L'ACCHIAPPASOGNI
In questi tempi di magra ci si attacca a tutto. Anche alle parole sussurrate, ai mezzi discorsi ed alle intenzioni anche solo accennate. Nei periodi di crisi si fa questo ed altro. Così, una dichiarazione rubacchiata a margine di un evento organizzato per obiettivi completamente diversi, diventa un appiglio cui aggrapparsi, un gancio cui attaccarsi per non cadere. E, in fondo, quel lumicino di speranza da tenere acceso a tutti i costi. "Cassano? Non parlo del suo caso specifico, ma non è escluso che possa anche esserci un giocatore con uno stipendio come il suo, un po' più alto degli altri, noi ragioniamo di monte ingaggi". Parola dell'Amministratore Delegato Mencucci, l'uomo dei conti di casa viola. E se lo dice lui ci si può anche credere.
"Facendo un giusto mix non è escluso che uno si possa anche permettere un giocatore con uno stipendio un pochino più alto" continuava Mencucci. Ma, Cassano o non Cassano, il soggetto in questo caso conta poco. Resta da capire dove si prenderebbero i soldi per un ingaggio da circa tre milioni netti. O meglio, quali stipendi verrebbero tagliati per permettere una spesa del genere. I nomi sono quelli ormai sulla bocca di tutti: da Montolivo a Frey e Vargas passando per Mutu. A questo punto ci si potrebbe chiedere se davvero il gioco valga la candela, se davvero un Cassano equivale ad un Mutu, più un Frey ed un Vargas, per non dire Montolivo o eccetera. Perché, se l'acquisto di un fenomeno serve a calmare la piazza in previsione di un mercato di lacrime e sangue, allora meglio non pensarci nemmeno.
Ma, a prescindere da questi discorsi, resta l'apertura, seppur timida, a spese che dire folli sarebbe forse iperbolico ma comunque che rendono il prossimo futuro un po' meno scuro di quanto fosse pensabile. Probabilmente alcuni Big se ne andranno comunque. Tuttavia, anche queste singole parole - a voler vedere per forza rosa - accendono una piccola fiammella di speranza e alimentano dei seppur brevi sogni. Ed alla fine in tempi di magra totale basta poco per far sognare i tifosi. E, in un calcio sempre più inquadrato in rigide norme (di legge o di bilancio non fa differenza), la dimensione del sogno di mercato resta una delle poche spille che collegano l'entusiasmo del tifoso alla società. Allora perchè non essere, almeno certe volte, meno inquadrati, meno applicati e meno regolati. Senza creare falsi ed effimeri entusiasmi (che sarebbero anche peggio) perché non considerare l'aspetto primo del calcio: l'entusiasmo del tifoso, generato dal sogno del tifoso. Magari riporterebbe quella passione, quello slancio, quel trasporto mancati nelle ultime due stagioni. Magari funzionerebbe, chissà.