STAGIONE VIOLA AL VIA, MOENA PERÒ È SOLO L’ANTIPASTO. CHIAREZZA E DETERMINAZIONE: PRADÈ SI È PRESENTATO ALLA GRANDE E CON VERETOUT HA FATTO LA VOCE GROSSA. MA SUL MERCATO GLI ERRORI DEL PASSATO PESANO COME UN MACIGNO

07.07.2019 00:00 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
STAGIONE VIOLA AL VIA, MOENA PERÒ È SOLO L’ANTIPASTO. CHIAREZZA E DETERMINAZIONE: PRADÈ SI È PRESENTATO ALLA GRANDE E CON VERETOUT HA FATTO LA VOCE GROSSA. MA SUL MERCATO GLI ERRORI DEL PASSATO PESANO COME UN MACIGNO

Prezzi pazzi ed errori del passato. La stagione viola è già cominciata, ma un po’ come accadde nel 2012, Moena sarà solo un antipasto. Pradé deve vendere decine di esuberi e Montella nel frattempo dovrà volare in America con una squadra che non può definirsi tale: l’era Commisso insomma inizia in salita, ma questo in fondo l’avevamo già capito. Questi giorni in mezzo alle montagne allora serviranno a scegliere i giovani da tenere in squadra, a cercar di capire se Vlahovic e Montiel, ma anche Castrovilli, Sottil, Venuti e Ranieri, potranno davvero far comodo anche quando si inizierà a fare sul serio. Personalmente, lo confesso, ho sempre avuto un debole per Saponara. Ragazzo introverso e sensibile, giocatore di classe indiscussa, potenzialmente da Nazionale, ma anche mai capace di imporsi veramente a grandi livelli: a Moena si giocherà una chance anche lui. L’ultima, prima di un addio che appare già scritto. Per il resto non c’è che aspettare, perché con un fardello di 60 giocatori da piazzare è dura pensare ad acquisti in serie. Il mercato oltretutto è senza controllo e se ti senti chiedere 30 milioni per Inglese, 25 per Cutrone o 20 per Lirola, è giusto mettersi in pausa e attendere che chi cerca davvero plusvalenze, si accontenti di incassare qualche milione in meno. 

Intanto però qualcosa si è già capito: con Veretout, Pradè ha fatto la voce grossa e imposto il volere della società senza bisogno di andare al braccio di ferro. Vuoi andartene? Benissimo, lo farai. Ma alle nostre condizioni. E intanto ti metti a disposizione dell’allenatore, anche a costo di prenderti i fischi dei tifosi. Se vogliamo è una linea viola ovvia, ma niente affatto scontata in un calcio dove procuratori e giocatori troppo spesso hanno il coltello dalla parte del manico. La trattativa col Milan comunque è calda, Biglia piace e se Maldini avvicinerà l’offerta economica a 20 milioni, il gentleman agreement sancito tra la Fiorentina, Veretout e il suo agente si chiuderà con la firma sui contratti. Biglia è un signor regista, ha già 33 anni, ma anche Pizarro arrivò a Firenze a quell’età: i dubbi, più che sull’ingaggio (che comunque andrà spalmato) sono di natura fisica, visto che l’argentino ha saltato tutta la seconda parte di stagione. Fugati quelli non ci sarebbero ostacoli, perché Biglia ha personalità, leadership e piedi buoni. Proprio le doti che Montella cerca per il regista della sua Fiorentina. Romantica, ma molto complicata, l’idea di riprendersi Badelj. Milan è un ragazzo eccezionale, ha una sensibilità notevole (fu il capitano perfetto nei mesi di dolore per la scomparsa di Astori) e probabilmente si è accorto di aver sbagliato ad accettare la Lazio. Di sicuro, ci fossero stati Commisso e Pradè qualche mese fa, le cose sarebbero andate diversamente. Trattare con Lotito però è roba tosta, come minimo servirebbero 8-10 milioni per fargli dire sì: troppi per un club che solo 12 mesi fa ha perso Badelj a zero euro. 

La nuova era viola ora dovrà anche risolvere la grana Dragowski (promosso titolare ma in attesa di un contratto molto più ricco) e soprattutto quella Chiesa, atteso la prossima settimana a Firenze dopo le meritate vacanze post Europeo. Pradè e Joe Barone parleranno con lui e babbo Enrico: sarà lì che si capirà fino in fondo se la tentazione Juve è davvero così grande e sarà lì che Commisso si troverà a far fronte con il primo grande scoglio della sua gestione. Dovessero esserci problemi col portieri invece, ci sarebbe sempre un certo Perin che attende solo una chiamata per rimettersi in pista. Rocco comunque è carico a mille: “Voglio lasciare il segno”, ha detto al Sole 24 Ore, e non a caso vuol vederci chiaro sulle regole del fair play finanziario e andare a fondo con il Comune sulle questioni stadio e centro sportivo. L’idea di costruire una “cantera” basata sulla fiorentini è intrigante, anche se la burocrazia italiana rischia seriamente di mettere i bastoni tra le ruote. Ci aspettano comunque settimane di fuochi d’artificio, non resta che mettersi comodi. E aspettare il piatto principale di chef Rocco. Stellato, naturalmente.