CACCIA ALLE... "GATTEMORTE"

06.03.2012 01:07 di  Stefano Borgi   vedi letture
foto di Stefano Borgi
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© foto di Firenze Viola

A Firenze è diventato un indovinello, una sorta di gioco enigmistico, un motivo di aggregazione, di discussione. Una gara, insomma, a chi ne indovina di più. "Io dico Tizio...", "Macchè, secondo me è Caio...", "Cosa? Ma è Sempronio di sicuro. Con quella faccia poi...", questo più o meno il tenore dei commenti ai vari bar dello sport. Il tutto sapendo che solo Delio Rossi conosce la risposta. E a proposito... è stato proprio lui ad impugnare la pistola dello start e premere il grilletto: "Signore e signori, la caccia alle...gatte morte può avere inizio". Eh già, perchè Delio con quella dichiarazione ha scatenato i segugi, i cani antigattemorte, insomma...ha aperto ufficialmente la caccia. E allora ci siamo detti: perchè non partecipare, perchè non provare ad indovinare chi sono le gattemorte nello spogliatoio viola? Sia chiaro: è un gioco, un modo per riderci sù (ci sta bene dopo i tre punti col Cesena), quasi un esercizio sotto l'ombrellone fatto con qualche mese d'anticipo.

Iniziamo col definire il significato di "gattamorta". Abbiamo scelto tre definizioni prese dai vari dizionari online:
1) Persona che nasconde il suo vero carattere sotto un'apparenza di timidezza e docilità.
2) Persona che ha un'aria mite, mansueta, ma in realtà è tutt'altro.
3) Comportarsi con indifferenza sorniona, fingersi ingenuo e distratto per non destare i sospetti dell'avversario e giocarla d'astuzia. Come fanno i gatti in agguato, che fingono di dormire ma che al momento buono balzano e ghermiscono l'incauto uccellino che si e' avvicinato troppo.

Poi c'è la definizione più importante, quella che darebbe Delio Rossi. Ricordiamo che tutto nasce nel commentare la prestazione di Montolivo contro il Cesena. "Il giocatore vive una situazione particolare - chiosa Rossi - a lui viene sempre chiesto il massimo. Però, almeno lui ci mette la faccia, non come certe "gattemorte" che conosco io. E ce ne sono..." Tradotto: la gattamorta è colui che non ha il coraggio di metterci la faccia, chi fugge ed ha paura di assumersi le proprie responsabilità.

Andiamo col gioco. Escludiamo a priori Riccardo Montolivo, essendo lui la pietra di paragone scelta da Delio Rossi, e mettiamo sul primo gradino del podio un ex-aequo: Adem Ljajic e Alessio Cerci. Rileggete le definizioni: Ljajic ha un aria mite, mansueta, quasi docile. Cerci quell'espressione disincantata, vaga, quasi assente. Entrambi  sembrano vivere in un mondo tutto loro, fatto di Nutella e playstation il primo, di parcheggi selvaggi e gatti al guinzaglio il secondo. Promettono massimo impegno per poi nascondersi, deludere ogni volta che scendono in campo. In poche parole... non ci mettono la faccia.

Secondo indiziato: Lorenzo De Silvestri. Delio Rossi lo conosce bene, lo ha lanciato nel grande calcio ai tempi della Lazio (2008) e per questo da lui si aspettava tantissimo. Sopratutto dopo le dichiarazioni del giocatore sull'aver compreso i propri errori, e sul saperli correggere. E poi lo avete visto De Silvestri? Ragazzo colto, intelligente, dall'aria mite e serafica, del tutto diverso dal campo dove, al contrario, tradisce un'evidente fragilità caratteriale.

Terzo indiziato: Alessandro Gamberini. Il discorso del "gambero" è un pò diverso, poichè più del rendimento (a nostro parere sufficiente) riguarda il ruolo di capitano. Come uno fa il capitano. Da un capitano ti aspetti grinta, carattere, che prenda in mano la squadra, la trascini, che vada dall'arbitro anche a muso duro se serve... Ci spiace, Gamberini non è niente di tutto questo, Gamberini fa il suo e poco di più. Come capitano non ci mette la faccia, quanto meno non abbastanza.

Questo è il nostro podio, ai nostri lettori il giudizio e pareri personali. Certo potevamo mettere Romulo (faccia da bravo ragazzo, quasi mai impiegato), Marchionni e Felipe (anche loro volti rassicuranti) ahimè pensionati di lusso che subiscono passivamente la loro condizione. E poi Kharjà... praticamente un desaparecido che non protesta, non fa polemica, non lascia traccia di se stesso. Si tratta però in generale di figure secondarie, marginali, che non crediamo meritino gli strali di Delio. Abbiamo, invece, escluso volontariamente Vargas (potenzialmente uno dei maggiori indiziati), un pò per la sua espressione tutt'altro che mite, un pò per la fiducia che il tecnico viola sembra nutrire in lui. Insomma, fate il vostro gioco, la caccia è aperta.