MERCATO, Lavori in corso alla Fiorentina
Quindici milioni di euro, o meglio, altri quindici milioni di euro. Ci cauteliamo subito sostenendo che questa non sarà la cifra che entrerà nelle casse della Fiorentina per la cessione di Toni, in tal senso la partita a scacchi è in pieno svolgimento e s'impone il silenzio sulle dinamiche del gioco. Di certo c'è che Corvino, sotto i dieci milioni, non si piegherà. Tantomeno di fronte ai tedeschi, fin troppo rigidi per rischiare di spezzarsi. Ma al di là del saldo Toni, il ds viola potrà contare, per le proprie magie, su un bonus aggiuntivo, quei quindici milioni di cui sopra. Il dove e il come comincia già a delinearsi.
La migliore difesa del campionato meriterà tasselli importanti, di spessore. Chris è a un passo, Barzagli è sì lontano all'orizzonte, ma spesso le apparenze ingannano. Certo, prima di tutto sarà necessario sistemare Dainelli, e possibilmente Ujfalusi, eppure anche sul fronte fresco, quello dei "più piccoli", la pista Canini rimane spianata. Da tempo. Se si aggiunge l'arrivo di Vanden Borre lo schema è presto fatto. Due buoni giocatori per ogni ruolo e, probabilmente, tanti ringraziamenti a Kroldrup.
Sarà però il centrocampo la chiave di volta. Perso Toni, ed eletto Pazzini, Donadel e Montolivo ruoteranno intorno a un big, un signore della metà campo, uno alla Diarra, Vieira, Malouda, Mavuba? Scegliete voi, è solo un gioco di rima, ma il prototipo è quello. Sempre manentendo la novità, ossia l'alternativa a Santana, ma anche a Reginaldo, al momento chiamata Semioli. Un'alternativa che, in seconda battuta, potrebbe chiamarsi anche Marchionni, o Faubert.
L'attacco, infine, con una coppia che già ha dato segnali incoraggianti, Mutu-Pazzini, e una seconda scelta di primissima qualità, Jorgensen, Reginaldo, Lupoli, necessita soprattutto di un chiarimento definitivo su Bojinov. Il bulgaro ha già le lacrime del coccodrillo, Prandelli e Corvino sembrano possibilisti, il problema semmai è la piazza. Fin troppo smaliziata, e abituata, a certe frettolose inversioni di marcia. Chiarito l'intento, la squadra merita soltanto la pennellata finale. Amoruso, Zampagna, Pellissier, e tutte le "chioccie" del caso continuano però a non trovare grandissime conferme. A prima vista sembrerebbe davvero che Corvino stia giocando a carte copertissime.