ECCO PERCHÉ GONZALO NON FIRMA. LO VUOLE IL MILAN. UN ALTRO CASO PASQUAL. CONFERMO: SOUSA RESTERÀ FINO A GIUGNO POI VIA. BASTA CON TELLO, MEGLIO CHIESA. VECINO DEVE GIOCARE. PALERMO CON CORINI IN PANCHINA
Le polemiche in casa Fiorentina sono come le ciliegie, una tira l’altra. Anche se ne faremmo volentieri a meno, non si fa altro che passare da una sconfitta all’altra (Salonicco e Inter in quattro giorni), da una tensione all’altra (prima i sogni rubati, poi Bernardeschi), ora ecco pure quello che non ti aspetti, Gonzalo Rodriguez che rompe con la Viola. Vi sembrerà impossibile, proprio lui, il capitano, da cinque anni a Firenze, uno dei punti fermi in campo e nello spogliatoio, uno che sembrava destinato a chiudere la carriera qui, una compagna e un figlio fiorentini. E invece no, è proprio così: Gonzalo non firma il rinnovo.
Dopo il primo incontro di qualche giorno fa finito in modo positivo (c’era solo da limare qualcosa), il secondo round di ieri fra Corvino e Iglesias, il procuratore dell’argentino e solo omonimo di Julio, sembrava solo una formalità. Purtroppo le cose sono andate in modo assai diverso tanto che Iglesias ha fatto immediatamente sapere che da oggi Gonzalo, in scadenza giugno 2017, è sul mercato, si guarderà attorno e la Fiorentina non è più una priorità. Contemporaneamente ci ha tenuto a sottolineare anche l’amarezza del giocatore che sperava di avere proposte diverse per l’attaccamento dimostrato alla maglia in questi anni. Un altro caso Pasqual? Speriamo di no, ma l’aria che tira è quella. Cosa è successo? Perché la rottura?
Il problema non sono gli anni di contratto, alla fine anche Gonzalo si era detto d’accordo per rinnovare solo per una stagione e poi valutare. Accordo fatto per un anno, dunque. Ma disaccordo totale sull’ingaggio. Gonzalo chiede il prolungamento alla stessa cifra percepita fino ad oggi (1,2 milioni più i premi) , mentre Corvino in virtù della normativa emanata dall’inflessibile presidente Cognigni per gli over 30, ha offerto il rinnovo con il taglio del 25 per cento. Una decurtazione ritenuta inaccettabile da Gonzalo mentre Corvino ritiene l’offerta buonissima. Probabilmente oltre allo stipendio base scatteranno bonus in base alle presenze, ai gol, agli assist, ma su questo Gonzalo non è d’accordo: vuole gli stessi soldi presi fino ad oggi. Come finirà?
Non lo so. Personalmente vedo un giocatore dal rendimento in calo, l’età non è più verde, ma nel momento in cui decidi di rinnovargli il contratto devi tener conto della sua storia, del suo carisma, della possibilità di far diventare questo giocatore un punto di riferimento anche per gli eventuali nuovi arrivi, per il senso di appartenenza e quant’altro lui possa rappresentare in termini di valori. Ci sono dei giocatori che valgono più di altri e non credo possano essere 300 mila euro in più a turbare i piani di risanamento della Fiorentina.
Immediatamente Radio Mercato si è sintonizzata sulla lunghezza d’onda Gonzalo Rodriguez e da Milano è rimbalzata la voce che vuole Montella già alla caccia del suo ex giocatore. La cosa non sorprende. Gonzalo con Montella ha disputato tre stagioni splendide andando spesso in gol. Sarebbe un acquisto importante per una difesa che ha bisogno di una guida dai piedi buoni per far ripartire l’azione e far crescere in personalità giovani come Romagnoli. Il Milan avrebbe pronto per Gonzalo un annuale a 1,5 milioni più bonus con opzione per un secondo anno. Se davvero andasse a finire così sarebbe l’ennesimo caso imbarazzante in una società che sta cercando attraverso molte vie, di fare cose per riavvicinarsi a Firenze e ai fiorentini, e questo va bene, ma la priorità deve spettare al comparto tecnico. Senza buone idee, una buona squadra, il rispetto dei valori e gli investimenti adeguati, l’avvicinamento sarà sempre in salita. Un bella supercazzola, per dirla alla Sousa principale reinterprete filosofico di Amici miei.
A proposito di Sousa, non gli va bene neppure il Palermo. Affrontarlo domenica con De Zerbi in panchina sarebbe stata una passeggiata, i rosanero avevano la pretesa di giocare al calcio, lasciare spazi e attaccare, senza avere grande qualità. Sono sicuro che Corini in quattro giorni farà capire altre cose, si presenterà prudente a Firenze e darà una scossa. Non ci voleva. Comunque, e torno a scriverlo per l’ennesima volta anche a beneficio di chi parlava di un possibile esonero in caso di sconfitta a San Siro, Sousa resterà fino a fine stagione. Nessuna intenzione di pagare lo stipendio a lui e ad un altro allenatore, altrimenti il portoghese l’avrebbero mandato via a giugno, ferma volontà di provare a fare il massimo quest’anno per poi ripartire con un allenatore nuovo e una Fiorentina riveduta e corretta. Rifaccio anche i nomi nel mirino già scritti più di un mese fa: Di Francesco in pole, Maran piace, Oddo interessa, Sarri una pista da tenere sempre calda soprattutto legata a quel che succederà a Napoli. No stranieri, grazie.
Nel frattempo speriamo solo che Sousa riveda alcune convinzioni tattiche, anche se ci credo poco. Avrà capito che Tello non può fare l’esterno di centrocampo, ma al massimo è un esterno alto nel 4-3-3? Difendere è fuori dalla sua idea di calcio, partire da lontano lo appesantisce, sta diventando un grosso problema. Se serve un giocatore da mettere in quella posizione senza cambiare modulo di gioco, tanto vale insistere su Chiesa che ha più gamba, più corsa e più disponibilità a sacrificarsi.
Un altro che non può restare in panchina è Vecino. Sousa si inventi qualcosa, ma uno spreco così è inammissibile. E torno all’idea di un centrocampo a tre (Badelj, Vecino, Borja) con un tridente fatto da Kalinic, Berna e Ilicic. Tanta roba. Ma tanta roba anche una difesa a quattro con Salcedo, Gonzalo, Astori e (perché no?) Olivera. Ho rivisto dei filmati del Penarol, sinceramente non mi sembra peggio di Milic. Anzi, ha più grinta e più corsa. Ho buttato lì una formazione, ma è come buttarla nel cestino. Avanti con il modulo trottola, con un solo centrocampista vero più Borja, Tello inutile, Kalinic isolato, la fascia sinistra da serie b e che Dio ce la mandi buona. Possibilmente senza vento.