CLAUDIO SALA, Rosina ha segnato troppo poco
Oggi è il giorno di Torino-Napoli. Sfida decisiva per i granata che stanno lottando strenuamente in cerca della permanenza in serie A, ma partita importante anche per i partenopei, in fila per il sogno Intertoto, dopo una stagione ben al di sopra delle aspettative. In questa domenica nella quale molti duelli potrebbero essere decisi, siamo andati da Claudio Sala, due stagioni nel Napoli ed una vita nel Toro, che ci racconterà le sue emozioni, impressioni ed i suoi ricordi riguardo due delle più importanti società del nostro panorama calcistico.
Che partita si aspetta?
“Il Napoli ormai non ha più niente da chiedere al campionato, per questo non dovrebbe giocare allo spasimo per vincere. Comunque non diamo per scontato che darà meno filo da torcere al Toro, guardiamo quello che è successo a Parma, una partita strana, dove c’è stata una specie di caccia all’uomo. Il Torino è con l’acqua alla gola e dovrà fare la partita della vita”.
Come valuta il campionato del Napoli?
“Una buona stagione considerando che è una neo promossa. La società ha allestito una squadra competitiva dove sono venuti alla ribalta giocatori che hanno fatto la differenza, come in attacco con Zalayeta, Lavezzi e anche Calaiò. Sfruttando la loro freschezza la squadra partenopea si è tolta delle soddisfazioni anche contro le grandi squadre”.
I suoi ricordi di Napoli?
“Sono stato al Napoli per due anni, dal ’68 al ’69, ero giovanissimo, avevo vent’anni ma ebbi modo di mettermi in mostra in A in un grande club di una città importante. Avevo grandi ambizioni anche perché nel primo anno giocai 24 partite nella massima serie (con due gol ndr), non male per un ragazzino inesperto, senza contare che in azzurro c’era gente del calibro di Sivori, Juliano, Altafini. Fui ceduto al Toro perché la società partenopea aveva bisogno di soldi in quanto aveva già l’ufficiale giudiziario alle porte”.
Al Torino immagino che prevarranno i ricordi dello scudetto?
“Sì, anche se me lo dovetti sudare, ci vollero sette anni, lo sfiorammo una volta con Giagnoni, mentre in altre stagioni si facevano campionati più o meno importanti.
A volte mi viene un po’ di rabbia quando sento dire da certi giocatori che vogliono restare in un club se vanno in Champions o rimangono in A e così via. Ma i giocatori non si rendono conto che vanno loro in campo a determinare i risultati?”.
Veniamo alle note dolenti, si aspettava un Toro messo così male in classifica?
“Nessuno se lo sarebbe mai attesoo, c’era grande aspettativa da parte di tutti, soprattutto per quanto riguarda il reparto offensivo. Purtroppo è mancato un centravanti che segnasse a doppia cifra, il cannoniere è Rosina, che ne ha fatti pochi comunque...”
Chi vede retrocesso?
“Sono indietro il Livorno ed il Parma, una ultima ed una penultima. Chi è a quota 30, 31 punti la vedo veramente coinvolta, ed anche piuttosto pericolosamente”.
Mentre , il Toro può considerarsi quasi salvo?
“No, non direi, tutto dipende da domenica, se farà i tre punti, allora potrà anche pareggiare le altre due, altrimenti sarà dura.
Sono queste ultime tre gare le più decisive, perché con Inter e Roma era difficile pensare all’impresa. Molto dipenderà anche dagli altri scontri diretti, che potrebbero mettere tutto in discussione.
Il Toro in seguito andrà a Livorno, dove entrambe le squadre si giocheranno la salvezza e infine arriverà la Fiorentina, con i viola che potrebbero ancora avere bisogno di punti per andare in Champions”.