L'ULTIMO SALUTO, IL GRANDE ABBRACCIO
Si fa spazio tra la gente con passo lento e la folla la fa passare senza esitare. Il silenzio e la commozione sono spezzati solo dal suono delle campane davanti alla chiesa Santa Maria dell'Assunta di Orzinuovi e, non appena arrivato il carro funebre con la processione al seguito, le si avvicina. Accarezza Cesare come si fa con un figlio, lui sorride a questa vecchietta e lei fa altrettanto con Niccolò e Carolina.
Gesti semplici, di una persona normale, ma che dimostrano tutto l'affetto nei confronti della famiglia Prandelli, colpita lunedì dalla scomparsa di Manuela.
"Manu", come l'ha chiamata a più riprese suo fratello, in un discorso toccante e commovente. Manuela, a cui hanno voluto rendere omaggio centinaia di persone: gente comune, gente normale, gente che ha conosciuto la sua "grande voglia di vivere e semplicità", come detto dal Prete durante la funzione e come descritta da tutti coloro che dentro e fuori da Santa Maria dell'Assunta l'hanno salutata, per l'ultima volta, con gli occhi gonfi di lacrime.
C'era un silenzio assordante, ad Orzinuovi: un'aria di rispetto, commozione e cordoglio che rispecchiano a pieno tutti i valori di umanità trasmessi da Cesare Prandelli. A fargli forza, a sostenerlo, le mani dei figli Niccolò e Carolina ed il forte abbraccio di tutta Orzinuovi e di Firenze intera. Già, perché dalla città a cui Cesare ha dato e sta dando tanto, prima a livello umano e poi professionale, sono arrivate in questo piccolo paese tra Brescia e Cremona tantissime persone. Giornalisti, istituzioni, rappresentanti dei club viola ma soprattutto tanti tifosi, che con le loro sciarpe al collo hanno voluto mandare un messaggio chiaro: "Cesare, siamo con te".
E con lui c'era tutta la Fiorentina ad Orzinuovi: da Diego Della Valle a Pantaleo Corvino, da Sebastien Frey ad Arturo Lupoli, dallo staff tecnico a tutti coloro che lavorano negli uffici. E poi ancora, uno stuolo infinito di calciatori, dirigenti, ex giocatori ed amici veri. Sembrava ci fosse il mondo, in quel piccolo paese perso nella sterminata distesa di campi e casali della Lombardia, per salutare Manuela e per far forza a Cesare, Niccolò e Carolina.