E. BAGGIO A FV, GORI HA CHIODO FISSO COME CHIESA. ROBY...

21.03.2017 17:00 di  Luciana Magistrato   vedi letture
E. BAGGIO A FV, GORI HA CHIODO FISSO COME CHIESA. ROBY...
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

"Gabriele è un bomber vero, uno dei più bravi che avevo con Militari e Ranieri, mi meraviglio giochi poco". A dirlo è Eddy Baggio, che ha allenato Gabriele Gori, attaccante della Primavera con poche presenze ma gol pesanti e decisivi nel torneo di Viareggio, nei Giovanissimi Nazionali della Fiorentina tre anni fa. "Gori e Militari erano di un'altra categoria, certo non so il percorso di questi due anni e perché giochino poco. Chi li allena saprà giudicarli meglio ma sono dell'idea che uno che è forte forte non diventa una mezza calzetta, la qualità resta e lo dimostra il fatto che sono nel giro delle Nazionali giovanili da anni. Gabriele in particolare me lo ricordo con un gran sinistro, forte in acrobazia e di testa. Inoltre era uno che aveva il chiodo fisso di arrivare, di affermarsi come calciatore, un po' come Chiesa. Erano entrambi concetrati sull'obiettivo e questo è difficile da trovare in molti ragazzi. Ad ogni allenamento davano il massimo come se fosse l'ultimo".

A proposito di Chiesa, si aspettava questa crescita?
"Una crescita così veloce al primo anno in prima squadra era difficile pronosticarla ma le qualità di giocare di destro e di sinistro, con generosità e personalità non gli mancavano già allora tanto che i compagni lo cercavano".

Con Federico Chiesa lei ha in comune il cognome d'arte, quanto pesa giocare da figlio o fratello di?
"E' difficilissimo. Federico l'anno prima di giocare con me non sempre era in campo, con me giocava sempre ma uno dei primi consigli che gli diedi fu che, avendo vissuto sulle mie spalle quanto pesi il nome, ci vuole personalità e fiducia. Sono cose essenziali soprattutto nei primi anni della carriera, poi crescendo ti gestisci meglio ma a lui tanto di cappello per come ha reagito. Non è facile reggere i paragoni".

Lei ha saputo reggerli con suo fratello Roberto?
"Credo che Roby ancora oggi non abbia giocatori che reggono il paragone con lui. Io poi avevo un ruolo diverso, di punta centrale ma gli altri devono fare comunque i paragoni. Mio fratello di consigli me ne dava sempre ma mi ha sempre lasciato il giusto spazio per fare scelte in autonomia e una carriera tutta mia, anche sbagliando eventualmente. Ci siamo visti la sera del suo compleanno, fece sosta a Firenze prima di continuare per Amatrice e Norcia".

Chiesa in Under 21 è una vittoria anche sua e degli altri che lo hanno allenato?
"Credo che il merito sia soprattutto suo e della famiglia, con Enrico in testa, che gli ha trasmesso la cultura del lavoro, l'etica e la voglia di migliorarsi".

A proposito di Nazionali il suo rapporto con Ventura non fu dei migliori...
"Diciamo che non ho avuto molto a che fare con lui. A Pisa durante la sua gestione rimasi fino a gennaio ma ero stato messo fuori rosa pur essendo il capitano della promozione. Ma non voglio parlarne più...".

E della situazione attuale del Pisa cosa pensa?
"E' stato un anno di traversie questo, ora si sono ripresi almeno dal punto di vista societario. Mi auguro che possa salvarsi ma che soprattutto trovi finalmente una stabilità societaria dopo anni di amarezze perché di Pisa ho un ricordo fantastico, la gente con me è stata splendida e si merita il meglio".

Lei ha chiuso col calcio dopo l'esperienza viola e perché finì?
"Finì senza spiegazioni in realtà, non mi fu detto semplicemente più niente. Poi mi ricercarono ma dissi io di no perché non la pensavamo allo stesso modo. Il calcio non mi manca, ci sono troppe cose che non mi piacciono, è diverso da quello in cui sono cresciuto io; non riesco ad essere diplomatico e sarà difficile rivedermi su una panchina"