PRANDELLI, Il problema della Fiorentina da viaggio

05.05.2008 08:42 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Il Tirreno

Due giorni, da venerdì fino a ieri, dedicati al tentativo di rianimare la Fiorentina, logicamente squassata dall’esito infame della notte coi Rangers. In fumo la finale di Coppa Uefa, in modo beffardo, senza neppure subire un gol: c’era il rischio oggettivo di naufragare anche al Sant’Elia, usurati nel fisico e nelle gambe dalla maratona con i Rangers, al cospetto di uno stadio torrido e di una squadra fresca, brava nel ripartire, veloce nelle azioni in profondità.
 Cesare Prandelli, ovvio, aveva lavorato più sulla testa dei giocatori viola. Spronandoli a non mollare, a convincerli che il progetto di installarsi nell’Europa che conta (disputando una finale Uefa) era stato soltanto rinviato.
 Che le indicazioni complessive avevano mostrato comunque un gruppo maturo, anche esibendosi fuori dai confini. Che la difesa a denti stretti del quarto posto avrebbe potuto, d’incanto, azzerare quella delusione grande come un macigno.
In camicia, lo sguardo sovente all’amico Pin, mentre il Cagliari arrembava e il display luminoso segnalava l’evolversi della partita trionfale del Milan. Ora sì, è appeso tutto a un filo, tutto sembra congiurare. La classifica, innanzitutto, perché il Diavolo è come se avesse due punti di vantaggio, avanti come è noto anche negli scontri diretti. E poi la situazione oggettiva, quella generata dalle impressioni, dagli indizi.

Vieri, stagione finita.
 Mutu, espulso in Sardegna per gli insulti a Farina e ovviamente squalificato. I viola sconfortati perché i giorni - da giovedì notte a ieri - sono stati i peggiori dell’anno. Che fare adesso? Non abbattersi, provare a vincere le ultime due partite, soprattutto l’ultima, la più dura, in casa del Toro. E poi aspettare un passo falso del Milan, chiamato a misurarsi in una trasferta comunque calda al San Paolo, chiudendo poi la stagione al Meazza contro l’Udinese.
 Si è interrogato, ieri, Prandelli, sui motivi che comunque hanno portato adesso i viola ad inseguire il Milan, il quarto posto che sembra un miraggio. Il quinto stop di fila in trasferta, ad esempio, zavorra vera. E poi l’abitudine (brutta) a subire gol di testa. Oggi è un altro giorno, certo. E i viola, nonostante tutto, con il loro tecnico in testa, non hanno voglia ancora di alzare bandiera bianca.