoria contro il Bologna alla 3° giornata, naufraga la domenica successiva, il 24 settembre, a Roma contro la Lazio perdendo per 3-0. Il caso esplode con tutto il suo fragore. Prandelli non si nasconde, denuncia il malessere e da lì comincia un nuovo campionato per i viola.
Nel mese di ottobre saranno 5 le partite di campionato senza sconfitte con quattro vittorie consecutive, tra le quali quelle esterne di Chievo e Palermo, ed il pareggio casalingo (stretto...) contro i Campioni d'Italia dell'Inter. In Champions League le cose non vanno altrettanto bene. Un mediocre pareggio con lo Steaua Bucarest in casa, la debacle (nel punteggio, non nella prestazione) di Monaco contro il Bayern, quindi a novembre il pareggio sempre con i bavaresi al "Franchi" e la sconfitta casalinga, decisiva, contro il Lione estromettono definitivamente la Fiorentina dalla Champions. Il 12 dicembre la vittoria di Bucarest assicura ai viola almeno la partecipazione alla Coppa Uefa che diventa automaticamente un obiettivo sensibile per il 2009. In campionato si torna ad una striscia di risultati altalenanti, bene in casa (vittorie contro Atalanta e Udinese), male fuori (sconfitte con Siena, Cagliari e Roma), per arrivare allo scorcio finale di stagione dove i viola ritrovano smalto grazie alle vittorie di Torino contro i granata e di Genova con la Samp. Nel mezzo i tre punti col Catania (finalmente corredata da un'ottima prestazione del peruviano Vargas contro i suoi vecchi compagni) ed un quarto posto finale al termine dell'anno solare 2008, viatico per uno splendido 2009.
Chiudiamo con due ricordi, entrambi tragici nelle premesse, ma positivi nei contenuti finali. Dopo lo 0-0 casalingo di Champions contro lo Steaua Bucarest del 30 settembre si ammala Martin Jorgensen. Una malattia oscura che priva la Fiorentina del suo capitano in campo, una guida per tutti, nessuno escluso. Per lungo tempo si teme il peggio, addirittura una leucemia, poi il sollievo di un verdetto che indica un'infezione virale, tremenda, violentissima, ma pur sempre, "solo", un'infezione. Lo attendiamo presto in campo col giglio sul petto e, ne siamo convinti, sarà il vero valore aggiunto per il 2009 viola. L'8 ottobre, invece, al "Franchi" va in scena il "Borgonovo day", partita di beneficenza organizzata congiuntamente da Fiorentina e Milan e che vede protagoniste vecchie e nuove glorie viola e rossonere. Su tutti la figura di Roberto Baggio, doppio ex, che non giocherà quella sera ma che sarà l'accompagnatore ufficiale di Stefano Borgonovo, anche lui doppio ex, sfortunatissimo campione colpito da SLA (la Sclerosi Laterale Amiotrofica, la malattia "stronza" come la definisce "Borgo"...), per il quale si materializza una serata meravigliosa. Da non dimenticare anche il fondamentale contributo all'organizzazione dell'evento della moglie Chantal e dell'amico-procuratore Carlo Pallavicino. La figura di Borgonovo è in qualche modo un tramite, un testimone tra l'evento sportivo ed i fondi per la ricerca raccolti in quella commovente serata, e Stefano, solo con l'ausilio degli occhi proiettati su un computer che ne traduce i pensieri, sarà il vero mattatore, silenzioso ma allo stesso tempo presentissimo. Il risultato sarà di 4-1 per la Fiorentina, ma è solo un dettaglio numerico, con Nippo Nappi in grande evidenza, e glorie inestimabili come Gullit, Massaro, Antognoni, Giovanni Galli...mai dimenticati. Ecco, a pensarci bene, proprio alla fine del nostro cammino, abbiamo trovato il vero "Momento di gloria" dell'anno solare 2008. Non ce ne voglia Osvaldo, la Champions League piuttosto che Alberto Gilardino e le sue 17 perle portafortuna. Il cuore di Firenze, ancora una volta, va avanti a tutto e a tutti. E allora Buon anno, per un 2009, sempre più colorato di viola.