FIRENZE STUFA, BRUCIA DI RABBIA. DELLA VALLE INFURIATI: ORA BASTA. MANCANO DUE RIGORI. GOMEZ E CUADRADO: KO PESANTI
Non chiamatele emozioni, ma sensazioni sì. Il campionato è come se non fosse mai finito: le polemiche incendiarie di maggio, nate sullo scontro Champions tra Milan e Fiorentina - con quei rigori un po' lievi fischiati ai rossoneri e quelle decisioni contrarie ai viola - non erano spente, solo sopite. Pizarro in ritiro aveva polemizzato col Palazzo del calcio, dicendo "ci hanno fatto uno scherzetto"... Beccandosi, per inciso, un bel deferimento.
Andrea Della Valle ci aveva messo il carico il 20 agosto, nella notte della presentazione della Fiorentina, davanti a 20mila anime viola. "Questa sera c'è una partita europea che avremmo meritato di giocare noi...". Il Milan era impegnato nell'andata del preliminare di Champions in Olanda a casa del Psv. Questo per spiegare quanto fosse, e sia ancora, piena di sangue la ferita del terzo posto mancato a maggio.
Un vulcano in sonno, dunque. Tornato a eruttare ieri quando De Marco di Chiavari, autore di una direzione mediocri fatta di frequenti e fastidiose interruzioni di gioco, si è superato nel primo minuto di recupero della ripresa negando un rigore solare ai danni di Pepito Rossi, messo giù senza tenerezze dal giovane (e bravo) Murru. De Marco non se l'e' sentita di fischiare e i suoi assistenti hanno taciuto o probabilmente dormito. Il Franchi è esploso, Pizarro molto di più. Reazione eccessiva quella del cileno, d'accordo, soprattutto per le ricadute che avrà sulla squadra con la sua assenza per squalifica, ma non ci possiamo sorprendere: uno che a Moena aveva prodotto quel "j'accuse" dopo tante angherie subite in Italia, non poteva dimenticare. Pare che il Pek uscendo dal campo abbia detto al quarto uomo: "Succede sempre così...".
Firenze brucia di rabbia con Pizarro perché basterebbe poco per far funzionare le cose. Sarebbe sufficiente, come dice Montella, che i vertici arbitrali si sforzassero di introdurre, una volta per tutte, l'uniformità di giudizio. Ci sono sempre libere interpretazioni: un fallo di mano a Torino non viene letto come a Firenze, un rigore a Milano non ha lo stesso risvolto di uno di Roma. E così via, sarebbero tanti gli esempi, potremmo ripassare la geografia tagliando a fette l'Italia. Non c'è sintonia, come ha raccontato Montella, neppure sulla tempistica di un cambio. E una sostituzione dovrebbe scattare in automatico, un po' come allacciare le cinture prima del decollo.
Non si tratta di parlare di una lamentela di Firenze: perché in questo fine settimana si sono inferociti i tifosi del Toro e nella prossima toccherà ad altri.
Il problema non è il singolo lamento, ma l'insieme di un sistema che ha il dovere di rendersi più credibile, diventando un casa di vetro, grazie ad una trasparenza decisiva. Non è possibile alla terza di campionato trovarsi in queste condizioni.
Il crocevia è la battaglia di Lega: è necessario ripensare non solo ad una più equa ripartizione dei diritti tv, ma soprattutto alle forze in campo. Andrea Della Valle recentemente aveva affermato: "Non possiamo vivere una Lega che non rappresenta l'80 per cento dei tifosi italiani...". Per dire che c'era in atto uno sbilanciamento di potere. In quella sede i Della Valle, che adesso sono infuriati come Firenze, hanno intenzione di farsi sentire. Facendo capire che non vogliono aiuti da nessuno, ma nemmeno bastonate. In altre parole la Fiorentina e la sua gente esigono rispetto. I viola vorrebbero arbitri che possono sbagliare, ma senza disastri. Vorrebbero sapere che i cartellini gialli e rossi hanno lo stesso peso, a qualsiasi latitudine. Troppi sospetti sono nati e oggi questi fanno fatica ad evaporare dopo l'ultima giornata di campionato.
Tutti, tra l'altro, hanno parlato del fallo di Murru su Rossi: rigore sì, rigore no. Ma in pochi sul momento hanno puntato l'indice sull'azione in cui si è infortunato Mario Gomez. Sul tedesco c'è stato un bel fallo di Agazzi in uscita disperata: era rigore netto. Quindi i penalty che mancano all'appello sono due. Come i punti persi dalla Fiorentina.
Montella ora è chiamato ad un'ulteriore fuga in avanti: ha perso per due mesi Gomez e per uno Cuadrado, praticamente le colonne della squadra. Al pari di Borja Valero e Pizarro. Una botta incredibile per l'allenatore viola. Sarà dura fare a meno di Super Mario e "Vespa". Ma la Fiorentina ha comunque una rosa competitiva e c'è da considerare che un anno fa Montella varò una Viola senza centravanti, con il "falso nueve", Jovetic. Adesso forse si affiderà alla stessa soluzione, con Pepito centrale oppure opterà per il rombo con Borja trequartista o Ilicic e Rossi in avanti con Rebic, il ragazzino arrivato da poco dalla Croazia.
Tante, insomma, le soluzioni nel mazzo di Montella. Ci sarà da lavorare, in campo e fuori. Perché Firenze e i Della Valle non vogliono nè possono rivivere l'incubo della stagione passata.
Mario Tenerani
Il giornale