PRADÈ PERDONATO, COGNIGNI QUASI, GIANI NO... DALLA PAROLA MALEDETTA AL NUOVO STADIO
Daniele Pradè non l'avevano avvertito, quindi prima ancora di accusarlo lo perdoniamo. Il dirigente viola non lo sapeva, quella parolina - forse magica altrove - a Firenze porta male. Appena pronunciata infatti ecco lo stop di San Siro, colpa di una Fiorentina col solito problema di fecondità e di un arbitraggio old style. Ma anche, ci perdonerete la sciocca superstizione, di quell'intervista al Corriere dello Sport Stadio in cui Pradè ha tirato fuori dal baule polveroso quel vocabolo che c'aveva infilato l'arrabbiatissimo Diego Della Valle bacchettando gli illusi e i sognatori. Di vincere il terzo non se ne parla, aveva tuonato il pragmatico finanziere marchigiano ormai qualche anno fa, a meno che... e giù progetti, richieste, plastici, lucidi e strusciar di penne a servizio.
Pur perdonando Pradè non potremo far altrettanto con Mario Cognigni. Almeno non completamente. Non foss'altro che per quegli occhiali da cielo di piombo ispettore Callaghan e per il fatto che di interviste, l'uomo dei conti viola, ne ha concesse a bizzeffe. E quasi mai centrate. Anzi qualcuna memorabile per il suono di barriti e cristalli infranti. La storia dell'aperitivo, quello che Diego Della Valle, secondo Cognigni alla Gazzetta, s'era stufato di sorbire, è da antologia. Come a dire, altro che prosecchino e stuzzichino, qui si vuol mangiar di gusto. A San Siro s'è visto che bel piattino ha servito l'Inter per cena. Umiltè predicava il buon Sacchi. Silenzio dicono i buoni monaci trappisti.
Ma chi proprio non merita l'assoluzione è Eugenio Giani: il presidente del consiglio comunale fiorentino, membro del cda viola, presidente del Coni fiorentino (e siamo certi d'aver scordato almeno un par di cariche), ha riesumato la storiella del "nuovo stadio che sarebbe un favore che i Della Valle fanno alla città purché non gli si tiri troppo la giacchetta perché se no s'arrabbiano, s'adombrano, s'inalberano e dicono a Babbo Natale di portare il carbone ai fiorentini". Roba che manco al Teotino prima maniera sarebbe venuta in mente. Diego Della Valle negli ultimi due mesi ha incontrato almeno un paio di volte Renzi a Milano. Andrea Della Valle mantiene rapporti strettissimi con l'amministrazione comunale e, quando richiesto, ha sempre usato parole d'apertura, insomma stadio nuovo e cittadellina alla Mercafir sono ormai più di un progetto, più di un sogno. Sono una strategia condivisa tra Comune e Fiorentina, entrambi in attesa di una legge dello Stato (anche quella si spera non lontana dal varo) che faciliti il necessario ricambio generazionale degli impianti calcistici italiani (vecchi, inadeguati e costosi). Insomma non c'è bisogno di essere più realisti del re.
Stefano Prizio
giornalista di Radio Toscana e Squer.it