"AUGURI A..." Kurt Hamrin, e quella polemica con Batistuta
Kurt Hamrin, pietra miliare della storia viola, compie oggi 77 anni. Innanzitutto auguri (!), ed è curioso come il popolare "uccellino" festeggi proprio nel giorno di Fiorentina-Milan. Eh già, perchè Kurt gioca in maglia viola dal '58 al '67, quindi emigra nella nebbia meneghina per 2 stagioni, dal '67 al '69. Chiuderà la sua carriera italiana al Napoli nel 1971, per poi fare ritorno in patria all'IFK Stoccolma. Forse saremo di parte, ma crediamo di non sbagliare se diciamo che il funambolo svedese ha dato il meglio di se col giglio sul petto, anche se poi (come spesso capita) per vincere qualcosa è dovuto andare a Milano, sponda rossonera. Un doppio ex, quindi, per il quale ci illudiamo di pensare: vinse a Milano con sotto un cuore viola che batte. Oddio, il buon Kurt qualcosa aveva vinto anche in riva all'Arno: 2 coppe Italia nel '61 e nel '66, 1 coppa delle coppe nel '60-'61, una Mitropa Cup (coppa dell'Europa centrale, al tempo molto quotata) ancora nel '66. Ma sopratutto aveva conquistato l'eterna gratitudine del popolo fiorentino, e la leadership dei marcatori viola con 151 reti... almeno fino all'avvento di Batistuta. Ma di questo parliamo dopo. Col "diavolo" rossonero, invece, Hamrin vince lo scudetto nel '67-'68, una coppa delle Coppe nello stesso anno, ed una coppa dei Campioni nel '68-'69. A sublimare il tutto il titolo di vice-campione del mondo di Svezia '58 battuto in finale solo dal grande Brasile di Pelè. O'Rey, al tempo 18enne, stava sbocciando in tutto il suo fulgore e, nonostante i gialli di Svezia potessero schierare fuoriclasse del calibro di Hamrin (appunto), Liedholm, Skoglund, Selmonsonn...la finale vide uno straripante Brasile vincere per 5-2 con una doppietta (guarda caso) della "perla nera". Oggi Kurt Hamrin è un tranquillo signore che fa la spola tra l'Italia e la Svezia (commenta le partite della nazionale svedese per una televisione locale), abita a Firenze (zona Coverciano) e presiede l'associazione degli ex-viola, al fianco di Moreno Roggi e Giancarlo Antognoni. Più viola di così...
Ma torniamo alla querelle con Batistuta, che da l'idea di quanto Kurt tenesse a quel record, a quanto tenga ad avere un posto di preminenza nella storia gigliata. Dovete sapere che, fino al 14 maggio 2000, "uccellino" era il recordman incontrastato con 151 gol in 289 partite disputate. Questo fino a quel Fiorentina-Venezia del campionato 1999-2000, quando Batistuta si appresta a disputare l'ultima partita con la Fiorentina. Lo score parla chiaro: Hamrin primo con 151 reti, Batistuta secondo con 149. Ammette Hamrin: "A me, quello che dette noia, fu quella spasmodica ricerca a tutti i costi di fargli fare il terzo gol, quello che mi avrebbe superato. Addirittura fu convalidato un gol fatto con la mano (il primo del 3-0 finale ndr.), bastava che gliene facessero fare due, andavamo a 151 tutti e due ed eravamo tutti contenti. E invece no, ma quella tripletta mi è rimasta qui. Ci tenevo ad essere il recordman della storia della Fiorentina". Kurt parla malvolentieri di quella partita. Tutti sapevano che sarebbe stata l'ultima di Batistuta, e tutti cercarono di fargli fare gol. In tutti i modi, in tutte le salse. Bati ne fece addirittura tre, e superò di una lunghezza il record di Hamrin, 152 a 151, che non perdona. Anche così, si vuole bene alla Fiorentina. Auguri "uccellino".