COME E' TRISTE FIRENZE

14.11.2007 00:00 di  Marco Gori   vedi letture

E’ triste Firenze in questo periodo dell’anno. Con gli stranieri che se ne vanno, le giornate che si accorciano e le foglie che cadono sui Viali. Ed è proprio in questa stagione che i Fiorentini sentono più che mai il bisogno di stingersi al loro grande amore, la Viola. Si parla della gara del giorno prima il lunedì, si sognano nuovi acquisti a metà settimana e dal giovedì sera è già pre-partita. E la domenica è gran festa, sia che dalle colline di Fiesole soffi un vento gelido sia che dal versante opposto faccia capolino un pallido sole. E le domeniche senza calcio sono sempre una noia, si spera solo che passino veloci per poter tornare a parlare di Fiorentina il prima possibile. In questi giorni però è difficile pensare al futuro. Dopo che a 80 chilometri si è spenta in modo assurdo una giovane vita. Dopo che la mitica Fiesole è rimasta orfana dei suoi capi storici. E mentre a Coverciano la presenza della Nazionale diventa sempre più antipatica. La visita al Centro Tecnico Federale del Presidente Abete poteva essere l’occasione per farci sentire tutti un po’ più italiani. E invece si è capito solamente che lo spettacolo deve continuare. Come, non si sa. Nel giorno in cui Roma si veste a lutto Firenze si interroga. La partita con l’Udinese appare sempre di più come la fine di un sogno. E non tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello emotivo. Non preoccupano tanto il ritorno delle amnesie difensive e le gare con la Reggina, l’Inter e l’AEK da affrontare in formazione di emergenza, quanto il pericolo che l’entusiasmo che aveva legato città, squadra e società possa piano piano svanire. Firenze è ormai abituata a subire mazzate e a rialzarsi. Dallo scudetto rubato nell’82 alla grottesca finale Uefa del ’90, dalla incredibile retrocessione del ’93 all’onta del fallimento; senza dimenticare la beffa di Calciopoli. Ma stavolta c’è qualcosa di più subdolo a minacciare la città dove il Calcio è nato: la paura che Firenze possa diventare una piazza come le altre. Questa domenica senza pallone non sarà la solita domenica di noia. Sarà, ed è giusto che sia, anche una domenica di riflessione. Donadoni ha chiesto l’aiuto di tutti per superare questa settimana difficile. Firenze chiede ai suoi ragazzi, che domani tornano in campo, di scaldarle il cuore. E di far sì che alla ripresa del campionato questi tristi giorni restino solo un brutto sogno.