FIORENTINA, NON CI SIAMO: PASSO INDIETRO. INTANTO I VIOLA DEVONO RITROVARE I GOL. BABACAR GIOCA POCO, MA SEGNA SPESSO. È VERO, MANCA LA CATTIVERIA… CHE COMINCINO A METTERLA
La classifica della Fiorentina è un balcone sulla malinconia. Se non ci fosse da recuperare la partita col Genoa, il panorama sarebbe la tristezza. Siamo appena alla settima giornata, il tempo non manca. Tutto vero. Ma c’è qualcosa che non torna in una squadra che gioca sempre una parte della gara e non tutta; che non è lenta, ma neppure rapida; che fa girare il pallone con percentuali di possesso palla importanti, salvo registrare un vantaggio territoriale debole. Purtroppo Torino è stato un passo indietro, anche se qualche attenuante c’è. Iago Falque ha fatto fallo di mano in occasione del primo gol del Toro, rete da annullare. I viola hanno avuto le loro chance, ma le hanno fallite. Insomma, la Fiorentina qualcosa crea sempre anche in trasferta, ma realizza pochissimo. Questo per dire che Torino non è tutta da buttare, ma questo bicchiere è sempre mezzo vuoto. Ecco il problema.
Per onestà intellettuale, dobbiamo anche dire che la Fiorentina paga lo scotto del massacro del calendario: gioca una gara ogni tre giorni mentre Milan e Torino, squadre che hanno preso 4 punti nelle sfide coi viola, hanno riposato durante la settimana. Questo è il pedaggio che si paga all’Europa. Ecco, detto tutto ciò, passiamo al resto.
Obiettivo numero uno di Sousa, perché tocca a lui risolvere i problemi, è ritrovare i gol: la Fiorentina in 6 partite e spiccioli ha segnato la miseria di 6 reti. Peggio hanno fatto soltanto Empoli (2), Crotone e Palermo (4). Questa è la vera criticità: come è possibile pensare che una squadra che ha nell’Europa un obiettivo dichiarato possa marciare così piano con i gol? Non è accettabile.
Il centro di Babacar, che arriva dopo la doppietta europea, è un piccolo segnale di speranza. Lui ha una buona percentuale: gioca poco, ma spesso segna. Potrebbe giocare di più? Con Kalinic è dura perché la squadra è stata immaginata ad una punta, ma siccome Sousa è un allenatore duttile, può trovare la soluzione giusta per varare un attacco più prolifico. La difesa, invece, che era diventanta un piccolo bunker, nelle ultime due trasferta ha subito 4 gol (di cui 2 da una squadra profondamente in crisi come l’Udinese). Il secondo gol è un grave errore: Tomovic si è travestito d Franco Baresi, alzando la mano anziché marcare il suo giocatore, ma non avendo il carisma del famoso centrale, il guardalinee non ha alzato a comando la bandierina. Anche perché Benassi era in posizione regolare…
Babacar a parte, il migliore di Torino è stato Sanchez. Questo è un altro dato sul quale andrebbe fatta una riflessione: è arrivato per ultimo, ma ha caratteristiche da combattente che mancavano alla Fiorentina. E’ un leader, non per niente è capitano della sua nazionale. Forse nella Fiorentina non sono tutti come lui. Prendiamo in prestito le parole del giocatore più simbolico dei viola: Borja Valero. Lo spagnolo dopo la sconfitta ha detto: “Non è una questione di gambe, dobbiamo giocare con più cattiveria e forza, sennò gli altri ci mangiano…”. Parola sacrosante, ma quante volte negli anni le abbiamo ascoltate? Perché manca la cattiveria? E’ una squadra che si accontenta? L’allenatore non stimola abbastanza? La società è troppo tenera nei confronti dei suoi calciatori? Non ci sono sufficienti pressioni? Non c’è una mentalità vincente e quindi tutti si adeguano? A Firenze si sta da Dio e dunque basta questo?
Borja ha ragione, anche per noi manca la cattiveria, ma tocca ai giocatori metterla in campo. E allora coraggio viola, seguite l’esempio del centrocampista.
La sosta potrebbe portare energie nuove e soprattutto nuovi pensieri. Questa classifica è malinconica, invece i tifosi hanno bisogno di sorridere.