TORNA A CASA... CHAMPIONS

03.10.2012 00:42 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
TORNA A CASA... CHAMPIONS

La Champions League è tornata a Firenze. Ahimè solo la coppa, non la competizione vera e propria. Per quella ci hanno pensato Ovrebo ed i suoi accoliti, nel febbraio del 2010. Niente lenzuolo stellato quindi, nessun avversario che si chiami Barcellona o Real Madrid. La "musichina"? Quella si, ma solo per figura. E sopratutto la Champions è tornata a Firenze solo per un giorno. Consoliamoci con la logistica, la splendida piazza Repubblica. Rallegriamoci del protagonista, Giancarlo Antognoni (la "musichina" accompagnava ogni suo intervento), testimonial del "Champions trophy tour". E alla fine qualcuno, mosso da ottimismo e malcelato buonismo, ha dichiarato... "Vedere la Champions League a Firenze lo considero un 'in bocca al lupo', perchè possa tornarci quanto prima. Firenze e la Fiorentina meritano di tornare a livelli internazionali". Parole e musica di Dario Nardella, vice sindaco di Firenze, che ha anche promesso che farà di tutto per far tornare Giancarlo Antognoni in Fiorentina. Ecco, sono proprio le dichiarazioni di Nardella che ci inducono a formulare qualche riflessione a voce alta.

Andiamo con ordine. Innanzitutto l'entusiasmo e la fiducia intorno alla Fiorentina di Montella, ribadita anche dalle istituzioni. E non solo: Nardella fa parte del consiglio d'amministrazione della Fiorentina (seppur come semplice uditore) e le sue dichiarazioni hanno un peso diverso da quelle di un semplice tifoso (seppure tifoso v.i.p) Lo stesso Antognoni si è mostrato chiaramente possibilista sull'ipotesi terzo posto, con Juventus e Napoli staccate, e tutte le altre (Fiorentina, Inter, Lazio, Roma e Milan) a ruota per guadagnarsi un quarto d'ora di celebrità. La Champions League, insomma, come viatico imprescindibile per la gloria (sempre Antognoni dixit), come attrazione fatale per giocatori che ambiscono ad una visibilità europea, oltre che un ingaggio congruo ed "importante". No Champions, no party. Piccola chiosa: ci ha fatto quasi tenerezza (ma anche rabbia) lo sguardo del "capitano" mentre alzava quella coppa che in carriera non si è mai giocato. "L'affetto di Firenze è la mia vittoria", ha dichiarato il bonario Giancarlo. Ma chissà se lo pensava veramente. O meglio... affetto sì, ma ogni tanto anche qualche soddisfazione, qualche trofeo.

Ancora più interessante il discorso sulla politica nel calcio. E qui entra in gioco la volontà di riportare Antognoni in Fiorentina. Dici Champions e pensi alla serata di Monaco di Baviera. Senti la "musichina" e rivedi Klose segnare in clamoroso fuorigioco. Ti concentri e inorrridisci pensando a come Ovrebo sia diventato un dirigente Uefa. Chiudi gli occhi e ti appare Platini accanto a Rummenigge (sempre in quella serata maledetta) che sorridono divertiti, noncuranti del furto che sta avvenendo in campo. Fa specie sopratutto il francese, visto che il tedesco ne aveva ben donde essendo parte in causa. Facciamo un altro sforzo mentale, ed immaginiamo Giancarlo Antognoni in mezzo ai due compagni...di risata. Lo spessore del personaggio è alla pari, il ruolo istituzionale adeguato (parliamo di un Antognoni potenziale dirigente), vuoi scommettere che nella tribuna dell'Allianz Arena si sarebbe riso molto meno? E chissà, il risultato poteva essere diverso. Manca la controprova, ma la storia dice questo. A sublimare il tutto, ancora una frase di Nardella che, ricordando il sopruso di Monaco ha aggiunto... "Come sarebbe finita se la Fiorentina avesse avuto un peso politico diverso? Nel calcio la politica non ci dovrebbe entrare, ma purtroppo non sempre è così". Che dire, ci pensi Andrea Della Valle. Ci pensi Diego, ci pensi Pradè. Qualcuno, comunque, ci pensi. Se la Fiorentina vuol tornare in Champions League (come tutti pronosticano) serve una punta accanto a Jovetic, serve in generale una squadra sempre più forte. Se la coppa deve tornare a Firenze (e non per un giorno solo) serve un peso politico diverso. Serve essere presenti nelle stanze che contano, addirittura serve sedere sulle poltroncine che contano. A Firenze ci sarebbe la persona giusta, tifa viola, e verrebbe di corsa a ridare "luce" a speranze troppo presto sopite. Oggi (a mò di prova) ha addirittura alzato la coppa, lui sa già come si fa...

© foto di foto di Stefano Borgi
© foto di foto di Stefano Borgi
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