I SECONDI TEMPI E UN CALO FISICO CHE HA UNA DOPPIA NATURA
Ieri la Fiorentina è caduta contro il Basilea nel primo round delle semifinali di Conference League e ha evidenziato un problema già noto e caratteristico della squadra Viola: un calo fisico nel secondo tempo. Di recente è accaduto contro Spezia, Monza e Napoli, ma anche ad inizio stagione Biraghi e compagni avevano dimostrato, in negativo, di essere un'altra squadra nei secondi tempi.
Anche ieri dopo un inizio di partita buono e il gol di Cabral al 25', la Fiorentina aveva l'opportunità di gestire il vantaggio e portare a casa un risultato ottimo in vista dl ritorno, ma nella ripresa i ritmi si sono abbassati e il centrocampo si è allungato lasciando spazio ai giocatori del Basilea, che ne hanno approfittato e hanno completamente ribaltato la partita. Una questione che, viste le tante partite e le evidenze empiriche delle ultime uscite, suggeriscono un calo più fisico che mentale. Dopo il pareggio firmato Amdouni però, la squadra di Italiano è apparsa fragile anche dal punto di vista psicologico e non è stata capace di creare veri pericoli e di reagire (unica nota, la conclusione respinta di Kouame). Nel finale inutili i lanci lunghi di Biraghi, Mandragora e gli altri titolari, sempre preda dei difensori del Basilea.
Adesso la sfida contro l'Udinese, che la Fiorentina ha l'obbligo di giocare per vincere, ma la testa è inevitabilmente proiettata al match di ritorno di Conference League. Nel momento in cui le gambe iniziano a girare meno è giusto che ai giocatori venga chiesto uno sforzo mentale e uno spirito di sacrificio che si era apprezzato nel filotto di vittorie tra marzo e aprile.